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Algeria, assaltato l’impianto petrolifero: liberati 100 stranieri. I leader occidentali Polemici sul blitz di ieri: Non siamo stati avvertiti

Sono circa 100 gli ostaggi stranieri liberati dei 132 catturati dai jihadisti nell’attacco al sito di In Amenas, nel sudest dell‘Algeria. Lo riferisce l’agenzia di stampa ufficiale algerina Aps. Gli ostaggi sono stati liberati dalle forze di sicurezza algerine che hanno lanciato una nuova operazione contro i jihadisti. Il corrispondente in Algeria del giornale L’Express, Anis Allik, dà notizia di forti esplosioni nella zona dell’impianto per la produzione di gas.
Mokhtar Belmokhtar, leader della Brigata Mulathamin e fondatore del gruppo ‘Coloro che firmano con il sangue’, che ha rivendicato il sequestro dei lavoratori algerini e stranieri nell’impianto di gas di In Amenas, si è detto disposto a liberare gli ostaggi americani nel sito in cambio della scarcerazione dello sheikh egiziano Omar Abdel Rahman e della pakistana Aafia Siddiqui, detenuti nelle carceri statunitensi con accuse legate al terrorismo. Lo riferisce all’agenzia di notizie mauritana ‘Ani’ una fonte della brigata.
La famiglia di Omar Abdel Rahman, religioso egiziano detenuto negli Usa dove sconta l’ergastolo per attività terroristiche, è ”contraria” allo scambio . Lo afferma in un’intervista il figlio dello sheikh, Assad Abdel Rahman, che fa ”appello a Barack Obama affinché intervenga per la scarcerazione” dell”’anziano” padre ”per motivi umanitari”.
”Siamo contrari al sequestro dei lavoratori in Algeria – dice il figlio dello sheikh – e allo stesso tempo non accettiamo il fatto che mio padre sia rinchiuso in carcere”. Il figlio del religioso egiziano ricorda quindi come la sua famiglia sia impegnata da tempo per ottenere la liberazione di Omar Abdel Rahman, 74 anni, ”cieco e paralizzato”. ”Siamo sempre ricorsi a mezzi pacifici per chiedere il rilascio di mio padre”, dice Assad.
Intanto, sale a 18 il bilancio non ufficiale dei militanti islamici uccisi dalle forze speciali algerine nel sito per la produzione di gas di In Amenas. Lo sostiene la radio algerina di Stato, che cita una fonte anonima “ufficiale”.
Il presidente Barack Obama riceve “continui aggiornamenti” sulla situazione degli ostaggi in Algeria dai responsabili della Sicurezza nazionale e la Casa Bianca è in “costante contatto con il governo algerino” al quale ha espresso “chiaramente” che per gli Stati Uniti “la priorità è la sicurezza e la salvezza degli ostaggi”. Lo ha riferito il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, Tommy Vietor.
Il primo ministro britannico David Cameron, che ha aggiornato i deputati sugli ultimi sviluppi della situazione, ha dichiarato: “La notte scorsa il numero di cittadini britannici a rischio era meno di 30. Per fortuna sappiamo ora che questo numero si è significativamente ridotto”. Cameron ha poi espresso “disgusto e condanna” per l’attacco “brutale e selvaggio” degli islamisti, riferisce la Bbc.
Cameron ha incontrato i deputati dopo aver presieduto un incontro del Cobra, il comitato per le emergenze del governo britannico. L’attacco all’impianto algerino per l’estrazione del gas è stato “ampio, ben coordinato e pesantemente armato” e appariva pianificato in anticipo, ha affermato.