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La Scuola scende in piazza. Roma blindata, cortei pacifici. Alta la tensione ma sfila l’ironia

La Scuola scende in piazza. Roma blindata, cortei pacifici. Alta la tensione ma sfila l’ironia

 

Sabato di cortei e sit-in a Roma, blindata e in massima allerta, dopo gli scontri del 14 novembre scorso. In piazza studenti universitari e medi, professori, Cgil e Cobas. Nel pomeriggio corteo dei militanti di CasaPound. E’ arrivato al Colosseo il corteo non autorizzato degli studenti che hanno protestato contro la crisi e l’austerity, contro i tagli all’istruzione e contro il ddl ex Aprea. Al grido di ”abbiamo riconquistato i nostri spazi” e “siamo tutti antifascisti” il corteo non autorizzato degli studenti ha raggiunto il Colosseo. “Il corteo non finisce qui” hanno annunciato che raggiungeranno il presidio antifascista a piazza Vittorio. “Non c’è spazio per Casapound”, hanno ribadito al megafono gli studenti. Il grosso del corteo si è sciolto, mentre un gruppo di manifestanti si è diretto verso piazza Vittorio. Erano passati prima per il ministero della Giustizia, dove avevano urlato, lanciando petardi e qualche bottiglia: ”Attenzione da qui piovono lacrimogeni”. Tra gli slogan anche ”Israele va distrutto”. Dal megafono in testa al corteo sono stati scanditi i nomi delle “vittime della polizia” da “Gabriele Sandri a Carlo Giuliani”. In prima fila gli ormai famosi book bloc, gli scudi con su scritti i titoli dei classici e altri slogan che gli studenti portano durante le manifestazioni. Tra gli altri slogan: “Non ci sara’ zona rossa che tenga”, “Roma e’ antifascista”, “Voi mangiate sulla scuola, noi ignoranti e a digiuno”. Insieme agli studenti sfilano anche alcuni insegnanti: alcune professoresse del Liceo Seneca portano uno striscione con su scritto “Maestri laureati umiliati e offesi”. Durante il corteo, gli studenti disegnano con bombolette spray l’immagine di un poliziotto con un casco e un manganello e la scritta “identificati”. Si tratta di un modo per chiedere che siano posti dei codici identificativi sui caschi delle forze dell’ordine, dopo le polemiche dei giorni scorsi in seguito agli scontri durante la manifestazione del 14 novembre. Alcuni studenti stanno sfilando con uno scolapasta in testa. La provocazione è diretta al prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro che ieri ha detto che chi indossa il casco è denunciabile.”Torniamo in piazza subito dopo il 14 novembre – dichiara Federico del Giudice, portavoce della Rete della Conoscenza – per dimostrare come gli studenti non abbiano paura malgrado la spaventosa repressione ordinata dalla forze dell’ordine il giorno dello sciopero europeo e per rivendicare come la nostra generazione abbia la volonta’ di lottare contro le politiche di austerity che in Italia, come in altri paesi europei, hanno distrutto il welfare ed eliminato i diritti” ”Sono centinaia le scuole occupate in tutta in Italia per protestare contro l’ex Pdl Aprea e la privatizzazione della scuola pubblica – prosegue Roberto Campanelli, coordinatore dell’Unione degli studenti – oggi siamo in piazza e siamo partiti dalle nostre scuole per ribadire ancora una volta con forza, come fatto il 12 ottobre e il 14 novembre che non si puo’ toccare la scuola pubblica. Manifestiamo al fianco di migliaia di docenti e di precari della scuola anche loro colpiti dalle misure di questo governo e contrari allo smantellamento del ruolo sociale della scuola”. Di nuovo in piazza anche gli studenti universitari. “Vogliamo riaprire il centro di questa citta’ – dichiara Luca Spadon portavoce di Link coordinamento universitario – vogliamo poter manifestare sotto i palazzi del potere, come avviene in tutti i paesi europei, dove troppo spesso vengono prese delle decisioni sopra le nostre teste e pretendiamo i numeri identificavi sopra i caschi della polizia pratica anche essa in uso in tutta Europa” ”Oggi manifestiamo per sostenere due punti -afferma Piero Bernocchi leader dei Cobas: il continuo e progressivo immiserimento della scuola pubblica e quello generale italiano che nasce alla politica economica del governo. L’esecutivo sta provocando un vistosa recessione che produce disoccupazione: un laureato su due non trova lavoro e chi lo trova è precario”. Ma gli studenti oggi protestano in tutta Italia.Firenze. Un centinaio di studenti che hanno preso parte alla manifestazione a Firenze si sono staccati dal corteo, sono entrati nella stazione di Santa Maria Novella e si sono diretti sui binari, bloccando un Eurostar in partenza per Venezia. La stazione e’ presidiata dalle forze dell’ordine. Sono circa duemila le persone che prendono parte al corteo, da cui e’ partito anche il lancio di qualche fumogeno.Palermo. Uova contro la sede del Giornale di Sicilia a Palermo sono stati lanciati dagli studenti in corteo. L’obiettivo, pero’, sono tutti i media responsabili di “dividere gli studenti in buoni e cattivi” dopo gli scontri con le forze dell’ordine verificatisi lo scorso 16 novembre, che hanno portato alla denuncia di un minorenne e al ferimento di alcuni agenti. In migliaia, 30mila secondo la Rete degli studenti medi, hanno attraversato le vie del centro, paralizzando il traffico cittadino. Flash mob, blocchi e slogan contro la politica di austerity del Governo Monti. Al grido di “che la crisi la paghi chi l’ha creata” i ragazzi chiedono, tra le altre cose, libri di testo a costo zero e possibita’ di fotocopiarli per ammortizzare i costi; un piano di ammodernamento e consolidamento degli istituti; fondi destinati ai buoni testo e una tessera gratuita a loro riservata per accedere ai servizi di trasporto pubblico urbano. Insieme a loro, a sfilare in corteo, si sono anche la Flc Cgil, Rifondazione comunista, e gli operai della Gesip, la societa’ di servizi del Comune di Palermo in liquidazione, i cui operai sono senza lavoro e senza stipendio dallo scorso settembre.A Catania oltre 10mila studenti hanno preso parte pacificamente al corteo delle scuole “in difesa dell’istruzione pubblica, contro la precarieta’ e il governo Monti”. I promotori hanno anche assicurato che la protesta “proseguira’ anche nelle prossime settimane con iniziative dentro e fuori le scuole fin quando il governo non ritirera’ la controriforma e investira’ ingenti risorse in scuole e universita’”.