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Bnl-Unipol, Berlusconi condannato a 1 anno. Per Ruby chiede il legittimo impedimento

Bnl-Unipol, Berlusconi condannato a 1 anno. Per Ruby chiede il legittimo impedimento

Silvio Berlusconi è stato condannato a un anno di carcere. Il collegio della quarta sezione penale presieduto da Oscar Magi ha accolto la richiesta del pm Fabrizio Romanelli e condannato l’ex premier per concorso in rivelazione del segreto d’ufficio per il passaggio di mano dell’intercettazione tra Piero Fassino e Giovanni Consorte nella tentata scalata di Unipol a Bnl. I giudici hanno anche condannato Paolo Berlusconi a 2 anni e 3 mesi (l’accusa aveva chiesto 3 anni e 3 mesi) per concorso in rivelazione di segreto d’ufficio. L’editore del ‘Il Giornale’ è stato invece assolto dell’accusa di ricettazione e, come chiesto dall’accusa dal reato di millantato credito. Le motivazioni saranno rese note entro 90 giorni.

Al centro dell’inchiesta la diffusione della telefonata tra Piero Fassino e Giovanni Consorte all’epoca della mancata scalata di Unipol alla Bnl. Un’intercettazione (con la famosa frase ’Abbiamo una banca’) pubblicata da ‘Il Giornale’, di cui Paolo Berlusconi è editore, il 31 dicembre 2005.  Per l’accusa il Cavaliere avrebbe ascoltato il nastro, nella sua villa di Arcore, la vigilia di Natale. Presenti il fratello Paolo e due imprenditori, Roberto Raffaelli e Fabrizio Favata. Sono loro a portare in dono a Berlusconi la telefonata, estratta dai pc della Procura di Milano quando non era ancora depositati agli atti. “Non ho mai ascoltato conversazioni del genere” altrimenti “me lo ricorderei”, le parole di Berlusconi, pronunciate il 7 febbraio 2012, al gup Maria Grazia Domanico. Una versione che non ha convinto né l’accusa né i giudici. Con quella pubblicazione su ‘Il Giornale’ di una “conversazione particolarmente significativa” coperta da segreto istruttorio “viene danneggiata una persona di sicuro: Piero Fassino, parlamentare e uomo dell’opposizione”. Fassino è l’allora segretario Ds e “le elezioni sono dietro l’angolo”. Per l’esponente del Pd i giudici hanno stabilito un risarcimento di 80 mila euro, più 10 mila euro di spese legali, contro un milione chiesto dal legale della parte civile. Carlo Federico Grosso, legale della parte civile di Fassino, commenta così la decisione dei giudici di Milano: “Rispettiamo la decisione, rispettiamo la cifra, si trattava di un problema di principio, anche rispetto alla richiesta di archiviazione della Procura, e il principio è stato salvato”.

Silvio Berlusconi  reagisce  con una serie di dichiarazioni infuocate contro i pm. Il primo a parlare e’ il legale Piero Longo: ”E’ una sentenza di condanna veramente sorprendente, non c’erano e non ci sono prove a carico del presidente Berlusconi”. Da via dell’Umilta’ si fa sentire il portavoce nazionale del partito Daniele Capezzone, che denuncia il ”fuoco giudiziario mediatico e politico durissimo e concentrico”. I colonnelli azzurri non hanno dubbi: ”Colpisce la tempistica delle indagini, il nostro leader e’ oggetto di una nuova aggressione dopo aver raggiunto un risultato elettorale straordinario”.