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Conti correnti, consumatori contro Bankitalia: “Il costo aumentato del 318% altro che diminuito”

Adusbef e Federconsumatori contestano l’analisi della Banca d’Italia suicosti dei conti correnti, secondo cui la spesa sarebbe in calo nel 2012 attestandosi a 101 euro, mettendo sul tavolo altri numeri. Il costo medio, secondo le associazioni dei consumatori, viaggerebbe sui 320 euro l’anno, ”il 318% in più di quanto sbandierato da Bankitalia”. Accuse che la banca centrale rispedisce al mittente. In via Nazionale si fa notare infatti che l’indagine si basa sui costi effettivi sostenuti dai correntisti in base agli estratti conto del 2012. E che il campione utilizzato è significativo per ampiezza, tipologie prese in considerazione e aree socio-demografiche.

In sostanza, si tratta di dati reali, che evidenziano un trend di riduzione dei costi, e non di dati presunti, quelli utilizzati dalle associazioni dei consumatori utilizzando l’Isc, l’Indicatore sintetico di costo fornito dalle stesse banche, che non considera agevolazioni o clausole particolari che possono modificare il costo effettivo verso il basso o verso l’alto. Intanto, una nuova rilevazione di Bankitalia sui costi dei conti correnti e’ attesa entro luglio.

Per verificare, e poi contestare, l’analisi di Bankitalia, riportata dal direttore centrale per la Vigilanza, Carmelo Barbagallo in audizione al Consiglio nazionale dei consumatori e degli utenti il 20 giugno 2013, Adusbef ha raccolto i dati delle 10 maggiori banche (Unicredit, Intesa San Paolo; Bnl; Mps; Banca Popolare; Carige; Popolare di Milano; Banca Sella; Popolare di Vicenza; Credem), che detengono l’85% del mercato.

Invece dei 101 euro di costi rivelati da Bankitalia, 4,8 euro in meno rispetto al 2011, il monitoraggio sulle 10 principali banche, attesta che il costo medio di gestione di un conto corrente con ‘profilo a bassa operatività’, varia dai 238,35 euro della BNL ai 337,18 di Unicredit; dai 273,20 di Intesa San Paolo,ai 438,70 della Banca Popolare di Vicenza, con una media ponderata ISC pari a 320,5 euro, il 318% in più di quanto sbandierato da Bankitalia”, scrivono i consumatori. ”Pagare una bolletta costa fino a 4 euro (BNL), per un bonifico 5 euro (Popolare Vicenza), saldare la rata Imu arriva a costare 10 euro (MPS), saldare una rata di fitto 5 euro (Unicredit), sconfinare sul conto costa il 20% al Banco Popolare; gli interessi sulle somme depositate sono pari allo 0,010 BNL, Unicredit, Intesa San Paolo; Popolare di Vicenza, l’istruttoria veloce costa 50 euro alla Carige ed Unicredit; 40 euro alla Popolare di Milano,30 euro al Banco Popolare”, continuano Federconsumatori e Adusbef.

”Riepilogando: l’ISC delle 10 banche va da un massimo di 438,70 euro della Banca Popolare di Vicenza, in assoluto la più costosa delle 10 banche monitorate, ad un minimo di 238,35 euro di BNL, passando per i 400,10 di Banco Popolare, i 365,80 di Carige, i 337,18 di Unicredit, i 309,67 di Credem, i 291,30 del MPS, i 273,20 di IntesaSanpaolo”, continuano i consumatori.

”Prelievi Bancomat da sportello di altra banca: in media è applicato un costo di 2 euro. La spesa massima è imposta da Banca Popolare di Vicenza con 2,20 euro; la minima da Banca Sella con 1,81 euro. Unicredit non impone spese se non ha agenzie nel comune dove si effettua il prelievo -scrivono Federconsumatori ed Adusbef-. Per i bonifici Italia con addebito in conto, il costo medio per bonifici presso altra banca, si aggira attorno ai 4,60 euro. La più costosa risulta essere Unicredit con 5,25 euro per bonifici, seguita da Banca Popolare di Milano e da Banca Polare di Vicenza (con 5 euro. La più economica risulta essere Banca Sella con 3,50 euro. Per bonifici presso stessa banca la più economica risulta essere il Credem con 2,37 euro.I tassi (lordi) di remunerazione dei depositi sono praticamente azzerati: 0,01 per cento per 9 banche tranne Banca Sella che offre lo 0,00%”.

Adusbef e Federconsumatori chiedono a Bankitalia ”maggiore serietà nel diffondere indagini confezionate ad uso e misura della banche vigilate, che in presenza di tale protezione, non attivano alcuna forma di concorrenza, continuando così a saccheggiare le tasche di famiglie ed imprese strozzate”.