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Monti sulla sanità: Non privatizzeremo. Ma il Gemelli lancia l’allarme: Con i tagli potremmo non farcela

”Il diritto alla salute e l’organizzazione pubblica dei servizi ai cittadini sono requisiti irrinunciabili di sviluppo sociale e convivenza civile, ma sono anche elementi decisivi di garanzia dell’effettiva eguaglianza tra i cittadini: valore essenziale, principio fondamentale della nostra Costituzione, di un’Italia civile che va sostenuta”. Lo ha affermato il presidente del Consiglio Mario Monti, intervenendo alle celebrazioni per i 50 anni dei Nas.
”Affermare la necessità di rendere il sistema sanitario pienamente sostenibile – ha aggiunto il premier – non ha nulla, proprio nulla a che vedere con la logica della privatizzazione”.
”Servire i cittadini e non servirsi dei cittadini – ha detto ancora il presidente del Consiglio – è il passaggio morale e culturale che deve sostenere l’azione di governo del Paese. In una società adulta dobbiamo essere capaci di parlare e abbiamo il dovere di parlare senza che le parole diventino veicolo di equivoci e di fraintendimenti, ma parlare per vedere la realtà dei problemi”. Quindi, ha ripetuto Monti, ”affermare la necessità di rendere il servizio sanitario pienamente sostenibile non ha nulla, proprio nulla a che vedere con la logica della privatizzazione”.
”L’eccellenza – ha puntualizzato – sta anche nel pubblico e non sempre il privato è immune dalle logiche improprie del condizionamento di scelte non sorrette da assoluta trasparenza e competenza. La scelta dei migliori e dei più capaci, pensiamo ai medici, non può essere influenzata da logiche di appartenenza”.
“Riformare significa riconoscere che in passato, sotto lo scudo delle buone intenzioni, e delle rivendicazioni di autonomia, non sono sempre state assunte decisioni responsabili. Ciascuno di noi conosce la fragilità e le preoccupazioni del malato ed è quindi dovere di tutti riconoscere che di fronte al diritto alla salute – ha concluso il premier – il criterio dell’uguaglianza è pilastro di civiltà”.
Per il ministro della Salute, Renato Balduzzi, le polemiche generate nei giorni scorsi dopo le parole del premier sono frutto di un “travisamento mediatico che ha messo in dubbio” il reale pensiero del presidente del Consiglio che oggi ha allontanato “una logica della privatizzazione” della sanità italiana.
“Le parole dette oggi da Monti sono la conferma di ció che il presidente pensa e ha sempre pensato”. Inoltre, “l’esigenza di un adeguamento del Ssn – ha aggiunto il ministro – è implicita in ogni sistema sanitario. Il nostro Ssn insegue ciò secondo le logiche di un sistema pubblico con l’integrazione di tutte le forme, comprese quelle private”.
Verranno probabilmente impugnati i decreti del commissario per la Sanità del Lazio che prevedono tagli per 29 milioni di euro per il Policlinico Gemelli di Roma. Ma l’ospedale non bloccherà le prestazioni non urgenti, come hanno annunciato oggi i direttori generali delle altre strutture sanitarie religiose della Capitale, in asfissia per i tagli.
“L’ipotesi del blocco delle attività non è mai stata presa in considerazione – afferma il direttore del Gemelli, Maurizio Guizzardi – e probabilmente ci faremo carico dei pazienti che non troveranno risposte altrove, vista la vocazione di quest’ospedale. Finché ce la facciamo, continuiamo ad assicurare l’assistenza: c’è però il rischio concreto che un giorno potremmo non farcela”.
I vertici del Gemelli non minacciano, ma fanno “appello alle Istituzioni affinché tengano conto dello sforzo e dell’impegno messi per compiere questa specie di ‘miracolo’ di fare un ospedale migliore con costi più bassi”. Si sta studiando inoltre “l’impugnativa dei decreti del commissario, piombati all’improvviso dopo la pubblicazione della legge sulla spending review e la sottoscrizione del Piano strategico con la Regione”, annuncia Marco Elefanti, direttore amministrativo dell’università Cattolica.
“Anche se la Regione non lo ha riconosciuto, equiparandoci a qualsiasi altra struttura sanitaria privata accreditata del Lazio – prosegue Guizzardi – questo ospedale si comporta come un ospedale pubblico. Svolgiamo un servizio pubblico: chiunque si presenti, lo assistiamo al meglio”.
L’idea, dunque, è quella di impugnare i decreti del commissario, “anche se purtroppo questo non ci risolve il problema drammatico in cui ci troviamo”, conclude Elefanti.
A parlare è anche Carlo Maria Cellucci, direttore generale dell’ospedale San Giovanni Calibita-Fatebenefratelli all’Isola Tiberina di Roma, intervenuto oggi alla conferenza stampa dell’Associazione religiosa degli istituti socio-sanitari (Airs) sulle conseguenze per gli ospedali religiosi del Lazio causate dai decreti ‘taglia-budget’ del commissario straordinario alla Sanità del Lazio Enrico Bondi.
“I tagli previsti dai decreti del commissario straordinario incidono sul nostro ospedale per 4-5 milioni di euro – dice – Per il momento riusciamo ancora a sopperire a queste difficoltà, ma se nel 2013 continueranno i tagli e non si interverrà con un’adeguata programmazione, non escludo che anche il nostro Dipartimento materno-infantile potrebbe soffrirne”. “Da Bondi ci aspettavamo il contenimento del deficit regionale – aggiunge Cellucci – e non l’abbattimento del budget per gli ospedali religiosi”.