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Renzi, taglio di 2 mld ai costi della politica. Cottarelli: “Bisogna usare la mannaia”

Renzi, taglio di 2 mld ai costi della politica. Cottarelli: “Bisogna usare la mannaia”

Carlo Cottarelli

​Fino ad oggi per i tagli ai partiti politici e ai costi della politica in generale è stato utilizzato il bisturi. Carlo Cottarelli, commissario straordinario alla spending review, chiede invece di calare la mannaia. E la cura dimagrante dovrà riguardare tutti, nessuno escluso. Partiti, consigli comunali e regionali e, persino, gli organi costituzionali come il Parlamento e la Presidenza della Repubblica. Il risparmio messo in conto da Cottarelli da questa voce è consistente: 2 miliardi di euro in tre anni. Se poi si aggiungono anche i costi derivanti dall’abolizione delle Province il conto dei tagli sale a 2,9 miliardi. Novecento milioni arriverebbero grazie ai tagli a Comuni, Regioni e partiti politici. Il resto da una decisa cura dimagrante per gli organi costituzionali. Ma in che modo dovranno essere calate le forbici? Il ventaglio delle proposte è ampio. Si va dalla “riduzione dei consiglieri comunali“, alla “riduzione degli emolumenti degli amministratori locali“. Una ricetta che, ovviamente, vale anche per le Regioni, quelle che negli ultimi mesi sono salite all’onore (o meglio al disonore) della cronaca, per le spese folli dei consiglieri con i rimborsi pubblici, dalla nutella ai sexy toys. Le loro remunerazioni dovranno diminuire, così come dovranno essere ridotti i vitalizi.

Su questo ultimo punto Cottarelli propone anche un’altra misura che, probabilmente, non darà grandissimi risparmi ma che è considerata essenziale da un punto di vista dell’equità, ossia il “divieto di cumulo di pensioni con le retribuzioni offerte dalla carica pubblica“. Un principio sul quale nei giorni scorsi è interventuto anche il ministro della funzione pubblica Marianna Madia fissando a 311 mila euro il tetto di cumulabilità in generale per i redditi da pensione con quelli da lavoro.

LE ALTRE MISURE

Ma il passaggio fondamentale del piano Cottarelli riguarda i nuovi tagli al finanziamento pubblico dei partiti che dovrebbero accelerare il percorso (ma anche le dimensioni) di quelli introdotti con il governo Letta. Le misure del vecchio governo per una «soft landing», un atterraggio morbido, che porterà solo nel 2017 alla fine del finanziamento ai partiti con un taglio del 25% quest’anno, del 50% il prossimo anno e del 75% nel 2016, sono considerate troppo morbide. Ci dovrà essere un’accelerazione. Del resto tra molti tagli impopolari, come quello sui dipendenti pubblici, la riduzione dei costi della politica è considerata da Palazzo Chigi come lo zucchero per addolcire l’amara pillola della spending review. Come detto la dieta non riguarderà solo i partiti ma anche gli «organi costituzionali». La spesa totale delle Camere, della Presidenza della Repubblica e della Corte Costituzionale, secondo i dati dell’Istat, ha raggiunto i 2,4 miliardi di euro. Dal 2009 la spesa di questi organi non si è ridotta, mentre quella delle altre amministrazioni centrali dello Stato è scesa del 10%. Dunque nei prossimi tre anni anche gli organi costituzionali dovranno risparmiare. La stima è di 1,1 miliardi di euro e comprende la trasformazione del Senato in Camera delle autonomie.

Costi della politica a parte, tra le slides di Cottarelli ce n’è una che mette in rilievo come al 2016, dei 33,9 miliardi di euro di risparmi complessivi ben 14,8 miliardi siano già stati ”spesi” dai precedenti governi. La dote del commissario, insomma, sarà solo della metà di quella indicata.