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Disastro sanità pubblica: buco da 18 miliardi e nel Lazio il San Raffaele chiude tutte le strutture

Sanità pubblica in ‘codice rosso’. Nel 2014, secondo una stima della Ragioneria dello Stato, si prevede infatti che ci saranno 18 mld di euro di sottofinanziamento rispetto al fabbisogno stimato per la spesa sanitaria. E’ il quadro che emerge da una tabella della Ragioneria dello Stato rielaborata dalla Fiaso e illustrata oggi a Roma, nel corso di una conferenza sui primi risultati economici dell’applicazione della spending review.
Analizzando la tabella della Ragioneria emerge, infatti, che fra due anni, a fronte di una previsione di spesa sanitaria pari a 129 mld di euro, è previsto un finanziamento statale programmato pari a 110 mld. Mancherebbero quindi all’appello circa 18 mld. La stessa stima, proiettata al 2013, prevede un sottofinanziamento per l’Ssn di circa 15 mld.
Intanto, dal taglio dell’acqua per i ricoverati alla somministrazione di farmaci col contagocce ai pazienti, cominciano a vedersi i primi effetti – negativi – della spending review. A scattare la fotografia è la stessa Fiaso che ha presentato un’indagine che fa il punto sui risultati ottenuti dalle aziende sanitarie e ospedaliere nella ricontrattazione dei contratti di fornitura di beni e servizi: dalla lavanderia alla mensa, fino ai dispositivi medici.
La Fiaso porta alla luce alcuni esempi simbolici: “Alle Molinette di Torino – spiega la Federazione – si stanno somministrando ai pazienti farmaci con il contagocce; alcune Asl laziali hanno comunicato a voce o per iscritto ai pazienti nutriti artificialmente a domicilio che le soluzioni nutrizionali non potranno più essere fornite in misura sufficiente”.
E ancora: “All’ospedale di Tivoli ci si è limitati al simbolico taglio di acqua e latte per i ricoverati, ma a Rimini è stato sospeso il servizio di dialisi notturno che consentiva ai malati che lavorano di continuare a farlo. Nella virtuosa Toscana, infine, la Asl fiorentina dal 10 dicembre garantisce solo gli interventi chirurgici urgenti e quelli oncologici”. “E sono solo alcuni esempi di un sistema che inizia un po’ ovunque a scricchiolare”, ha commentato il presidente della Fiaso, Giovanni Monchiero.
Il gruppo San Raffaele annuncia la chiusura, al partire dal 30 dicembre, di tutte le sue 13 strutture sanitarie del Lazio. Lo ha comunicato in una nota il presidente di San Raffaele Spa, Carlo Trivelli, spiegando che l’incontro presso il prefetto di Roma, con il commissario Enrico Bondi e alcuni suoi funzionari – al quale hanno partecipato anche i prefetti di Viterbo e Frosinone – ha avuto “esito negativo”.
Il commissario, infatti, “è apparso poco e male informato rispetto a tutte le questioni sulle quali, nell’incontro di due settimane fa, aveva garantito che avrebbe assunto tutte le necessarie informazioni per risolvere la gravissima situazione finanziaria che ha costretto il Gruppo a decidere la chiusura già delle strutture di Cassino, Viterbo, Montecompatri e Rocca di Papa, nonché della sede amministrativa”.
Tutto ciò “non è avvenuto – si legge in una nota – e dall’incontro di oggi è arrivata solo l’assurda richiesta di procrastinare, a data indefinita, ogni decisione. Ma la società non ha, come già più volte detto, risorse sufficienti a garantire l’assistenza. Di conseguenza il 30 dicembre cesseranno le attività anche dei presidi di Irccs San Raffaele Pisana, San Raffaele Portuense, San Raffaele Flaminia, San Raffaele Trevignano, San Raffaele Sabaudia, San Raffaele Termini, Metamedica, MR3000, San Raffaele Tuscolana”.
L’annuncio della chiusura delle 13 strutture del Gruppo San Raffaele Spa nel Lazio si tradurrà, a partire dal 30 dicembre, in oltre 2.000 pazienti da ricollocare, insieme a 2.074 dipendenti più l’indotto. Il gruppo chiedeva da tempo di ‘sbloccare’ 260 milioni di euro di arretrati, ma la ‘fumata nera’ al termine dell’incontro dal prefetto di Roma, con il commissario Enrico Bondi e alcuni suoi funzionari, ha portato alla decisione di oggi di ‘staccare la spina’.
Un centinaio fra dipendenti del San Raffaele di Rocca di Papa e familiari dei piccoli pazienti in cura nella struttura sta manifestando davanti alla sede della Provincia di Roma, bloccando il traffico in via IV novembre e nelle zone intorno a piazza Venezia. Armati di fischietti e trombette, i manifestanti hanno portato anche alcuni bambini, che non possono più essere seguiti nella clinica di cui il Gruppo San Raffaele ha annunciato la chiusura.
La protesta non era prevista e ci sono stati momenti di tensione davanti a Palazzo Valentini fra i carabinieri e i dipendenti del San Raffaele. “Uno dei lavoratori in una colluttazione con i carabinieri è caduto ed ha battuto la testa – riferisce all’Adnkronos Salute Alessandro Calicchia, della Cisl di Rocca di Papa – subito dopo ha avuto una crisi di dispnea ed è stato trasportato via, con urgenza, dall’ambulanza; anche altri sono stati medicati”.
“Abbiamo ricevuto le lettere di licenziamento – spiega Calicchia – e non prendiamo più gli stipendi da settembre. La Regione non dà più i soldi e l’azienda non è più disposta ad anticiparli: siamo stanchi della politica e dei ragionieri messi a risanare i conti della Regione”.
“Ci sono rimaste solo le lacrime e le bollette da pagare”, urlano i manifestanti, scandendo “buffoni, buffoni”. “Non abbiamo più la possibilità di curare i nostri figli – racconta una mamma in lacrime – eppure paghiamo le tasse. Sono disposta a farmi arrestare, non ho più niente da perdere. E la prossima volta porterò in piazza anche i miei bambini”.