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Scuola, si cambia. Classi multietniche, vanno rivisti i programmi. Profumo pensa alla riforma: dalla religione alla geografia

Il nostro Paese è sempre più multietnico, e nelle ”nostre scuole ci sono studenti che provengono da culture, religioni e paesi diversi. Bisogna perciò cambiare modo di fare scuola”. Ne è convinto il ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, che, a margine della presentazione dell’apertura della Biblioteca del Miur che sarà aperta al pubblico, ha sottolineato come la scuola sia ”più aperta, più multietnica capace di correlarsi al mondo”.
Di qui, secondo il Ministro la ”necessità di una revisione dei programmi, non solo di religione, ma anche di geografia, in questo senso, in questa direzione”. ”Ieri – ha concluso il ministro – ero in una scuola con il 50% di studenti stranieri e ho chiesto ai ragazzi come studiassero geografia. ‘Non dai libri’, mi hanno risposto, ma dai nostri compagni che ci raccontano le loro città e i loro costumi”.
Profumo ha parlato anche del concorso per i docenti, il cui bando verrà pubblicato oggi sulla Gazzetta Ufficiale. ”Rappresenta una grande opportunità”, ha detto il ministro, secondo cui ”le persone con grande saggezza parteciperanno, perché è data loro la possibilità, indipendentemente dalla loro posizione in graduatoria, di accelerare il loro percorso e di entrare in ruolo prima di altri”.
”Il fatto che il Ministero abbia messo in atto un processo di circa 54mila assunzioni nell’arco di pochi anni – ha sottolineato – ”è un segnale forte per la scuola e per il Paese. Credo – ha aggiunto – che la scuola sia ancora una volta il luogo in cui modernizzare il Paese è dare un’accelerazione al processo di crescita”.
Il ministro ha ribadito che per l’ingresso nella scuola la legge non è stata applicata da 13 anni ma le leggi devono essere applicate: ”Se non vanno bene sta al Parlamento cambiarle” e quindi il concorso rappresenta ”un processo di normalizzazione del Paese”.
Il ministro, ha concluso, ricordando che è prevista ”una preselezione che verterà sulle capacità logiche e deduttive”. E siccome ”stiamo lavorando per la scuola del futuro, un altro elemento importante sarà la conoscenza delle lingue e dell’informatica e anche la capacità di stare con i ragazzi”.