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Natale ai tempi della crisi, le tredicesime vanno al fisco. Solo il 5% per regali, dal cenone al cenino

Natale ai tempi della crisi, le tredicesime vanno al fisco. Solo il 5% per regali, dal cenone al cenino

Tredicesime piu’ leggere sotto l’albero di Natale. Quest’anno, infatti,saranno in calo di 300 milioni di euro ‘mangiate’ dagli aumenti iniziati a gennaio 2013 con le tariffe autostradali, benzina, bolli, tasse, tarsu, ed Imu riciclate nella Trise, ed altri ordinari balzelli. A suonare il campanello d’allarme sono Adusbef e Federconsumatori. Quest’anno, rilevano le due associazioni dei consumatori, le tredicesime ammontano a 34,2 miliardi di euro (-0,3 mld, con un decremento dello 0,9% rispetto al 2012): 9,8 mld ai pensionati (-1%); 9,1 mld ai lavoratori pubblici (-1,1%); 15,3 mld (-0,6%) ai dipendenti privati (agricoltura, industria e terziario). Per i cittadini italiani, sottolineano Adusbef e Federconsumatori, sarà un Natale durissimo. A fine anno, oltre alla busta paga più pesante, arrivano infatti anche le consuete scadenze fiscali, quali tasse, bolli, rate e canoni, che durante il mese di dicembre i contribuenti sono chiamati a versare. Con il risultato di ridurre del 90,9% l’agognata gratifica natalizia. Nel rincorrersi dei pagamenti da effettuare entro il 31 dicembre, dei 34,2 mld di euro di tredicesime che verranno pagate quest’anno, soltanto il 9,1%, ossia 3,1 miliardi di euro, per la prima volta meno di un decimo del monte tredicesime, resterà realmente nelle tasche di lavoratori e pensionati.

I consumi per i regali di Natale, sostengono le due assocazioni dei consumatori, quest’anno sono destinati a calare del -11,2% perché almeno 3 famiglie su quattro taglieranno le spese per l’incerta situazione economica. A ‘bruciare’ un’ ampia fetta delle tredicesime bollette, utenze, ratei e prestiti per un valore di 12,4 mld (ben il 36,3% del totale). La Rc Auto, rilevano Adusbef e Federconsumatori, ”che continua a salassare le tasche degli automobilisti con rincari ingiustificati pari al 7% a fronte di una riduzione dei sinistri, mangerà 5,9 mld di euro, il 17,3% delle tredicesime, mentre 4,9 mld di euro, serviranno per pagare le rate dei mutui”.

Ma non solo: 4,1 mld di euro (il 12%) se ne andranno per pagare le tasse di auto e moto, mentre 2 mld (6,4 %) spariranno per il canone Rai che sarà incrementato nonostante un deterioramento della qualità del servizio pubblico. La tredicesima per la maggior parte delle famiglie è già stata pesantemente ipotecata non solo per pagare tasse, ratei e bollette delle utenze domestiche (Enel, Telecom, Gas…), ma un ulteriore 12,6%, pari a 4,3 mld di euro, servirà per pagare i prestiti contratti con banche, finanziarie, parenti, amici e/o conoscenti per sopravvivere, dato che stipendi, salari e pensioni non bastano più per far quadrare i bilanci famigliari.

Per scopi più piacevoli, quindi, osservano, restano 3,1 mld di euro, il 9,1% del monte tredicesime, che potranno essere utilizzati per cenone, regali, qualche viaggio, qualcosa da mettere da parte per future esigenze: ”Una miseria, che non servirà a rilanciare i consumi, né ad alleviare le preoccupazioni di famiglie sempre più impoverite da rincari speculativi che si profilano in tutti i settori con la sciagurata tassa sui poveri denominata Iva al 22% e da un futuro incerto, nonostante un tasso di fiducia, costruito a tavolino, che non aiuterà i consumatori, soprattutto i giovani che protestano per il futuro ipotecato, ad essere più sereni e fiduciosi”. Pertanto Adusbef e Federconsumatori, invitano il governo ad un ravvedimento operoso, ”ripristinando l’Iva al 21%, la ‘tassa sui poveri’ che colpisce indistintamente tutti i consumatori, gravando in particolare sulle più basse fasce di reddito aggravando così la recessione con un aumento dell’inflazione ed un calo dei consumi, varando un urgente contestuale decreto per una tassa sui patrimoni oltre 1,5 mln di euro”.