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Papa Francesco, messa di inaugurazione in Vaticano: Non abbiate paura della tenerezza

Papa Francesco, messa di inaugurazione in Vaticano: Non abbiate paura della tenerezza

Non bisogna “avere timore della bontà e della tenerezza”, “non dimentichiamo mai che il vero potere è il servizio e che anche il Papa per esercitare il potere deve entrare sempre più in quel servizio che ha il suo vertice luminoso sulla croce”. E ancora: custodiamoci gli uni gli altri accogliendo “con affetto e tenerezza l’intera umanità, specie i più poveri, i più deboli, i più piccoli”.
E’ questo il messaggio centrale di Papa Francesco, lanciato durante l’omelia della sua messa di intronizzazione celebrata oggi in San Pietro davanti a circa 200mila persone.
“Ringrazio il Signore di poter celebrare questa Santa Messa e l’inizio del ministero petrino nella solennità di San Giuseppe sposo della Vergine Maria e patrono della Chiesa universale: è una coincidenza molto ricca di significato”, ha esordito il Pontefice dando inizio alla messa sul sagrato della Basilica vaticana dopo aver ricevuto il Pallio e l’anello del Pescatore, simboli del ministero petrino, dal cardinale protodiacono Jean louis Tauran e dal cardinal decano Angelo Sodano.
“Non dimentichiamo mai che il vero potere è il servizio e che anche il Papa per esercitare il potere deve entrare sempre più in quel servizio che ha il suo vertice luminoso sulla croce”. Papa Francesco, celebrando la sua Messa di inizio pontificato in piazza San Pietro, ricorda che oggi “insieme con la festa di San Giuseppe celebriamo l’inizio del ministero del nuovo vescovo di Roma, successore di Pietro, che comporta anche un potere. Certo – riflette il Papa -, Gesù Cristo ha dato un potere a Pietro, ma di quale potere si tratta? Alla triplice domanda di Gesù a Pietro sull’amore, segue il triplice invito: pasci i miei agnelli, pasci le mie pecorelle. Non dimentichiamo mai che il vero potere è il servizio”.
Quanto al ministero petrino, il Pontefice ricorda che “deve guardare al servizio umile, concreto, ricco di fede, di San Giuseppe e come lui aprire le braccia per custodire il popolo di Dio e accogliere con affetto e tenerezza l’intera umanità, specie i più poveri, i più deboli, i più piccoli, quelli che Matteo descrive nel giudizio finale sulla carità: chi ha fame, sete, è straniero, nudo, malato, in carcere. Solo chi serve con amore sa custodire”.
Papa Bergoglio avverte: “Per ‘custodire’ dobbiamo anche avere cura di noi stessi. Ricordiamo che l’odio, l’invidia, la superbia sporcano la vita”. Da qui l’invito del Pontefice a non “avere paura della bontà, anzi neanche della tenerezza”. Il Papa invita “a vivere con sincerità le amicizie, che sono un reciproco custodirne nella confidenza, nel rispetto, nel bene. In fondo, tutto è affidato alla custodia dell’uomo, ed è una responsabilità che ci riguarda tutti. Siate custodi dei doni di Dio”. Perché “quando l’uomo viene meno a questa responsabilità, quando non ci prendiamo cura del Creato e dei fratelli allora trova spazio al distruzione e il cuore inaridisce. In ogni epoca della storia purtroppo ci sono degli ‘Erode’ che tramano disegni di morte, distruggono e deturpano il volto dell’uomo e della donna”.
Quindi le parole rivolte ai leader internazionali presenti: “Vorrei chiedere, per favore, a tutti coloro che occupano ruoli di responsabilità in ambito economico, politico o sociale, a tutti gli uomini e le donne di buona volontà: siamo ‘custodi’, della creazione, del disegno di Dio iscritto nella natura, custode dell’altro, dell’ambiente; non lasciamo che segni di distruzione e di morte accompagnino il cammino di questo nostro mondo”.
Nell’omelia per la Messa della sua intronizzazione, Papa Francesco ha rivolto il suo primo pensiero al Papa emerito. Oggi, dice Papa Bergoglio, “è anche l’onomastico del mio venerato predecessore: gli siamo vicini con la preghiera, piena di affetto e riconoscenza”. Da Castel Gandolfo il Papa emerito segue ogni momento della Messa di intronizzazione di Papa Bergoglio.
