Il ritorno del Caimano, Berlusconi contro Monti. A rischio la fiducia al governo

Il ritorno del Caimano, Berlusconi contro Monti. A rischio la fiducia al governo

Un’ora e un quarto. Prima un lungo monologo; poi la parola a Niccolò Ghedini; e ancora le domande dei giornalisti. E’ servita un’ora e un quarto a Silvio Berlusconi per dire la sua verità. Senza risparmiare nessuno. Dai partner europei, a cominciare da Angela Merkel, fino a Mario Monti ‘colpevole’ di aver innescato una ”spirale recessiva senza fine”, passando per i ‘soliti’ giudici che vogliono la ”dittatura della magistratura”.
All’indomani della condanna di primo grado nel processo sui diritti tv il Cavaliere sale sull’ottovolante. ”Obbligato a restare in campo”, annuncia al Tg5. In campo sì, ma non da candidato premier, puntualizza nella conferenza stampa di Villa Gernetto convocata in tempi strettissimi, ma affollata come non mai. Giornalisti e operatori tv, certo. Ma nella residenza settecentesca Berlusconi trova ad attenderlo anche una platea di fedelissimi. Insieme al legale Ghedini, sono presenti, tra gli altri, Paolo Bonaiuti, Daniela Santanché, Mariastella Gelmini, Paolo Romani, Michela Vittoria Brambilla, Antonio Palmieri e il coordinatore regionale lombardo del partito Mario Mantovani.
Applaudito al suo ingresso nella sala della conferenza stampa, l’ex premier si toglie qualche sassolino dalla scarpa. Fino a ieri è rimasto in silenzio, spiega, per non disturbare il governo. Adesso non più. Tanto da arrivare a ventilare una sfiducia all’esecutivo dei tecnici. Solo una minaccia, per ora. I mercati non si sa come reagirebbero a una crisi di governo e, in fondo, argomenta il Cavaliere, le elezioni non sono poi così lontane. Eppure, l’ipotesi di far cadere il governo fa capire bene l’aria che tira. ”C’è la pioggia e la grandine”, rimarca Berlusconi in un passaggio del suo intervento. E chissà che non si riferisse soltanto alle condizioni meteo. Berlusconi parla in piedi e annuncia che resterà in campo per portare a termine “l’opera di ammodernamento del Paese iniziata nel ’94″. A cominciare dalla riforma della giustizia e dell’architettura istituzionale dello Stato. Questa, sottolinea, doveva essere la ”missione” di Monti e non nasconde la delusione per il fatto che nessuna riforma costituzionale sia stata presentata dal governo. E ancora. Il governo è stato succube della Germania, che ha ”forzato” la Ue per decisioni che ”io non ho mai condiviso”. Berlusconi torna anche sui sorrisi ironici riservatigli dall’allora presidente francese Nicolas Sarkozy e da Merkel: ”Un tentativo di assassinio della mia credibilità”, affonda. A forza di stare dietro a questa Europa, sottolinea ancora il Cavaliere, gli italiani ”stanno tutti male”.
Dopo l’apertura di credito a Monti, contenuta nel messaggio del suo passo indietro, oggi Berlusconi inverte la marcia, tanto da frenare anche su ipotesi di un Monti bis. ”Se crederà di partecipare alle elezioni e di farsi eleggere a candidato premier, Monti potrà svolgere il ruolo di presidente del Consiglio. Non credo che dopo questa sospensione di democrazia del governo tecnico ci sia ancora il posto e lo spazio per una indicazione per chiamata e non per elezione”, rimarca.
Più volte l’ex premier è interrotto nel suo intervento dall’applauso dei presenti. E a chi sosteneva di non aver visto ”disperazione” nel Pdl dopo l’annuncio del suo passo indietro, Berlusconi replica: ”Credo che la disperazione meriti cause migliori. Nel partito ho sentito preoccupazione e molti inviti a cambiare posizione”. Insomma, il Pdl è in campo e Berlusconi continuerà ad esserne il presidente. Le primarie si faranno (ma lui non correrà) e attraverso il confronto daranno modo a molti protagonisti di emergere, assicura. Ed è già campagna elettorale.
Le prime parole d’ordine le detta proprio il Cavaliere: abbassare la pressione fiscale, togliere l’Imu e cambiare il rapporto ”di violenza” tra Equitalia e i contribuenti, perché i cittadini ”sono spaventati” da uno Stato di polizia tributaria. ”Ho sempre sostenuto con lealtà l’operato del governo, ma credo che ora sia tempo di cambiare”, avverte. ”Nei prossimi giorni decideremo se sia meglio togliere immediatamente la fiducia o aspettare le elezioni”. Berlusconi non sarà candidato premier, ma ‘vede’ chiaro il traguardo del 2013. In ogni caso, lui ci sarà: ”Farò campagna elettorale e tornerò in televisione”.