• Home »
  • Politica »
  • La sfida della Lega allo Stato, Salvini: “O gli indipendentisti saranno liberati o li libereremo noi”

La sfida della Lega allo Stato, Salvini: “O gli indipendentisti saranno liberati o li libereremo noi”

La sfida della Lega allo Stato, Salvini: “O gli indipendentisti saranno liberati o li libereremo noi”

Salvini alza la posta e il livello della sfida allo Stato. E porta la Lega su un terreno molto scivoloso dove la propaganda rischia di trasformarsi in reato. O gli indipendentisti arrestati mercoledì scorso saranno liberati o li libererà la Lega. A sostenerlo è stato il segretario del Carroccio, Matteo Salvini, arrivando in piazza dei Signori a Verona, dove si tiene la manifestazione a sostegno dei 24 ”venetisti” arrestati nei giorni scorsi. Un raduno che, come racconta Repubblica.it, si rivela collante delle varie anime del leghismo che fu, divise da visioni divergenti e polemiche sulle prospettive e gli obiettivi dopo la fragorosa caduta del leader unico, Umberto Bossi, e la dissoluzione del suo “cerchio magico”. Oltre a Salvini c’è proprio lui, il Senatùr, ma anche il governatore del Veneto Luca Zaia e il sindaco di Verona Flavio Tosi, più volte ai ferri corti.

“Siamo qua pacificamente ma non siamo dei fessi – le parole del segretario federale della Lega Nord – o tornano a casa subito e qualcuno chiede scusa o li tiriamo fuori noi”. “Liberi subito – ha aggiunto Salvini -. Le galere sono fatte per i delinquenti e i mafiosi, non per i padri e le madri di famiglia. Gli investigatori non hanno trovato nemmeno una fionda e sfido chiunque a chiamare carro armato quella ruspa spara-supposte”.

Salvini ha ribadito la vocazione pacifista della manifestazione di Verona: “Siamo qua per difendere la libertà di pensiero e di parola. La scelta della Lega è una scelta non violenta. Contrariamente a quanti la vorrebbero sotto terra noi vogliamo seppellire la Fornero sotto 500 mila firme”.

Salvini ha poi appuntamento al popolo Padano per il 25 aprile: “Sarà la festa di San Marco, sarà la festa della nostra liberazione, vogliamo discutere di politica senza galera in mezzo. Questa è un’indagine sbagliata con milioni di euro spesi per trovare una ruspa”.

Sul palco allestito in piazza dei Signori ha preso la parola anche Umberto Bossi. “Quelli che sono a Roma vanno arrestati” ha esordito, rispolverando i toni che usava quando era lui il leader del Carroccio, “hanno paura del popolo per questo li mettono in carcere. Ma non riusciranno a fermarci: saranno travolti dal popolo padano. Non vogliono che il popolo veneto possa votare per la propria libertà: li hanno messi in carcere per quello. I fratelli veneti in carcere hanno risvegliato tutta la Padania, non solo il Veneto. E’ un monito anche per la Lega: c’è un valore che conta più dell’amministrazione ed è la libertà. Sono venuto a ringraziare i fratelli veneti. La canaglia romana non riucirà a tenere schiavi i popoli”.

La manifestazione veronese della Lega Nord è stata aperta da alcune bordate di fischi inviate dai circa 3000 presenti in piazza alla bandiera italiana ed alla bandiera europea esposte alle spalle del palco dei relatori sul palazzo della Prefettura. Tra i due vessilli un’asta lasciata senza stendardo, asta dove fino a questa mattina sventolava la bandiera del Veneto con il Leone di San Marco.

Il malumore del popolo del Carroccio è stato riassunto dal presidente del Veneto, Luca Zaia, che, osservando l’assenza, ha esclamato “Non può finire qui, chi si vergogna di esporre la bandiera del Veneto non ha diritto di rimanere in Veneto. Zaia non ha nominato direttamente il prefetto di Verona, Perla Stancari, che è stata suo braccio operativo nel corso delle recenti emergenze dell’alluvione in Veneto come Commissario governativo.

“E’ grave che non sia stata esposta, anzi, che sia stata ritirata la bandiera del Veneto – ha proseguito Zaia – e come ripeto non finirà qui. Ricordo che i problemi della nostra Regione sono i problemi di una periferia dell’impero che ne ha le palle piene di Roma che affossa se qualcuno tenta di alzare la testa”.

Secondo Zaia, l’indipendenza del Veneto non è “il fatto di un partito, ma è un fatto del popolo, che ci chiede l’indipendenza. Spero che il Consiglio Regionale voti presto la legge per il referendum ufficiale in tutto il Veneto. Io voto sì. Noi siamo per la via della legalità, del confronto giuridico”.

Era stato Salvini, ieri, ad annunciare da Longarone (dove ha reso omaggio alle vittime della tragedia del Vajont) la manifestazione di Verona, dove erano annunciati in 10mila e invece si sono ritrovati in poche migliaia, decisamente in superiorità quelli con le bandiere del leone di San Marco rispetto a quelli della Lega. Tra i militanti, alcuni hanno preso a spunto dal ‘tanko’, la ruspa modificata degli indipendentisti arrestati, per caratterizzare la propria protesta con carriole travestite da carro armato o con modellini, invitando la magistratura ad arrestare anche loro.

In precedenza, la senatrice della Lega Nord Erika Stefani aveva ribadito: “Come possiamo stare in silenzio di fronte a uno Stato ingiusto e paradossale che da un lato abolisce il reato di immigrazione clandestina e dall’altro mette in galera le idee? Oggi scenderemo in piazza a Verona tutti insieme a manifestare, con il rispetto e la civiltà che da sempre distingue le nostre battaglie, per far sentire la voce del Veneto. I cittadini sono stanchi di slogan, ora vogliono i fatti. Nell’aria c’è un entusiasmo contagioso. La libertà è alle porte”.