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Cori razzisti, indagine della procura: denunciato il primo tifoso. Il presidente del Pro Patria: Tribuna d’onore aperta ai tifosi di colore

“Grazie a tutti per il supporto e la comprensione. Per me significano molto”. Lo ha scritto il giocatore del Milan Kevin Prince Boateng su ‘Twitter’ il giorno dopo quanto avvenuto a Busto Arsizio nell’amichevole tra Milan e Pro Patria con i cori razzisti nei confronti dei giocatori di colore del Milan.
Intanto la società lombarda conferma l’invito ai tifosi di colore in tribuna d’onore, per inviare un segnale significativo dopo l’episodio di ieri. La Pro Patria, inoltre, con ogni probabilità si costituirà parte civile con il Comune nel procedimento che verrà avviato dalla procura di Busto Arsizio. Per ora le indagini della procura hanno portato ad individuare e a denunciare il primo tifoso che si è reso protagonista dei cori.
Nello spogliatoio, tra i giocatori circola l’idea di scendere in campo con il volto dipinto di nero nella prossima partita.
Durante l’amichevole Pro Patria-Milan, definitivamente interrotta a causa del ritiro dal campo dei rossoneri, una minoranza di tifosi della Pro Patria ha infatti rivolto ai giocatori di colore del Milan insulti razzisti. La squadra di Allegri, per dare un segnale forte, ha così deciso di non tornare sul terreno di gioco.
Per il sindaco di Busto Arsizio, Gianluigi Farioli, “senza alcuna ipocrisia, ma con la fermezza di chi sa di amministrare una città matura e civile, posso dire che la festa a cui la città e Pro Patria si erano preparate da tempo e a cui hanno partecipato molte famiglie e bambini è stata rovinata da un’insostenibile e ingiustificabile sparuta minoranza di deficienti che Pro Patria mi assicura non essere tifosi della squadra”.
Tuttavia, secondo il primo cittadino, “non può passare sotto silenzio che il 99% dei tifosi e delle famiglie si è alzato applaudendo al gesto dei giocatori che uscivano e isolando la minoranza” da cui sono partiti gli insulti.
“Pur essendo evidente che la gerarchia delle responsabilità è chiarissima, in questo mondo ognuno deve saper svolgere il suo ruolo con professionalita’ – precisa Farioli – La reazione spropositata, anche se umanamente comprensibile di Boateng, che ha lanciato un pallone a 200 km orari contro la curva dove c’erano anche molti bambini, è una reazione comprensibile ma non giustificabile per un professionista”. Per il sindaco è comunque mancata una “gestione della situazione“:
“L’arbitro – conclude – avrebbe dovuto chiamare i capitani ai primi segnali e far fare una comunicazione avvertendo del rischio di sospendere la partita”.
Intanto sul proprio sito internet, il Milan scrive: ”I ‘buu’ razzisti piccoli piccoli di oggi non potevano rimanere impuniti. A condannarli la vergogna che si deve saper provare quando, a causa di pochi, si sottrae a molti un sereno pomeriggio di sport”.
“E’ vergognoso che accadano ancora certe cose” ha commentato in un tweet proprio Boateng che, al 26′ del primo tempo, si è tolto la maglia lasciando il campo dopo i cori razzisti indirizzati a lui e ad altri suoi compagni.
“Non si può tollerare un situazione di questo tipo, era solo una partita amichevole”, ha detto il capitano del Milan Massimo Ambrosini . “Continuare con un clima del genere era impossibile – ha precisato – serviva un segnale”. Il capitano rossonero ha però poi assicurato che il Milan tornerà a giocare a Busto Arsizio per rispetto di quei tifosi presenti in tribuna che con i cori razzisti non hanno nulla a che vedere.
L’allenatore Massimiliano Allegri ha spiegato: “Siamo dispiaciuti e amareggiati per quello che è successo, però credo che il Milan abbia fatto la scelta giusta a non rientrare più in campo per rispetto verso tutti i giocatori e tutti quelli di colore diverso che ci sono nel mondo del calcio e in generale”.
“Bisogna smetterla con questi gesti incivili, credo che l’Italia debba migliorarsi sotto questo punto di vista e debba diventare un Paese più civile, più educato e un pochino più intelligente”, ha sottolineato Allegri. E ha continuato: “Ci dispiace per i giocatori della Pro Patria e la società stessa per quanto successo ma non potevamo prendere una decisione diversa, anche per dare un segnale che spero abbia un seguito se dovesse succedere anche durante i campionati, dalle serie minori fino alla serie A. Speriamo che questi eventi incivili non succedano più”.
Per il presidente della Federcalcio Giancarlo Abete “qualsiasi sanzione e qualsiasi provvedimento non potranno cancellare lo sdegno per un episodio inqualificabile e intollerabile del quale, peraltro, la Federazione ha già investito la Procura federale per accertare le responsabilità e collaborare con le Forze dell’Ordine al fine di individuare e punire i comportamenti razzisti di sedicenti tifosi che hanno rovinato a Busto Arsizio una partita amichevole che voleva essere una festa del calcio onorata da una delle società più prestigiose al mondo”.
“Insieme alla piena solidarietà per i calciatori vittime dei cori razzisti e per il Milan – ha proseguito Abete – che si è rifiutato di portare a termine la partita, decisione condivisa sia dall’arbitro – che aveva già sospeso due volte il gioco – sia dai responsabili dell’Ordine pubblico, bisogna reagire con forza e senza omertà per isolare alcuni delinquenti che hanno trasformato una gara amichevole in un’indegna gazzarra che offende tutto il calcio italiano. La vicenda di oggi conferma ancora una volta la necessità di non abbassare la guardia”.