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Istat, allarme povertà: 47mila persone senza casa. La maggioranza ha 45 anni e vive nel Nord-Ovest

In Italia sono oltre 47mila le persone senza dimora, nel 40% dei casi italiani. In generale sono per lo più di uomini (86,9%), la maggioranza ha meno di 45 anni (57,9%), nei due terzi dei casi hanno al massimo la licenza media inferiore e il 72,9% dichiara di vivere solo. In media, le persone senza dimora riferiscono di esserlo da circa 2,5 anni.
Lo riferisce l‘Istat che ha condotto una ricerca sulla condizione delle persone che vivono in povertà estrema, in collaborazione con il ministero del Lavoro, la Federazione italiana degli organismi per le persone senza dimora e la Caritas italiana.
L’incidenza sul totale dei residenti risulta più elevata nel Nord-ovest, dove le persone senza dimora corrispondono a circa lo 0,35% della popolazione residente, seguono il Nord-est con lo 0,27%, il Centro con lo 0,20%, le Isole (0,21%) e il Sud (0,10%). Quasi i due terzi (il 63,9%), prima di diventare senza dimora, vivevano nella propria casa, mentre gli altri si suddividono pressoché equamente tra chi è passato per l’ospitalità di amici e/o parenti (15,8%) e chi ha vissuto in istituti, strutture di detenzione o case di cura (13,2%).
Il 7,5% dichiara di non aver mai avuto una casa. Gli stranieri senza dimora sono più giovani degli italiani (il 47,4% ha meno di 34 anni contro l’11,3% degli italiani), hanno un titolo di studio più elevato (ha almeno la licenza media superiore il 40,8% contro il 22,1% degli italiani) e vivono da meno tempo nella condizione di senza dimora (il 17,7% lo è da almeno due anni, contro il 36,3% degli italiani). Più spesso vivono con altre persone (il 30% contro il 21,8%), in particolare con amici (17,4% contro 10,2%); ben il 99,1% è nato in uno stato estero e solo il 20% era senza dimora prima di arrivare in Italia.
Più della metà delle persone senza dimora che usano servizi (il 58,5%) vive nel Nord (il 38,8% nel Nord-ovest e il 19,7% nel Nord-est), poco più di un quinto (il 22,8%) nel Centro e solo il 18,8% vive nel Mezzogiorno (8,7% nel Sud e 10,1% nelle Isole).
Il risultato, a livello ripartizionale, è tuttavia il frutto della notevole concentrazione della popolazione considerata nei grandi centri. Ben il 44% delle persone senza dimora utilizza servizi con sede a Roma o Milano: il 27,5% a Milano e il 16,4% a Roma.
Dopo Roma e Milano, Palermo è, tra i 12 comuni più grandi, quello che accoglie il maggior numero di persone senza dimora (3.829); vi vive quasi l’80% di coloro che utilizzano servizi nelle Isole e ben il 60,7% è costituito da stranieri. Seguono Firenze (1.911), con il 60,9% di stranieri, Torino (1.424), con il 56,5%, e Bologna (1.005), con il 51,6%. Secondo la rilevazione Istat, il 28,3% delle persone senza dimora dichiara di lavorare: occupazioni a termine, poco sicure o saltuarie per il 24,5%; lavori a bassa qualifica nel settore dei servizi (l’8,6% lavora come facchino, trasportatore, addetto al carico/scarico merci o alla raccolta dei rifiuti, giardiniere, lavavetri, lavapiatti, ecc.), nell’edilizia (il 4% come manovale, muratore, operaio edile, ecc.), nei diversi settori produttivi (il 3,4% come bracciante, falegname, fabbro, fornaio, ecc.) e in quello delle pulizie (il 3,8%). In media, le persone che hanno un lavoro, lo svolgono per 13 giorni al mese (il 37,6% per meno di 10 giorni e il 32,2% per 20 giorni o più) per un guadagno di 347 euro mensili (circa 1/4 guadagna meno di 100 euro e quasi 1/3 oltre 500 euro). Non emergono particolari differenze tra italiani e stranieri.
Il 17,9% delle persone senza dimora non ha alcuna fonte di reddito, il 28,3% dichiara di riceverne uno da lavoro, il 9% da pensione e l’8,7% un sussidio da ente pubblico; infine, il 27,2% riferisce di ricevere denaro da parenti, amici o familiari e il 37% da estranei (colletta, associazioni di volontariato o altro). La perdita di un lavoro è uno degli eventi più rilevanti del percorso di progressiva emarginazione che conduce alla condizione di ‘senza dimora’, insieme alla separazione dal coniuge e/o dai figli e, con un peso piu’ contenuto, alle cattive condizioni di salute. Ben il 61,9% delle persone senza dimora ha perso un lavoro stabile, il 59,5% si e’ separato dal coniuge e/o dai figli e il 16,2% dichiara di stare male o molto male. Inoltre, sono una minoranza coloro che non hanno vissuto questi eventi o che hanno vissuto uno solo, a conferma del fatto che l’essere senza dimora e’ il risultato di un processo multifattoriale.