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F-35, sospesa la decisione dell’acquisto. Stop di 6 mesi per un’indagine conoscitiva dei costi. Il via libera solo dal Parlamento

Non tramonta, alla Camera, l’ipotesi di arrivare a una mozione unitaria della maggioranza sugli F35. Nonostante il Pd abbia approvato stamattina un suo testo e nonostante il fatto che il Pdl abbia in sostanza messo a punto una sua mozione pronta per essere presentata.

Le trattative, però, tra i gruppi di maggioranza vanno avanti e per questo il voto alla Camera sulla mozione di Sel e M5s che chiede la sospensione del programma degli F35 potrebbe slittare, proprio per assecondare la ricerca di un punto di equilibrio. Il nodo resta quello degli impegni già sottoscritti dal nostro Paese e, quindi, della sospensione delle acquisizioni degli F35. Il Pd lo ha previsto nella sua mozione, sia pure con toni sfumati. Per il Pdl non si può fare. Però ci sono anche punti che uniscono le parti, come la necessità di dare un segnale al Paese in questa fase difficile e il principio (tra l’altro già fissato per legge) di ‘parlamentarizzare’ le politiche di Difesa. Restano alcune sfumature sull’indagine conoscitiva (esplicitamente prevista nella mozione del Pd) sugli strumenti di Difesa: il Pdl non è concettualmente contrario ma ritiene debba essere di carattere ampio e non limitata alla sola questione degli F35. ”La Camera – si legge nel testo del Pd approvato dal gruppo dei democratici della Camera con 4 contrari e 6 astenuti – impegna il governo a non procedere a nessuna fase di acquisizione degli F35 senza che il Parlamento si sia espresso nel merito ai sensi della legge 244/12″. Il testo approvato dal gruppo del Pd prevede, tra l’altro, una indagine parlamentare della durata di sei mesi sulle scelte della difesa legate alle reali necessità dell’Italia durante la quale non si potranno firmare contratti. Il gruppo ha anche dato indicazione di votare no alla mozione di Sel e M5S che chiede la sospensione del programma degli F35.

Intanto si registra il chiarimento tra Mario Mauro e Graziano Delrio. I due ministri ieri, a distanza, avevano ‘duellato’ sull’impegno dell’Italia nel programma Joint strike fighter. Oggi, a margine del Cdm, i titolari di Difesa e Affari regionali hanno sgomberato il campo dalle polemica. Delrio, in particolare, avrebbe spiegato a Mauro di essere stato male interpretato ieri in alcune sue dichiarazioni. A quanto si apprende, però, del tema non si sarebbe parlato in via specifica in Cdm