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La Cgil batte un colpo, Camusso a Letta: “Taglio delle tasse per lavoratori e pensionati o torneremo sul piede di guerra”

La Cgil batte un colpo, Camusso a Letta: “Taglio delle tasse per lavoratori e pensionati o torneremo sul piede di guerra”

Se la legge di stabilità non scioglierà il nodo di un equa redistribuzione del reddito e non determinerà un taglio delle tasse per lavoratori dipendenti e pensionati i sindacati torneranno sul piede di guerra. A profilare l’avvio di una nuova stagione di mobilitazione è il leader della Cgil,Susanna Camusso, parlando al termine del direttivo della confederazione di Corso Italia.

“Se la legge di stabilità non scioglierà il nodo sulle tasse di lavoratori dipendenti e pensionati non si potrà che procedere con una mobilitazione con Cisl e Uil”, ha spiegato puntando il dito contro il dibattito che si profila all’orizzonte sulla finanziaria 2014 e sul silenzio del governo sulla convocazione delle parti sociali. ”La discussione che c’è non ci convince, per usare un eufemismo, perché ripropone uno schema di galleggiamento senza che emerga il vero profilo di questo Paese e le reali necessità dei cittadini. Non si aggredisce inoltre quello che per noi è il nodo fondamentale: una ingiusta redistribuzione del reddito per la quale serve, invece, una forte riduzione delle tasse sul lavoro dipendente e i pensionati”, ha aggiunto ribadendo come sul tema della redistribuzione del reddito “si giocherà il nostro giudizio sull’esecutivo”.

Non solo: “C’è già un grande ritardo nel convocare le parti e nell’avviare la discussione”, sottolinea sollecitando l’apertura di un confronto. E il taglio delle tasse sarà, per la Cgil, il “punto dirimente”, ha detto ancora Camusso convinta che “se ci fosse la volontà politica ci sarebbero anche le condizioni per fare una legge di stabilità in questa maniera”. Una finanziaria che non porrebbe alcun problema quanto al rispetto dei vincoli europei e che si porrebbe “dentro agli schemi Ue”.

Redistribuzione e riduzione delle tasse, dunque, potrebbero essere per la Cgil le vere “parole d’ordine” della prossima legge di stabilità. Ma non solo. Per il sindacato, come ha spiegato ancora Camusso, servirebbe anche una “politica industriale di qualità” senza quel pacchetto di privatizzazioni che si profila all’orizzonte. ”Alle privatizzazioni diciamo un gigantesco ‘no’ a carattere cubitale perché se ne parla troppo ipotizzando gli spezzatini più incredibili e inutili”, ha commentato ancora il segretario generale della Cgil che ha rinviato al mittente anche i possibili nuovi tagli lineari alla spesa pubblica. “Bisogna distinguere tra tagli dei beni e dei servizi, che non sono la stessa cosa” ha aggiunto guardando a una possibile riorganizzazione della pubblica amministrazione che però non ripeta lo schema degli anni scorsi.

Poi, commentando le parole del ministro dell’Economia , Camusso ha dichiarato: ”Quello di Saccomanni sui conti e sulla verità agli italiani mi pare un buon proposito anche se presuppone che fino ad ora non sia stata detta. Ma insieme alla verità bisognerebbe anche dire che i conti peggiorano”. ”Lo schema fino ad ora applicato dal governo ripete quello della finanziaria 2011 con politiche che non hanno portato a nessun risanamento ma che hanno peggiorato la condizione della metà degli italiani”, ha proseguito ironizzando sull’alternanza di notizie allarmanti e di quelle confortanti. “Bisognerebbe comunque decidersi: non si può stare dieci giorni vicino alla ripresa ed altri dieci ad un passo dal baratro. Non si può proporre un modello che oscilli tra ripresa e baratro, che passi dal ciel rosa al nero senza capire cosa sia successo nel mezzo” ha aggiunto ”O la legge di stabilità cambia passo o siamo destinati a declinare. Serve ripartire dal lavoro”, ha proseguito Camusso prendendo nuovamente le distanze dal dibattito Iva-Imu: “Nessun meccanismo che ragioni di Iva e di Imu potrà mai raggiungere l’obiettivo che si avrebbe con una redistribuzione del reddito”.

Preoccupazione è stata espressa in mattinata anche dal presidente di Confindustria Giorgio Squinzi . “Noi siamo preoccupatissimi, non preoccupati – ha ammesso -, per la stabilità del governo perché riteniamo che questo sia l’unico governo possibile in questo momento, le cose da fare sono tantissime e sarebbe meglio concentrarci sui problemi dell’economia reale”. A chi gli domandava se l’esecutivo a suo avviso possa essere a rischio, Squinzi ha risposto che “questo è difficile dirlo”. La questione Iva è all’ordine del giorno ma per Squinzi “non è la cosa prioritaria”. “Noi da tempo stiamo chiedendo ad alta voce e con tutta la nostra forza – ha ricordato – il pagamento dei debiti alla pubblica amministrazione e un intervento deciso sul cuneo fiscale. Abbiamo detto già da qualche giorno che questo dibattito, prima su Ici e Imu adesso sull’Iva, purtroppo ci sembra un dibattito da campagna elettorale, non un dibattito per far ripartire il Paese”.

“L’intervento sul cuneo fiscale – ha affermato il leader degli industriali – dal nostro punto di vista, è il banco di prova per le buone intenzioni di questo governo”. Quanto alle dichiarazioni rilasciate daSaccomanni, Squinzi ha ricordato di conoscere il ministro “da tempo”. “Ho una grande stima di lui – ha aggiunto il numero uno degli industriali – è un tecnico, una persona concreta che prende in mano i numeri”.