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Allarme del Fondo monetario: “Una crisi in Italia avrebbe ricadute pesanti in Europa e resto del mondo”

Allarme del Fondo monetario: “Una crisi in Italia avrebbe ricadute pesanti in Europa e resto del mondo”

Per il Fondo Monetario Internazionale (Fmi), l’Italia è ben più di un osservato speciale. Perché un peggioramento della crisi economica del Belpaese avrebbe ricadute “marcate” in Europa e nel resto del mondo. “Dato il suo ruolo centrale negli scambi globali e nel sistema finanziario – afferma con toni allarmati l’organismo internazionale , un significativo shock potrebbe generare effetti regionali e globali maggiori di quanto suggerito dall’esposizione diretta”.

Ed ecco, in sintesi, nel servizio riportato da Repubblica.it, il giudizio espresso dai commissari del Fondo monetario internazionale al termine della loro missione in Italia, dove gli esperti hanno passato in rassegna i dati di bilancio e la situazione economica del Paese, dove pesa soprattutto la mancanza di lavoro e di crescita.  L’economia italiana, evidenziano, è stata in recessione per quasi due anni, sulla scia di “un drastico calo della domanda interna”, che riflette aspre condizioni del credito, aggiustamenti fiscali e un calo della fiducia. “Una modesta ripresa è attesa a partire alla fine del 2013, sostenuta dalle esportazioni nette”. 

Il lavoro. In Italia il tasso di disoccupazione “è ai massimi del dopoguerra, al 12%, con la disoccupazione giovanile vicina al 40%”. E’ quanto si legge nel rapporto articolo IV del Fondo monetario internazionale, redatto al termine della missione in Italia. Guardando ai numeri, il tasso di disoccupazionedovrebbe crescere dal 10,7% dell’anno scorso al 12,5% nel 2013 e attestarsi al 12,4% l’anno prossimo. Il documento precisa che “l’economia sta mostrando segnali di stabilizzazione, ma la disoccupazione è ancora alta e i trend rimangono bassi”. Il Fondo ha accolto con favore il pacchetto di misure a favore della crescita e del mercato del lavoro, ma ha sottolineato che “servono ulteriori riforme per dare slancio alla produttività e aumentare il tasso di occupazione, soprattutto tra giovani e donne”. Questo andrebbe fatto anche semplificando i contratti e riducendo le tasse sul lavoro.

Deficit e debito.  Il deficit di bilancio nominale dell’Italia è calato al 3% del Pil nel 2012, sulla scia di considerevoli aggiustamenti fiscali, consentendo al Paese di uscire dalla procedura per deficit eccessivo dell’Unione europea, e “secondo le previsioni resterà vicino a quei livelli nel 2013″. In termini strutturali, il bilancio complessivo dovrebbe essere vicino allo zero quest’anno. Il debito “continua a crescere e, secondo le previsioni supererà il 130% del Pil nel 2013″. Guardando ai numeri, il deficit, dopo essersi attestato al 2,9% del Pil nel 2012, salirà al 3,2% quest’anno, per calare al 2,1% nel 2014. Il debito invece, dal 127% del Pil dell’anno scorso, salirà al 132,3% quest’anno e al 133,1% il prossimo. Il Fondo
monetario internazionale ha comunque accolto con favore i passi compiuti dal governo italiano “per assicurare la sostenibilità fiscale e applicare le riforme strutturali” nonostante un contesto di crescita “difficile”. In questo contesto, è necessario “mantenere il ritmo delle riforme per sostenere una ripresa robusta”, riforme che dovrebbero essere complementari di passi compiuti a livello di Eurozona. Secondo l’istituto di Washington gli obiettivi fiscali sono “appropriati”.

Competitività e Giustizia inadeguata. In assenza di ulteriori riforme strutturali, la crescita di medio termine “resterà bassa”, anche a causa di “una produttività stagnante, di un difficile contesto aziendale e di un settore pubblico indebitato”. Secono il Fmi, “l’inefficienza del sistema giudiziario è collegata agli alti costi sostenuti dalle aziende, al ribasso degli investimenti diretti stranieri e alle piccole dimensioni di società e mercati di capitale”. Una produttività debole, fa notare l’istituto di Washington, “ha anche contribuito ad ampliare gradualmente il divario sulla competitività”.

Banche. Gli istituti di credito italiani in uno scenario particolarmente negativo dell’economia del Paese potrebbero avere un fabbisogno di capitale di 6 miliardi al 2015 per rispettare i requisiti patrimoniali minimi previsti da Basilea 3. Questa la valutazione del Fondo monetario nel rapporto sulla stabilità finanziaria. Il rapporto osserva che il sistema bancario ha retto bene alla crisi finanziaria globale ma è stato “fortemente colpito” dalla crisi del debito sovrano. Nonostante un’economia debole, “i risultati degli stress test suggeriscono che il sistema bancario italiano nel suo complesso è in grado di resistere alle perdite nell’ambito di uno scenario macroeconomico avverso”.

Il pericolo Monte Paschi. Il piano di ristrutturazione del Monte dei Paschi è un potenziale pericolo per tutto il sistema bancario del Paese data la stazza dell’istituto senese. “L’attuazione dell’ambizioso piano di ristrutturazione è critica per la banca stessa e il sistema nel suo complesso”. I problemi della banca scrivono gli ispettori del fondo derivano dalla governance e dal fallimento del vecchio management.