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Francesco lancia un altro tweet: “Non e’ da cristiani non conoscere il proprio vicino”

Francesco lancia un altro tweet: “Non e’ da cristiani non conoscere il proprio vicino”

Non è un atteggiamento da cristiani viverere, ignorando i dirimpettai. Lo scrive papa Francesco nel nuovo tweet: “A volte si può vivere senza conoscere i vicini di casa: questo non è vivere da cristiani”.

Nel corso della messa, celebrata a Santa Marta, di cui rende conto Radio Vaticana, il pontefice ha chiesto di non abbandonarsi alla presunzione di “essere e diventare gli unici giudici del mondo”. “Nel mistero della Croce – ha affermato il Papa – troviamo la storia dell’uomo e la storia di Dio, sintetizzate dai Padri della Chiesa nella comparazione tra l’albero della conoscenza del bene e del male, nel Paradiso, e l’albero della Croce”. Quell’albero, osserva il Pontefice, “aveva fatto tanto male e questo albero ci porta alla salvezza, alla salute. Perdona quel male. Questo è il percorso della storia dell’uomo: un cammino per trovare Gesù Cristo Redentore, che dà la sua vita per amore. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo fosse salvato per mezzo di Lui. Questo albero della Croce ci salva, tutti noi, dalle conseguenze di quell’altro albero, dove è incominciato l’autosufficienza, l’orgoglio, la superbia di voler conoscere – noi – tutto, secondo la nostra mentalità, secondo i nostri criteri, anche secondo quella presunzione di essere e di diventare gli unici giudici del mondo. Questa è la storia dell’uomo: da un albero all’altro”.

Nella Croce, ha ricordato ancora papa Francesco, “c’è anche la storia di Dio perché possiamo dire che Dio ha una storia. Lui ha voluto assumere la nostra storia e camminare con noi”. Un percorso che, come ha osservato Bergoglio, Dio fa “per amore! Non c’è altra spiegazione: soltanto l’amore fa queste cose. Oggi guardiamo la Croce, storia dell’uomo e storia di Dio. Guardiamo questa Croce, dove si può saggiare quel miele di aloe, quel miele amaro, quella dolcezza amara del sacrificio di Gesù. Ma questo mistero è tanto grande e noi da soli non possiamo guardare bene questo mistero, non tanto per capire – sì, capire? -, ma sentire profondamente la salvezza di questo mistero. Prima di tutto il mistero della Croce. Soltanto si può capire un pochino in ginocchio, nella preghiera, ma anche tramite le lacrime: sono le lacrime quelle che ci avvicinano a questo mistero”. ”Senza piangere, piangere nel cuore – ha avvertito il Papa – non si potrà mai capire questo mistero”. E’ il pianto del pentito, il pianto del fratello e della sorella che guardano tante miserie umane” e le guardano in Gesù, ma in ginocchio e piangendo e mai soli, mai soli!”.