Nel corso della Messa, Papa Francesco ha abbracciato il Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I, al momento dello scambio del segno di pace.
Infine, un lungo applauso ha accolto la benedizione finale di Papa Francesco. Dopo il raccoglimento e la preghiera, a piazza San Pietro tornano ora a sventolare bandiere di tutto il mondo mentre dalla gente si leva l’ovazione al Pontefice. “Viva il Papa, viva Francesco”, scandiscono molti fedeli.
All’invito “Ite, Missa Est” che segna la fine della celebrazione, un caloroso applauso da parte dei fedeli sale dalla piazza San Pietro fino al sagrato petrino della basilica vaticana, accompagnato dalle grida “viva il Papa”, mentre suonano a festa le campane della basilica di San Pietro.
Terminata la Messa, Papa Francesco ha salutato le autorità e i rappresentanti della Chiesa. Dopo l’incontro con la presidente dell’Argentina, Cristina Fernandez de Kirchner, all’Altare della Confessione nella Basilica di San Pietro, il Pontefice si è soffermato per un saluto con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano con la moglie Clio e a seguire con il premier Mario Monti e la moglie Elsa. Al fianco del Pontefice, nel saluto con i Capi delle delegazioni ufficiali, il Segretario di Stato vaticano Cardinale Tarcisio Bertone. Papa Francesco si è intrattenuto per qualche minuto a parlare con Napolitano e Monti.
Papa Francesco ha poi salutato la delegazione dell’Unione europea: il presidente della Commissione, Jose Manuel Barroso, il presidente del Consiglio, Herman Van Rompuy, ed il presidente dell’Europarlamento Martin Schulz.
Il Santo Padre ha poi salutato il presidente del governo spagnolo, Mariano Rajoy, i principi di Spagna Felipe e Letizia, la cancelliera tedesca, Angela Merkel, che prima lo ha salutato da sola e poi gli ha presentato il marito, ed il primo ministro albanese, Sali Berisha.
La cerimonia ha avuto un prologo ‘fuori programma’ con Papa Bergoglio che ha voluto salutare, con un collegamento telefonico da Roma, i circa 40mila fedeli riuniti nella cattedrale metropolitana di Buenos Aires in occasione della sua messa inaugurale. Una folla immensa ha invaso pacificamente la cattedrale e la plaza de Mayo, dove si affaccia la grande chiesa, in attesa di seguire in diretta la messa su grandi schermi, malgrado Buenos Aires sia indietro di quattro ore rispetto a Roma. “So che state pregando, grazie per le preghiere. Vi chiedo un favore, camminiamo insieme, occupiamoci gli uni degli altri”, ha aggiunto il Papa, secondo quanto riferiscono i media argentini.
Poi la prima volta di Francesco in papamobile. Il Santo Padre, in piedi e vestito di bianco sulla jeep papale scoperta, accompagnato dal suono dell’organo, ha salutato con semplici gesti la folla di fedeli giunta dalle prime ore del mattino a riempire la piazza. Francesco è passato sorridente lungo lo stretto percorso protetto dalle transenne, tra uno sventolio di bandiere del Vaticano, e di ogni parte del mondo, tra le quali prevalgono i vessilli bianco-azzurri con il sole giallo della sua Argentina.
E ancora una volta il Papa argentino ha rotto il protocollo. Durante il giro il Pontefice è voluto scendere dalla papamobile e ha salutato con una carezza un malato. Il Papa ha voluto anche salutare con una carezza alcuni bambini in braccio ai genitori.
Il Pontefice è quindi sceso con i patriarchi delle Chiese orientali al Sepolcro di San Pietro. Qui ha sostato per una breve preghiera, incensando il Tropheum apostolico. Risalendo in basilica, Papa Francesco si è poi unito alla processione dei cardinali concelebranti che – preceduta dai diaconi che portano il Pallio pastorale, l’anello del Pescatore (il Papa non ha voluto l’anello d’oro ma d’argento dorato) e l’Evangeliario – ha raggiunto l’altare sul sagrato della basilica al canto delle ‘Laudes regiae’.