Industria, emorragia di posti in 5 anni: 675mila unità in meno

Crisi profonda per l‘industria italiana che in 5 nni ha visto un’emorragia di posti di lavoro per circa 675 mila addetti, il 10% della base industriale. E’ il dato che emerge dal nono rapporto sull’industria presentato dalla Cisl dal titolo ”Fare sistema per rilanciare l’industria e la crescita”. Nel periodo 2007-2011, la perdita secca di posti di lavoro nell’industria è di 473.640 unità, cui vanno sommati i 201.096 lavoratori equivalenti a zero ore interessati da cig speciale o in deroga, quindi in situazioni di effettivo rischio.
Mettendoli in conto, calcola, dunque, la confederazione di Via Po , la riduzione di posti di lavoro effettiva e potenziale, è di circa 675.000 unita’, che messa in confronto con i 7.007.176 occupati nell’industria ad aprile 2007, sfiora il 10% della base industriale. Fra 2007 e il 2011 le ore di cassa complessive, per l’industria e l’edilizia sono aumentate del 315,9%, con un’esplosione della cassa in deroga, passata dal 7,4% al 14% delle ore totali di cassa autorizzate.
Nove regioni appaiono più in difficoltà, per numero di lavoratori coinvolti in relazione alle ore di cassa relative: Lombardia, Piemonte, Umbria, Lazio, Abruzzi, Campania, Puglia, Basilicata e Sardegna.
Sprofondano anche i volumi produttivi, ridotti in 5 anni del 20,5%, gli ordinativi calati del 17,9%, il fatturato diminuito in termini correnti del 4,5% e l’occupazione scesa del 6,8%. Numeri che mostrano l’ampiezza di una crisi industriale ancora in pieno svolgimento e contrassegnata dal crollo dell’industria delle costruzioni.
Il tratto principale del periodo, evidenzia il rapporto, è che l’industria è riuscita a compensare la riduzione dei volumi produttivi e degli ordinativi, aumentando la qualità dei prodotti e i prezzi relativi, con una riduzione dell’occupazione più vicina alla perdita di fatturato che di volumi, grazie al ricorso esteso agli ammortizzatori sociali.
Con ritmi diversi, nel quinquennio si consuma anche il terribile tonfo dell‘industria delle costruzioni, -29,3%, in cui la fase peggiore (-14,9% sull’anno precedente) inizia a cavallo dei primi mesi del 2012. L’unico elemento di tenuta dell’industria è quello delle esportazioni. Nel 2009, anno di profonda crisi, le esportazioni, in valori correnti, calano del 19,5%. Nel 2010, anno di ripresa, le esportazioni aumentano del 14,5%, per aumentare ancora del 10% nel 2011, dando l’unico contributo positivo alla tenuta del pil.