• Home »
  • Evidenza »
  • Processo Ruby, accolto il legittimo impedimento. Il processo slitta all’11 febbraio. La Boccassini era contraria

Processo Ruby, accolto il legittimo impedimento. Il processo slitta all’11 febbraio. La Boccassini era contraria

Il collegio di Milano presieduto da Giulia Turri ha accolto il legittimo impedimento avanzato dai legali dell’ex premier Silvio Berlusconi imputato nel processo Ruby per concussione e prostituzione minorile. Una richiesta fatta dalla difesa in nome degli impegni del Cavaliere, visto che questi sono ”momenti essenziali della campagna elettorale”. Contraria al legittimo impedimento il sostituto procuratore Ilda Boccassini.
Secondo i giudici l’intervista televisiva di Berlusconi di questa mattina a Roma ”rientra nella campagna elettorale”. Un impegno televisivo che, visti i criteri della par condicio vigenti in campagna elettorale, rende secondo la Corte ”impossibile il recupero in altri spazi televisivi e pertanto merita accoglimento”.
Secondo i giudici, dunque, per Berlusconi era impossibile una diversa programmazione stamane e dunque la richiesta dei legali va accolta. Essendo a Roma, inoltre, per l’ex premier sarebbe impossibile arrivare a breve a Milano e partecipare dunque al processo. Pur sottolineando che i suoi impegni pomeridiani a Trieste non sono assimilabili ad un legittimo impedimento perche’ manca il ”carattere di assolutezza”, i giudici hanno stabilito che il processo riprenderà il prossimo lunedì 11 febbraio.
In quella udienza sarà ascoltata il pm Annamaria Fiorillo del Tribunale dei minori che si occupò di Ruby quando fu fermata e portata in Questura la notte tra il 27 e il 28 maggio 2010.
La questione del legittimo impedimento è stata sul tavolo del Comitato di presidenza del Consiglio superiore della magistratura, riunitosi oggi in seduta straordinaria. Frutto della riunione l’auspicio di una ”condotta che, nel rispetto della legge e delle norme processuali, aiuti la celebrazione sia dei processi sia della consultazione elettorale in condizioni di massima serenità”, per evitare che ”l’apice della campagna elettorale” comporti il ”rischio di strumentalizzazione di ogni evento, anche giudiziario, in cui siano coinvolti protagonisti della vita politica”.