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Kosovo, quando una voce diventa una bandiera. Rita, la rapper ventenne che fa brillare un popolo

Kosovo, quando una voce diventa una bandiera. Rita, la rapper ventenne che fa brillare un popolo


 L’identità di una nazione di può costruire attorno a molti miti, storie, memorie collettive tragiche o gloriose. Ma nel paese piú giovane d’Europa, succede che anche il rap diventi uno strumento per creare il senso di cittadinanza e il legame tra cittadini e stato. Certamente la notorietà di discussi acclamati eroi (seppur processati come criminali di guerra) viene molto più facilmente enfatizzata dai media locali e stranieri, ma la figura minuta di questa rapper ventenne, che ha ormai raggiunto una fama globale può inspirare la forza necessaria per un genuino innalzamento del morale.  La storia di Rita (Sahatçiu) Ora inizia a Pristina il 26 Novembre del 1990. Come molti suoi coetanei nello stesso anno migra con la sua famiglia in Inghilterra dove cresce e frequenta la scuola. La carriera artistica inizia con l’ adolescenza, quando a quattordici anni debutta come attrice nel film Spivs e cinque anni dopo come cantante qualificandosi alle audizioni dell’Eurovision Song Contest (pur senza partecipare all’evento[1]). Solo nel 2008 arriva ad affermarsi pubblicando come singolo il brano Where’s your love di Craig David e poi nel 2009 quando il rapper e produttore musicale Jay-Z la nota e la fa apparire nei video di Young Forever (dello stesso Jay-Z) e in Over di Drake. Messa sotto contratto dall’etichetta discografica Roc Nation, Rita acquisisce la propria autonomia in un mondo tendenzialmente maschilista come quello del rap, e utilizza la sua fama per realizzare un progetto rivolto a promuovere l’ immagine del suo paese d’ origine attraverso la musica. Nell’ ottobre del 2012, Rita arriva a Pristina, letteralmente acclamata “a furor di popolo”, per girare il video di Shine Ya Light: quasi un inno nazionale che inspira orgoglio per la propria appartenenza “we gold, we gold, we shine”  (noi siamo oro, noi brilliamo) esaltando la forza dei legami non solo tra la Rita “star made in Kosovo” e i nuovi cittadini, ma anche tra cittadini stessi al di là della dimensione fisica e delle distanze geografiche (la diaspora kosovara rappresenta una delle piú numerose, tanto che comunemente si dice che vivano piú Kosovari al di fuori dei confini del paese che al suo interno). Rita canta che essere kosovaro significa possedere una luce che brilla e va fatta brillare instancabilmente fino ad incendiare il mondo nella ricerca del riconoscimento finale (quello del Kosovo come uno stato indipendente) e fino a quando il desiderio non si sará completamente esaurito: “And we don’t give up till we run out of desire/We see the finish and we never get tired/ We are the winners cause we hold the world title/ We started slow, but we beat you in the final”. Ed il video (link: http://www.dailymotion.com/video/xunap9_rita-ora-shine-ya-light-official video_music#.UM2WfoWa1e4), girato interamente nella capitale, riesce a trasmettere attraverso il potere delle immagini lo stesso senso di comunanza e appartenenza tra cittadini. Rita porta la bandiera blu a stelle gialle al collo come un foulard, dissacrando quella retorica nazionalistica che spesso tende a fondarsi sui sentimenti collettivi legati alla guerra, alle divisioni e al rancore. E per chi avesse la curiositá di vedere come appare la cittá in questo momento storico, il video offre una panoramica piuttosto completa dei luoghi simbolo e della sua urbanizzazione roboante. Magari Rita e la sua canzone possono apparire cosa banale o poco rilevante, considerando il Kosovo come un paese in transizione dopo essere stato un cruento teatro guerra, seriamente minato dalla corruzione, crimine organizzato e dalle mafie. Eppure il potere che possono avere le giovani stars a livello locale e globale spesso sfugge a qualsiasi misurazione, e sicuramente non danneggia nessuno.

 


[1] Nel 2012, un altra cantante Kosovara Rona Nishliu ha partecipato alla stessa competizione a Baku.