• Home »
  • Cronaca »
  • Baby squillo, clienti liberi con 40.000 euro ma la Procura blocca i patteggiamenti. Dure le reazioni: “Sconcertante dare sconti di pena”

Baby squillo, clienti liberi con 40.000 euro ma la Procura blocca i patteggiamenti. Dure le reazioni: “Sconcertante dare sconti di pena”

Baby squillo, clienti liberi con 40.000 euro ma la Procura blocca i patteggiamenti. Dure le reazioni: “Sconcertante dare sconti di pena”

Dopo l’indignazione e la sorpresa arrivano le precisazioni dal Palazzo di Giustizia. Nessun assenso a patteggiamenti per i clienti delle minorenni che si prostituivano in un appartamento nel quartiere Parioli fa sapere la Procura di Roma. Negli ambienti della procura di Roma si precisa, che nulla, al momento, è stato ancora concordato e che non c’è stato alcun assenso da parte di chi indaga. Il ricorso a questo rito alternativo è un’ipotesi prevista dal codice e sarà valutato caso per caso, anche alla luce della consapevolezza o meno dei clienti della minore età delle due ragazzine.
“Il reato di sfruttamento della prostituzione minorile è un reato ignobile per il quale è sconcertante la possibilità di ricorrere a sconti di pena”. Lo dice Sandra Zampa, vice presidente della commissione Bicamerale Infanzia e adolescenza, commentando il patteggiamento per alcune delle persone coinvolti nell’inchiesta sul ‘giro’ delle squillo minorenni ai Parioli..

Parlando “pur nel pieno rispetto del lavoro dei giudici e senza alcun giudizio sui singoli soggetti che accederanno al patteggiamento per i recenti casi avvenuti a Roma”, Zampa sottolinea che “è evidente che occorre assumere al più presto provvedimenti e che la politica deve correggere una via d’uscita troppo veloce e semplice, come una pena pecuniaria”.
“Sono consapevole che non si possa trascurare il fatto che alcuni degli accusati sono incensurati e che per alcuni di questi non esistano prove dirette. Resta però che il reato commesso è ignobile e poco importa se reiterato una o più volte -conclude Zampa-. E’ un reato commesso ai danni di due minori di età, di soli 14 e 15 anni, rispetto alle quali dobbiamo porci l’interrogativo se il messaggio che le raggiungerà non sarà che, in fondo, si tratta di cosa che può essere risolta con una scorciatoia, seppur prevista dalla Legge, perché ciò confligge, in modo grave, con il fine di recuperare e reindirizzare le vite di queste due minori, così come quelle di tutte le altre ragazzine che si trovano a vivere in condizioni di profondo disagio e rispetto alle quali non può venire meno il nostro impegno”.
Sulla stessa linea Vincenzo Spadafora, Autorità garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, per il quale “c’è il rischio in futuro altri potenziali clienti si sentano più al riparo da pesanti conseguenze giuridiche e di indignazione sociale. Il tutto a discapito di ragazze minorenni rispetto alle quali, invece, si è provato a conoscere ogni cosa”. ‘
‘Il mio non è un approccio giustizialista. Mi domando se esista oggi una punizione adeguata per gli autori di questi reati o se non vi sia una sostanziale impunità rispetto a chi commette questi crimini”. ”Per individuare in tempi rapidi proposte che possano migliorare l’efficacia complessiva del sistema italiano in materia di reati di violenza sui minorenni – conclude Spadafora – ho formalizzato l’istituzione di una Commissione Consultiva per la prevenzione e la cura dei maltrattamenti contro l’infanzia, composta da esperti e che già nelle prossime settimane inizierà a lavorare”.
Sconcertati anche Antonio Marziale e Antonino Napoli, presidente e vicepresidente dell’Osservatorio sui Diritti dei Minori, che in una nota scrivono: ”Con il patteggiamento e un’ammenda di poche migliaia di euro quanti hanno beneficiato di prestazioni sessuali da bambine di 14 anni se la cavano. Tutto ciò è inammissibile”.
”Non esiste prezzo che possa equipararsi al danno subito dalle minorenni – sottolineano – ed è perfettamente inutile che lo Stato italiano continui a firmare convenzioni internazionali contro l’abuso all’infanzia quando la propria legislazione è più dalla parte dei rei che delle vittime”.
Marziale e Napoli si dicono ”desiderosi di sapere quale innovazione in materia di contrasto alla pedofilia intende adottare il governo Renzi, che non può limitarsi a visitare i plessi scolastici quando proprio i bambini sono la parte più debole e indifesa di un Paese incapace di badare alla loro tutela se non, soltanto, attraverso fiumi d’inchiostro perfettamente inutili ma efficaci per dimostrare al mondo che l’Italia sia una sorta di paradiso terrestre per i bambini, quando invece gode del primato nella classifica mondiale del turismo sessuale”.
I responsabili dell’Osservatorio, si rivolgono al Capo dello Stato: ”Vorremmo sapere, dal supremo garante dei diritti dei cittadini anche minorenni, a chi e a cosa serva l’articolo 444 comma 1 bis del codice di procedura penale, che esclude dal patteggiamento quanti compiono atti sessuali con minorenni, se in sede di applicazione non viene applicato. In mancanza di una risposta, siamo pronti a restituire i nostri certificati elettorali, assicurando che non saremo in pochi”.