• Home »
  • Lifestyle »
  • Las Vegas, il futuro non può attendere. Ecco la tecnologia che cambierà abitudini e lavoro

Las Vegas, il futuro non può attendere. Ecco la tecnologia che cambierà abitudini e lavoro

Las Vegas, il futuro non può attendere. Ecco la tecnologia che cambierà abitudini e lavoro

 (di Antonia Laterza) Centosettantaduemila metri quadri, oltre 20.000 prodotti comprendenti almeno 15 categorie diverse, più di 100.000 rappresentanti del campo e 3.000 compagnie. Questi sono solo alcuni dei numeri dell’ultimo CES (Consumer Electronic Show), fiera degli oggetti di consumo elettronico, conclusosi 3 giorni fa a Las Vegas, il più grande convegno del suo genere al mondo.
Nessuna vera e propria rivoluzione come accadde con il VCR (video cassette recorder) presentato all’edizione CES del ’70 o con l’HD tv nel ’98 ma il CES 2013 non ha certo deluso in termini di novità e trend-setting.
Nella main hall, dove spiccavano giganti come Sony, Nikon, Panasonic e Samsung, era possibile inforcare degli occhiali ed assistere insieme a decine di altri visitatori allo spettacolo di un enorme schermo 3D, ‘larger than life’, composto da 122 pannelli di 140 cm l’uno, con tecnologia OLED (organic light-emitting diode) che gli permette di fare a meno di una fonte di luce esterna, guadagnando così in sottigliezza. Lo schermo è inoltre dotato della tecnologia energy saving propria della LG che, secondo la compagnia, farebbe risparmiare oltre il 30% dell’energia. A vedere le galassie o le lettere dello spot della LG che sparate verso lo spettatore, si disintegrano a ‘qualche centimetro dal proprio naso’, ci si sente un po’ come il pubblico dei primi film dei fratelli Lumiere.
(guarda il video)

Dunque, anche se la tecnologia 3D non mancava, quest’anno non era al centro dell’attenzione forse perchè la sua espressione più spettacolare (lo schermo LG di cui sopra) non si può considerare un prodotto di mercato, spropositato anche per la casa più favolosa di qualche celebrity. La novità sembrava invece essere la tecnologia 4K che promette una risoluzione 4 volte migliore di quella HD. I televisori 4K OLED, sia la Sony che la Panasonic ne avevano uno in mostra, sono ultrasottili, ultraluminosi, hanno un altissimo contrasto e una veloce risposta video immagine.
La Sony aveva anche un incredibile schermo 3D per videogiochi che, indossato un paio di occhiali appositi ciascuno (davvero poco ingombranti e non imbarazzanti come molti altri disribuiti in giro per la fiera) permette, per la prima volta, a due amici di giocare contemporaneamente, senza dover dividere lo schermo in due ma letteralemente condividendo l’intero schermo, giocando a due giochi diversi. L’aspetto sociale del gioco dunque non viene sacrificato ma neppure la grandezza e la qualità dello schermo.
La Sony poi aveva uno stand dedicato a degli occhiali 3D, simili ad una fascia, che indossati assieme a delle cuffie ricreavano un effetto dolby surround + 3D personale e molto intimo, in effetti un po’ come immergersi da soli in un modo alternativo.

La Samsung invece ha prodotto notevole stupore con il suo schermo flessibile Youm che essendo sottile come un foglio di plastica si può piegare in su e giù senza rompersi mentre continua indisturbato a mostrare video e immagini.
(guarda il video)
Oltre agli schermi ultrapiatti c’era anche un interessante proiettore della BenQ che elimina la fastidiosa lontananza tra pannello e macchina e proietta direttamente da 1-2 metri di distanza immagini di 2.5 mt, volendo anche in 3D.
Per quanto riguarda i telefoni saranno sempre più smart, sottili, touch, interconnessi a tablet, pc e tv, ma anche ricaribili con luce solare o addirittura con della semplice acqua minerale come mostra il sistema PowerTrekk, in vendita a 220 dollari.
(guarda il video)
E non mancano stand dove prendere a martellate il proprio smartphone dopo averlo ricoperto con una leggerissima patina protettiva o dove versarci sopra dell’acqua o magari lo starbucks appena preso dopo un’interminabile fila al piano superiore, senza che gli accada assolutamente nulla.

Le applications per smartphones sono di sicuro fra i maggiori protagonisti di quest’anno. A sentire Gay Shapiro, CEO di CEA (Consumer Electronic Association), organizzazione che possiede e dirige la mostra, il CES sarebbe addirittura la più grande vetrina per apps al mondo. Da quelle che assecondando a pieno la nostra pigrizia ci permettono di controllare quasi ogni dispositivo elettronico, come frigorifero, lavastoviglie ma anche lampade e televisori, a quelle che monitorano la salute, come il sensore indossabile Metria che, una volta applicato sullo stomaco, agisce per 7 giorni misurando battito cardiaco, respirazione, idratazione della pelle e le ore di sonno e manda tutti i dati accumulati via Bluetooth al telefono o al tablet personale. Al momento é in vendita per 30-40 dollari.
Un altro esempio é la compagnia californiana iHealth che prendendo un campione di sangue tramite una piccola puntura, connette l’ago elettronico allo smarthphone e tramite un’ application restituisce in breve tempo dati sulla glicerina. O ancora arrotolando la fascia di uno sfigmomanometro rigorosamente Bluetooth permette di misurare, visualizzare e conservare i dati sulla propria pressione arteriosa comodamente su una app del telefono.

