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Putin una ciambella per Cipro. La Chiesa mette a disposizione soldi e proprietà. Si avvicina il default

Putin una ciambella per Cipro. La Chiesa mette a disposizione soldi e proprietà. Si avvicina il default

Banche ancora chiuse all’indomani della bocciatura da parte del Parlamento dell’introduzione di un prelievo forzoso sui depositi bancari come condizione per dare il via a un piano dell’Eurogruppo, resosi necessario per salvare le banche dell’isola rimaste scottate dalla crisi greca. Un primo incontro – di mattina presto – non ha portato però risultati. L’obiettivo del Paese mediterraneo è allungare la scadenza del prestito di cinque anni e ridiscutere al ribasso il tasso fissato al 4,5%. Le banche resteranno chiuse fino a martedi’.

Fino ad ora, la Chiesa cipriota è stata la prima a dare la sua piena disponibilità a contribuire: l’arcivescovo ortodosso ha annunciato che metterà a disposizione del Paese tutto il denaro della Chiesa e dei monasteri. LaCommissione Ue, invece, ha precisato che ora spetta a Nicosia trovare una soluzione alternativa al prelievo forzoso per raccogliere 5,8 miliardi. Da parte di Bruxelles è stata espressa forte contrarietà ai prelievi sotto 100mila euro: la misura è stata indicata dalle autorità cipriote stesse e non da quelle comunitarie. A Nicosia si sta cercando di trovare un “piano B” dopo la bocciatura di ieriLa Banca centrale di Cipro si prepara intanto al peggio: se non si trovasse un accordo entro domani rilascerebbe misure straordinarie per frenare la fuga di depositi. Allo studio c’è anche una bad-bank, o l’emissione di debito garantito dai futuri guadagni dello sfruttamento delle risorse energetiche; nel frattempo di certo c’è che le banche resteranno chiuse anche domani, forse fino a martedì.

Tra il presidente russo Vladimir Putin e il suo omologo cipriota Nicos Anastasiades c’era già stata una telefonata dopo la bocciatura del Parlamento al prelievo. D’altra parte gli interessi sono forti, perché Cipro è stata una delle prime nazioni ad accogliere denaro russo dopo il collasso dell’Unione Sovietica. Quasi metà del denaro depositato nelle casseforti delle banche cipriote dovrebbe essere russo, anche se le stime variano. Quello che è certo è che dei circa 68 miliardi depositati (al gennaio scorso), circa 20 erano in mano a soggetti esteri e bisogna poi considerare le società registrate a Cipro ma di capitali esteri.