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Crescita e tagli alla politica, via libera del Cdm. Sindaci del dissesto non piu eleggibili

Crescita e tagli alla politica, via libera del Cdm. Sindaci del dissesto non piu eleggibili

Due decreti per trasformare il Paese. Cosi’ Monti ha presentato i provvedimenti per lo sviluppo e la crescita e quello per il controllo dei costi della politica al vaglio del Consiglio dei Ministri. Per quanto riguarda la crescita il Cdm ha approvato un dl su agenda digitale e start up. Le misure contenute nel dl, ha spiegato Monti, “sono in grado di trasformare l’Italia”. In particolare, “la trasmissione del sapere, la condivisione dell’informazione, la possibilità di sviluppare l’imprenditoria attraverso un forte rapporto con i mercati internazionali, la connettività, i servizi ai cittadini costituiscono le basi per recuperare il gap che divide l’Italia dagli altri Paesi”.

”Nel complesso le norme puntano in modo ambizioso a fare del nostro paese, un paese in cui l’innovazione rappresenti un fattore strutturale di competitività” ha evidenziato Monti. ”Dalle regioni – ha aggiunto – c’è stato un lavoro molto importante ma anche dalle istituzioni locali e del mondo produttivo”.

Quanto al dl sulle spese degli enti locali, “gli scandali legati allo sperpero di spese per la politica fanno parte di un’Italia vecchia che preferiremmo non vedere in futuro” ha detto il premier Monti, che ha sottolineato “il contributo delle Regioni, molto importante” nella stesura del provvedimento per i tagli. “Più tardi vi presenteremo la parte che cerca di cancellare ed evitare la ripetizione nel futuro di aspetti dell’Italia esistita finora che preferiremmo non vedere in futuro” ha concluso Monti, in riferimento al decreto sulle disposizioni urgenti in materia di finanza e funzionamento degli enti locali, che il Consiglio dei ministri deve ancora approvare.

Controlli trimestrali su gestione. Secondo la bozza del dl sui costi della politica degli enti locali, “il sindaco, relativamente ai comuni con popolazione superiore ai 5.000 abitanti, o il presidente della Provincia (…), trasmette trimestralmente alla sezione regionale di controllo della Corte dei conti un referto sulla regolarità della gestione e sull’efficacia e sull’adeguatezza del sistema dei controlli interni adottato, sulla base delle Linee guida deliberate dalla Sezione delle autonomie della Corte dei conti; il referto è altresì inviato al Presidente del consiglio comunale o provinciale”.

Controlli Corte dei Conti anche con Gdf. Per i controlli sul “rispetto delle regole contabili e del pareggio di bilancio di ciascuna regione” che saranno svolti ogni tre mesi, “la corte dei conti può avvalersi, sulla base di intese con il ministro dell’Economia e delle finanze, del corpo della Guardia di finanza, che esegue le verifiche e gli accertamenti richiesti [...] agendo con i poteri di indagine ad esso attribuiti ai fini degli accertamenti relativi all’imposta sul valore aggiunto e alle imposte sui redditi”. “Per le stesse finalità e cadenze [...] Sono disposte verifiche dei servizi ispettivi di finanza pubblica”, spiega ancora il documento.

Pareggio bilancio, stop spesa a chi lo viola. Il decreto sui costi della politica degli enti locali fissa specifiche responsabilità di controllo sugli equilibri finanziari degli enti territoriali, prevedendo non solo il rispetto delle disposizioni finanziarie degli enti locali e degli obiettivi di finanza pubblica ma anche delle nuove norme dell’art.81 della Costituzione, che impone il pareggio di bilancio. Per gli enti locali che presentano un disavanzo di amministrazione o debiti fuori bilancio, per i quali non sono stati adottati strumenti di salvaguardia del bilancio, scatta un semaforo rosso sulla spesa: potranno assumere impegni e pagare spese unicamente per i servizi previsti dalla legge. Sono fatte salve le spese da sostenere a fronte di impegni già assunti nei precedenti esercizi.

Gli enti locali possono deliberare “le aliquote o le tariffe dei tributi nella misura massima consentita, anche in deroga ad eventuali limitazioni disposte dalla legge” per assicurare il graduale riequilibrio finanziario, per tutta la durata del piano per rimettere in sesto i conti, piano che può avere durata non superiore a cinque anni. Lo prevede, tra le altre misure, la bozza del decreto all’esame del Cdm. I servizi, come la raccolta dei rifiuti, dovranno avere una copertura integrale dei costi.

Modifica aliquote Imu fino al 31 ottobre. Le aliquote Imu potranno essere modificate dai comuni fino al 31 ottobre, il termine ultimo per l’approvazione dei bilanci previsionali comunali. Si riaprono così i termini scaduti a settembre. Lo prevede la bozza del decreto sui costi della politica all’esame del Cdm, che fa slittare al 30/11 il termine per la dichiarazione Imu.

Non candidabili amministratori che hanno contribuito a dissesto. Il decreto prevede anche che sindaci e presidenti di provincia che hanno contribuito al dissesto “non sono candidabili per 10 anni” a numerose cariche tra cui quelle nelle giunte e nei consigli e nel Parlamento. In arrivo anche pesanti sanzioni. “Gli amministratori che la Corte dei Conti ha riconosciuto, anche in primo grado, responsabili di aver contribuito con condotte, dolose o gravemente colpose, sia omissive che commissive, al verificarsi del dissesto finanziario – si legge nel testo del dl – non possono ricoprire, per un periodo di dieci anni, incarichi di assessore, di revisore dei conti di enti locali e di rappresentante di enti locali presso altri enti, istituzioni ed organismi pubblici e privati. I sindaci e i presidenti di provincia ritenuti responsabili ai sensi del periodo precedente, inoltre, non sono candidabili, per un periodo di dieci anni, alle cariche di sindaco, di presidente di provincia, di presidente di Giunta regionale, nonchè di membro dei consigli comunali, dei consigli provinciali, delle assemblee e dei consigli regionali, del Parlamento e del Parlamento europeo. Non possono altresì – prosegue il decreto legge – ricoprire per un periodo di tempo di dieci anni la carica di assessore comunale, provinciale o regionale nè alcuna carica in enti vigilati o partecipati da enti pubblici. Ai medesimi soggetti, ove riconosciuti responsabili, le sezioni giurisdizionali regionali della Corte dei conti irrogano una sanzione pecuniaria pari ad un minimo di cinque e fino ad un massimo di venti volte la retribuzione dovuta al momento di commissione della violazione”.

Controlli su società partecipate. “L’ente locale definisce, secondo la propria autonomia organizzativa, un sistema di controlli sulle società partecipate dallo stesso ente locale”. E’ quanto prevede lo schema di provvedimento legislativo d’urgenza recante disposizioni in materia di finanza e di funzionamento degli enti locali, al quale il governo sta lavorando in queste ore, avvalendosi delle indicazioni fornite dalla Conferenza delle Regioni. “Tali controlli”, si legge ancora, “sono esercitati dalle strutture proprie dell’ente locale, che ne sono responsabili. “L’amministrazione definisce preventivamente gli obiettivi gestionali a cui deve tendere la società partecipata, secondo standard qualitativi e quantitativi, e organizza un idoneo sistema informativo”.