• Home »
  • Evidenza »
  • Bersani a Monti: Prontissimi a collaborare con lui. Il premier: Sì se facciamo le riforme

Bersani a Monti: Prontissimi a collaborare con lui. Il premier: Sì se facciamo le riforme

Bersani a Monti: Prontissimi a collaborare con lui. Il premier: Sì se facciamo le riforme

Monti ha costruito una sua forza politica, è nella competizione. Ci sono schermaglie elettorali, ma io ho sempre detto che sono prontissimo a una collaborazione con tutte le forze che sono contrarie al leghismo, al berlusconismo, al populismo. Con tutte queste forze e, certamente, anche con il professor Monti”. Lo ha detto Pierluigi Bersani, nel corso di un incontro a Berlino trasmesso su YoudemTv.
Dichiarazioni a cui risponde subito Monti. “Apprezzo ogni apertura e ogni disponibilità e anche questa frase che Bersani ha detto dalla Germania, dove, mi pare, la politica fatta in quest’ultimo anno con l’aiuto del Parlamento, è stata apprezzata”. “Io – ha assicurato – sarò disponibile ad alleanze con tutti e solo coloro che saranno seriamente impegnati sul piano delle riforme strutturali“.
Riforme che non spaventano Bersani. “Faremo le riforme – dice -. Quando ci è capitato di governare io ho fatto le riforme, non ho avuto paura”. “Noi abbiamo bisogno di più riforme di quelle che siamo riusciti a fare in quest’anno, che era condizionato dalla destra. Non siamo riusciti a fare una legge elettorale buona e una legge seria sulla corruzione. Se tocca a me, la prima legge che faccio è una legge molto forte sulla corruzione”.
Per il leader del Pd “crescita e occupazione non sono un lusso da rinviare a domani”, sono indispensabili “investimenti e crescita su scala continentale, concordati con i vertici europei” e non evitare di “spendere risorse fresche immediatamente disponibIli per eccesso di vincoli del patto stabilità”. Bersani ha messo in guardia: “Non è una questione italiana, anche se la recessione dell’Italia riverbera i suoi effetti su tutti i mercati”. “L’Italia non ha approfittato degli enormi vantaggi venuti dall’introduzione dell’euro, ha sprecato anni senza fare le riforme necessarie e si è trovata vulnerabile all’arrivo della tempesta, e sapete chi guidava il governo italiano allora”, ha detto. “Dopo quella fase di populismo che ha scherzato col fuoco dell’antieuropeismo, che ha bruciato in parte la credibilità del Paese, il mio partito, già impegnato con Prodi al tempo del traguardo della moneta unica, è stato decisivo nella tregua politica dell’ultimo anno e nel percorso del risanamento faticoso e indispensabile”, ha aggiunto il leader del Pd. “Il momento peggiore della crisi è sicuramente passato, ma non sono sicuro che siamo al riparo da crisi future”, ha sottolineato.
“Sommando Berlusconi e la Lega“, ha detto Bersani, la destra è “attorno al 24%”. “La destra esiste in tutto il mondo, una posizione che dice no alle tasse, no agli immigrati, no allo Stato c’è in tutto il mondo. in altre parti del mondo questa destra è temperata e moderata da una radice liberale. In Italia no -ha detto il leader del Pd-. C’e’ una destra che ha queste parole d’ordine, ma che non ha dentro storicamente un concetto liberalmoderato”. Commentando le parole di Silvio Berlusconi su Mussolini, Bersani ha spiegato: “Non credo che abbia guadagnato nei sondaggi, l’Italia è antifascista anche se naturalmente non manca una percentuali di nostalgici”.
Bersani si è rivolto alla Germania nel suo discorso al German council of foreign relations di Berlino. “Lavorando assieme ancora più strettamente ci daremo un futuro più sicuro” ha detto il leader del Pd che, tra l’altro, ha proposto che Roma e Berlino impegnino in contemporanea i rispettivi Parlamenti in delle “assise sul futuro dell’Europa”, perché “la predisposizione di Italia e Germania verso una genuina sfera politica europea sarebbe una spinta per gli altri”. Il candidato premier del centrosinistra ha spiegato: “Noi auspichiamo che la Germania voglia assumere la responsabilità di leadership politica, che voglia andare ancora più avanti del suo formidabile accordo con la Francia, che sappia riconoscere che il suo succeso nel mercato globale sarebbe più sicuro se il continente avesse un mercato più dinamico, propulsivo, meno squilibrato. Il nostro Paese e il mio partito confermano la consolidata tradizione di amicizia che fa della Germania il primo partner culturale, economico, politico. Noi siamo interessati a spingere verso l’integrazione”. Bersani ha anche ricordato gli anni da governatore dell’Emilia Romagna, “la regione più integrata con la Germania sul piano produttivo e industriale”.