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Legge elettorale, Bersani avverte: Premio di maggioranza al 10% o ci mettiamo di traverso. L’attacco a Casini: Morirà di tattica

Un “ragionevole premio di governabilità al partito o alla coalizione che arriva prima, non sotto un 10% netto” altrimenti “ci mettiamo di traverso con tutti gli strumenti parlamentari che abbiamo”. Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, intervenendo alla manifestazione ‘Dieci domande per il futuro dell’Italia’, promossa da ‘L’Unità‘ e ‘Left’ detta le condizioni del suo partito per la riforma elettorale. Un premio, aggiunge il leader Democratico, che “non garantisce la maggioranza assoluta, garantisce comunque che ci sia un azionista di riferimento in grado di dire” la sera delle elezioni “chi governerà”.
Assegnare il premio di maggioranza assoluta a chi raggiunge il 42,5% “senza dire null’altro, è il modo di indebolire la governabilità”. Ma, avverte Bersani, chi pensa che dalla frammentazione possa uscire un Monti bis “è da ricovero. Una situazione del genere sarebbe una palude e dalla palude viene fuori solo un altro turno elettorale e si va a votare come in Grecia dopo sei mesi. Non penseranno mica che mi metta a fare un governo con Berlusconi“.
Il leader del Pd non risparmia poi una frecciata per Pier Ferdinando Casini, che “morirà di tattica. Credo che sia ora che ognuno metta lì la barra e dica dove vuole andare”.
Il leader dell’Udc, da parte sua, ha delle risposte da dare. “Bisogna mettere le carte in tavole con serietà – afferma Casini a margine di una iniziativa del partito per le amministrative a Roma e nel Lazio – Ho letto che Grillo e Bersani contestano questa riforma elettorale. Gli rispondo: se vogliono tenersi il Porcellum lo dicano chiaramente. Dicano chiaramente -insiste – se ritengono giusto che con il 30% dei voti si prendono il 55% dei seggi”.
“Mettere una soglia per accedere al premio di maggioranza è il minimo che si possa fare. Quando Berlusconi e Prodi vinsero le elezioni, lo fecero raggiungendo quasi il 50%, ottenendo poi un premio di maggioranza del 6-7. Serve serietà -conclude Casini- le sceneggiate lasciano il tempo che trovano. Io in giro vedo una strumentalità preoccupante”.
Suona come un avvertimento la dichiarazione di Gianfranco Rotondi (Pdl): ”In politica bisogna saper cogliere l’attimo. Ieri il popolo voleva la riforma elettorale e non gliela abbiamo data. Oggi lo stesso popolo sente la riforma come espressione della paura di Grillo e, dunque, la riforma rischia di provocare più moti di piazza che una riconciliazione con l’opinione pubblica”.