Ma parlando di salute non si intende solo quella umana: FlowerPower della Parrot consiste in un sensore inserito nel terreno dentro al vaso delle piante di casa, sia ‘indoor’ che ‘outdoor’ che misura l’umidità, la luce solare, la temperatura e il livello di fertilizzanti e trasferisce le informazioni via Bluetooth ad un’application sul nostro telefono, promettendo di renderci dei veri ‘eco-geek’.
Apparte le application, anche qualche vero e proprio elettrodomestico per la casa del futuro. Vere delizie per le casalinghe moderne come i robottini di Ecovacs: Winbot, una scatolina che si arrampica sui vetri di casa e silenziosamente li tira a lucido o Famibot che pulisce il pavimento, aggirando ostacoli e pericoli e nel frattempo purifica l’aria e se non fosse abbastanza la fa anche risuonare della nostra sinfonia di Bach preferita mentre, a vedere lo spot, noi restiamo
comodamente seduti in poltrona a leggere.
(guarda il video)
Anche il design vuole la sua parte e su questo fronte sono tantissime le cuffie audio presentate al CES 2013. Dalla Wesc (We are the conspiracy company) svedese, il cui CEO girava allegramente nello stand preoccupandosi di far provare a tutti gli ultimi modelli, più belli che innovativi bisogna dire, alle cuffie wireless e touch della Zik, per cui basta accarezzare la cuffia verso sinistra o destra per cambiare traccia, dare un colpetto con il dito per fermare o far riprendere la musica e muovere il dito verso il basso o l’alto per aggiustare il volume. Proprio come un iPhone o un iPad.

Rimanendo in tema musicale era interessante il PDJ, Dj portatile, della JD Sound con due touch screen e una miriade di comandi ed effetti, il tutto in 280 grammi, con batteria da 12 ore, nella lunghezza di più o meno due smartphone e promosso per l’appunto come portatile: in viaggio, per strada, ad un party, nei nightclub e -su questo forse qualcuno avrebbe da ridire- a scuola…

Non sono mancate le innovazioni su 4 ruote, come la Lexus Advanced Active Safety Research Vehicle della giapponese Toyota, presentata come ‘autopilotata’ e che si pone perfino un obiettivo etico per l’umanità: quello di ridurre una delle maggiori cause mortali al mondo, gli incidenti stradali. Tre tecnologie combinate permettono alla macchina di schivare ostacoli e riconoscere i semafori e addirittura di ‘vedere’ più lontano dell’occhio umano e addirittura dietro le curve. Tuttavia dalla Toyota tengono a far sapere che per l’appunto non é ancora una macchina ‘driverless’, ovvero pronta a fare a meno di un comandante. La tecnologia infatti é talmente avanzata da richiedere ancora molti studi e perfino nuove leggi che ne regolino l’uso.


Una macchina invece già in circolazione é la Model S di Nvidia la quale all’interno contiene uno schermo touch di ben 43 cm con 3G integrato in cui sono presenti quasi tutti i comandi normali di un veicolo e in cui si può accedere a Google Maps per avere indicazioni stradali e nel frattempo scaricare musica e controllare l’energia che si sta consumando. In piú una telecamera ad alta definizione installata sul retro ci permette di ammirare il paesaggio appena sorpassato o magari controllare se ci sta inseguendo qualcuno e ovviamente non manca la tecnologia Bluetooth per fare chiamate dal proprio telefono connesso allo schermo, senza bisogno di mani.
(guarda il video)

 

 Infine, tra i gadget che più stimolano l’immaginazione ma risultano per ora più di ‘sfizio’ che di vera
utilità spicca uno strumento chiamato PuzzleBox Orbit: il primo dispositivo conosciuto che permette di controllare il movimento di un oggetto con il pensiero. PuzzleBox é anche un progetto open source che volendo dà accesso a una guida per entrare nel programma e ‘hackerarlo’. Consiste in un apparato simile a delle cuffie da indossare sul capo, un piccolo elicottero e un application per iPad o iPhone che tramite Bluetooth testa i livelli delle funzioni cerebrali: meditazione, concentrazione e la qualità del segnale ricevuto.
Le onde del cervello vengono lette e tradotte in comandi che fanno muovere e volare l’elicottero. Una volta ‘deconcentratisi’, l’aggeggio perde spinta e ricade al suolo. Non sarà indispensabile ma é già sul mercato per $180 dollari.
Nonostante la crisi globale dunque, a Las Vegas si continua a sognare ed innovare perchè qui, come dice Gay Shapiro (CEO di Consumer Electronic Association che dirige la mostra), il motto é ‘Innovate or die’ (Innova o muori) e la creatività é vista come l’unico motore possibile per uscire dalla crisi. I numeri sembrano dare ragione al senso di ottimismo che si respira al CES 2013: secondo una ricerca della CEA e della GfK Digital World, si prevede che dopo essere scese dell’1% nell’anno appena conclusosi, nel 2013 le vendite in questo campo cresceranno del 4%, per toccare $1.106 trillioni di dollari, trainate da mercati emergenti quali Indonesia, Filippine, Brasile, Russia e Cina.
E l’Italia? Stavo per darmi per vinta quando intravedo un logo che recita ‘Creativo’ o qualcosa di simile e presenta prodotti con nomi tipicamente italiani. Mentre speranzosa, mi avvicino, il personale dello stand si rivela tuttavia essere di orgine asiatica il che già non promette bene. Ma la sorpresa é doppia quando apprendo che la compagnia é nientemeno che californiana. Di italiano al CES é rimasto lo stile e il brand, che oltretutto non é nemmeno portato dai chi vi risiede. Di ‘veri’ italiani, per ora, non vi é traccia: né fra gli espositori né fra i compratori o i visitatori…