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Ingroia parte per il Guatemala con l’amaro in bocca: Procura di Palermo vittima del doppiosensismo

“Il conflitto di attribuzione sollevato dal capo dello Stato ci ha amareggiato”, sostiene il pm siciliano Antonio Ingroia, cha ha condotto le indagini sulla trattativa Stato-mafia, ora alla vigilia della sua partenza per il Guatemala.
“Noi abbiamo fatto di tutto perché nulla uscisse e nulla è uscito sui contenuti delle telefonate del presidente della Repubblica indirettamente intercettate – precisa il magistrato a Roma per partecipare a un incontro sulla mafia – Quanto è uscito, è uscito in seguito al conflitto”.
Nel ricordare due precedenti occasioni in cui un capo dello Stato è stato intercettato, ma non ha sollevato conflitto, Ingroia si dice dispiaciuto in quanto “i magistrati di Palermo sono stati sottoposti a un trattamento deteriore. C’è stata disparità rispetto a quanto avvenuto in altre Procure, che ha dato luogo a una sorta di ‘doppiopesismo’ nella valutazione. Qualche illustre commentatore – ricorda poi il giudice – ha sostenuto che tutto questo è materia della ragion di Stato e che la ragion di Stato non può essere giudicata dalla magistratura”.