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Siria, massacro a Tremseh: l’esercito di Assad uccide duecento civili

Nuovo massacro ieri in Siria, dove secondo gli attivisti anti-regime oltre 200 persone, in gran parte civili inermi, sono state uccise dall’esercito fedele al presidente Bashar al Assad nel villaggio di Tremseh, nella martoriata regione di Hama.
I Fratelli Musulmani della Siria accusano l’inviato di Onu e Lega Araba, Kofi Annan, Mosca e Teheran di essere responsabili, insieme al regime siriano, della strage. ”Non riteniamo il mostro Bashar al-Assad il solo responsabile di questo grave crimine – si legge in un comunicato – Lo sono anche Kofi Annan, i russi e gli iraniani e tutti i Paesi che pretendono di essere i guardiani della pace e della stabilita’ nel mondo e, invece, restano in silenzio”.
Dal canto suo il regime di Assad ha accusato quelli che definisce “terroristi” di aver causato la strage di Tremseh. “E’ stata la popolazione del villaggio di Tremseh a chiedere l’intervento dell’esercito per la presenza di terroristi nel loro villaggio. Dopo l’arrivo dei militari ci sono stati nel villaggio violenti scontri a fuoco che hanno provocato la morte di decine di miliziani – ha spiegato una fonte alla tv satellitare ‘al-Maiadin’ – sono state sequestrate anche molte armi e tre militari dell’esercito sono morti, mentre altri sono rimasti feriti. Tra le armi sequestrate ci sono alcune di fabbricazione americana e israeliana. Abbiamo anche arrestato 40 miliziani, alcuni dei quali avevano aperto il fuoco con forza contro la popolazione locale”.
Invece, secondo quanto denunciato dall’Osservatorio siriano per i diritti umani, con sede in Gran Bretagna, le truppe siriane hanno bombardato con carri armati ed elicotteri il villaggio di Tremseh, uccidendo almeno 200 persone. Intanto gli attivisti siriani hanno diffuso su ‘Youtube’ un video che mostra decine di cadaveri, tutti di uomini giovani e alcuni dei quali con la barba lunga, sostenendo che si tratta delle vittime della strage di Tremseh.