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Pussy Riot, hacker “vendicano” le tre ragazze condannate: manomissioni e insulti sul sito del Tribunale

Il sito del tribunale Khamovnichesky di Mosca, che lo scorso venerdì ha condannato tre componenti delle Pussy Riot a due anni di reclusione, è stato attaccato dagli hacker.
Secondo quanto riferisce l’agenzia russa Ria Novosti, la pagina web si apriva con un video di un cantante gay bulgaro, Azis, con una serie di insulti rivolti al sistema giudiziario russo, la scritta “Free Pussy Riot” e con l’ultimo videoclip della band punk, “Putin Ignites The Fires of Revolution”. I pirati informatici hanno anche rinominato alcune sezioni del sito con parole volgari e imprecazioni. La portavoce del tribunale di Mosca, Darya Lyakh, ha poi reso noto all’agenzia Intefax che il problema è stato risolto e che “il sito ha ripreso a funzionare correttamente”.