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Snowden rivela: “La Nsa spiava dal 2009 anche Cina ed Honk Kong” ” Temo per la mia sicurezza e quella della mia famiglia”

La National Security Agency spia le reti informatiche, con vere e proprie azioni di hackeraggio, della Cina e di Hong Kong dal 2009. Sono queste le nuove rivelazioni di Edward Snowden che questa volta parla al South China Morning Post, il più antico quotidiano in lingua inglese dell’ex colonia britannica dove si è rifugiato l’ex informatico della Cia che sta rivelando i segreti dei programmi di controllo della Nsa.

“Noi compivamo azioni di hackeraggio sulle strutture portanti dei network che ci davano accesso alle comunicazioni di centinaia di migliaia di computer senza dover entrare in ogni singola macchina”, ha spiegato Snowden che ha ha mostrato al Post dei documenti che il giornale definisce “non verificati”. Secondo Snowden vi sono state oltre 61mila operazioni di hackeraggio da parte della Nsa in tutto il mondo, con centinaia di obiettivi in Cina ed Hong Kong. ”La scorsa settimana il governo americano operava felicemente nell’ombra senza il rispetto del consenso dei suoi governativi, ma ora non più – ha poi aggiunto - ad ogni livello la società sta chiedendo trasparenza e controllo”. Snowden ha poi aggiunto di aver voluto rendere pubbliche queste informazioni per dimostrare “l’ipocrisia del governo americano quando sostiene che non prende di mira infrastrutture civili, a differenza dei suoi avversari”. Secondo i documenti mostrati gli hacker federali avrebbero preso di mira reti delle università cinesi, dei pubblici ufficiali, uomini d’affari e studenti.

“Non mi sentirò mai al sicuro”, ha detto Snowden, sottolineando di non aver contattato la sua famiglia e di temere per la loro sicurezza e per la sua. “Le cose sono molto difficili per me in tutti gli aspetti, ma dire la verità contro il potere non è mai una cosa priva di rischi – ha aggiunto – è difficile, ma sono felice di vedere l’opinione pubblica globale protestare contro queste violazioni sistematiche della privacy”. Riferendosi ancora alla sua situazione, Snowden, che aggiunto, che “si affida unicamente alla mia preparazione e alla speranza che i governi del mondo si rifiuteranno di subire il bullismo degli Usache vuole far perseguire persone che chiedono rifugio politico”. Riguardo poi alle voci riguardo all’offerta di asilo da parte della Russia ha risposto: “il mio unico commento è che sono felice che vi siano governi che si rifiutano di farsi intimidire da una super potenza”. ”Non sono né un traditore, né un eroe, sono un americano”, ha detto Snowden, che si è anche difeso da chi lo ha accusato di essersi nascosto nell’ex colonia britannica. “La gente che crede che io abbia fatto un errore nello scegliere Hong Kong ha male interpretato le mie intenzioni – ha detto – non sono qui per nascondermi dalla giustizia, sono qui per denunciare un crimine”. Il generale Keith Alexander, capo dell’agenzia, definita “l’orecchio” dell’intelligence americana, finita sotto accusa dopo le rivelazioni di Snowden, ha rivendicato, testimoniando oggi al Senato, che i controlli sui tabulati telefonici hanno permesso di sventare “decine” di attentati terroristici.

Alexander ha ricordato come l’attività della Nsa sia autorizzata dal Patriot Act, promettendo che entro la prossima settimana verranno resi pubblici i casi in cui il controllo dei tabulati telefonici ha permesso di sventare complotti terroristici. “Non ho questi dati oggi – ha detto rispondendo ad una domanda di un senatore che chiedeva l’esatto numero degli attentati sventati – ma è nostra intenzione dare questi dati la prossima settimana”. Intanto per sabato prossimo è stata indetta una manifestazione a sostegno di Snowden, con il sito www.supportsnowden.org. “E’ un uomo coraggioso, le autorità non possono usare la scusa dell’anti-terrorismo per invadere la privacy delle persone” ha dichiarato al Washington Ppost Yang Kuang, noto attivista di Hong Kong esprimendo l’auspicio che “sempre più persone si schierino contro queste pratiche”.