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Ma Squinzi frena l’entusiasmo del premier: L’autunno sarà bollente, bisogna detassare i salari

Quello che ci aspetta “è un autunno già caldo, anzi bollente”. Lo afferma il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, intervistato nella ‘Telefonata’ di Maurizio Belpietro. Squinzi ricorda i molti casi ‘nascosti’ di crisi aziendale: “In base alle nostre informazioni ci sono migliaia di piccole aziende che soffrono mediaticamente in silenzio. E questa è forse la cosa che ci preoccupa di più”.
Dall’incontro con il governo, prosegue, “mi aspetto un’apertura e una maggiore disponibilità verso la crescita: purtroppo finora non ne abbiamo avuta molta”. “Le aperture per il momento sono più che altro di principio; non abbiamo ancora visto – aggiunge – provvedimenti concreti, mi auguro che sul tavolo venga messo qualcosa da parte del governo”.
Per Squinzi gli imprenditori hanno “bisogno di una semplificazione normativo-burocratica. Le nostre imprese possono essere speciali ma senza le condizioni competitive sul mercato globale non andiamo molto lontano”. Per uscire dalla crisi, ricorda, “bisogna anche lavorare in modo particolare alla detassazione dei salari: questo sarebbe il modo più diretto” per stimolare i consumi.
In riferimento alle diverse situazioni di crisi che toccano grandi imprese, Squinzi ha definito quello dell’Ilva di Taranto “un caso emblematico della complicazione burocratica” che regna nel nostro Paese. Quello dell’Ilva, aggiunge, è un caso che “dobbiamo risolvere per dare speranza a chi investe nel nostro Paese”.
Quanto al Carbosulcis, per il presidente di Confindustria “il problema è quello di avere una politica industriale chiara, ma per il momento questa idea latita”.
Infine, la crisi dell’Alcoa è “legata al costo dell’energia”, senza una soluzione su questo punto “le attività ad alto utilizzo energetico nel nostro Paese sono destinate a sparire”. L’Alcoa, continua, “si può salvare solo se si trovano condizioni per rendere disponibile energia a prezzi competitivi. Volendo, si può fare”.
Infine, parlando della riforma del mercato del lavoro promossa dal ministro Elsa Fornero, afferma: “Non la giudichiamo postitiva: ha tolto molta flessibilità in entrata senza dare una svolta alla flessibilità in uscita”. Squinzi parla di una “occasione persa ma riteniamo che si possa intervenire per miglioramenti”.