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Processo Unipol, Berlusconi ottiene lo slittamento della sentenza a dopo le elezioni

I giudici della quarta sezione penale del tribunale di Milano hanno accolto la richiesta dell’avvocato difensore di Silvio Berlusconi, di rinviare la sentenza che lo vede imputato assieme al fratello Paolo, nella vicenda delle intercettazioni nel caso di Bnl-Unipol, rinviando la sentenza a dopo le elezioni, sospendendo quindi l’attuale procedimento sino al 7 marzo prossimo.
Nella sua requisitoria, il legale dell’ex premier, Massimo Montesano, ha chiesto “l’assoluzione per Silvio Berlusconi senza se e senza ma”. Riferendosi poi alle intercettazioni pubblicate da ‘Il Giornale’ tra il segretario del Ds Piero Fassino e l’allora presidente di Unipol, Giovanni Consorte (con la famosa frase ‘abbiamo una banca‘, ndr), ha sottolineato: ”ammesso che Berlusconi l’abbia ascoltata, poteva non essere a conoscenza della secretezza dell’intercettazione”. A proposito poi di Fabrizio Favata che avrebbe fornito al quotidiano milanese l’intercettazione, ”ritengo che possa essere considerato una persona non credibile”. Secondo il legale Favata millantava rapporti personali con la famiglia Berlusconi ”ma in realta’ non ha mai fatto nulla, non ha mai avuto capacita’ imprenditoriali, anche se si considerava un abile venditore”.
Favata quindi, secondo il legale, dopo questa vicenda non avrebbe perso nulla ”non come Roberto Raffaelli (titolare della società che si occupava delle intercettazioni, ndr), che ha invece perso il lavoro e la società”.
Anche il difensore di Paolo Berlusconi, l’avvocato Federico Cecconi, ha chiesto l’assoluzione del suo assistito, per il quale il pm ha chiesto una condanna a 3 anni e 3 mesi. In merito all’intercettazione tra l’allora segretario del Ds Piero Fassino e il presidente di Unipol, Giovanni Consorte, secondo l’accusa, questa avrebbe danneggiato il partito. Per il difensore Cecconi, invece, l’articolo sulle intercettazioni non avrebbe influenzato le elezioni che erano imminenti, tant’e’ che il centrosinistra le ha vinte, anche se con una maggioranza inferiore alle aspettative.