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Bce, Draghi: il peggio è passato, prenderemo misure eccezionali per la bassa inflazione

Bce, Draghi: il peggio è passato, prenderemo misure eccezionali per la bassa inflazione

Restano rischi di un “periodo troppo prolungato di bassa inflazione”

La Bce conferma l’impegno unanime per “misure non convenzionali”, come il quantitative easing. Lo afferma nel Bollettino mensile la Bce che dice di seguire “con attenzione gli andamenti nei mercati monetari”.
L’Eurotower rileva “contenute pressioni di fondo sui prezzi nell’area dell’euro a medio termine. Le aspettative di inflazione per l’area nel medio-lungo periodo continuano a essere saldamente ancorate in linea con l’obiettivo del Consiglio direttivo di mantenere i tassi di inflazione su livelli inferiori ma prossimi al 2%”. In prospettiva, si aggiunge, “il Consiglio direttivo seguirà gli andamenti con molta attenzione e prenderà in considerazione tutti gli strumenti disponibili. Esso è fermamente determinato a mantenere un elevato grado di accomodamento della politica monetaria e a intervenire con prontezza, se necessario”.

DISOCCUPAZIONE ALTA

“Sebbene dai mercati del lavoro provengano i primi segnali di miglioramento, la disoccupazione resta elevata nell’area dell’euro, unitamente a una capacità produttiva inutilizzata nel complesso considerevole”, afferma la Bce. Inoltre, aggiunge l’Eurotower, “gli aggiustamenti di bilancio necessari nei settori pubblico e privato seguiteranno a gravare sul ritmo della ripresa economica”.

MODERATA RIPRESA IN EUROZONA

La “moderata ripresa economica dell’area dell’euro prosegue in linea con la precedente valutazione del Consiglio direttivo”, si legge nel Bollettino mensile della Bce. Che specifica: “I rischi per le prospettive economiche dell’area dell’euro continuano a essere orientati al ribasso”. Gli andamenti nei mercati finanziari mondiali e le tensioni geopolitiche, “potrebbero essere in grado di influenzare negativamente le condizioni economiche”. Altri rischi al ribasso “includono una domanda interna inferiore alle attese e un’attuazione insufficiente delle riforme strutturali nei paesi dell’area, nonché una crescita più debole delle esportazioni debolezza generalizzata dell’economia, del grado elevato di capacità inutilizzata e della modesta creazione di moneta e credito”.
Per quanto riguarda l’analisi economica, il Pil in termini reali dell’area dell’euro è aumentato sul periodo precedente dello 0,2% nell’ultimo trimestre del 2013, dopo lo 0,1 del terzo e lo 0,3 del secondo. “La ripresa in atto è sempre più sostenuta dal consolidamento della domanda interna – si legge nel Bollettino – In prospettiva, si dovrebbe concretizzare un ulteriore incremento della domanda interna, favorito dall’orientamento accomodante della politica monetaria, dai continui miglioramenti delle condizioni di finanziamento che si trasmettono all’economia reale e dai progressi compiuti sul fronte del risanamento dei conti pubblici e delle riforme strutturali. Inoltre, i redditi reali beneficiano di un andamento moderato dei prezzi, in particolare di quotazioni dell’energia più contenute”.

MONITO AI GOVERNI DELL’AREA EURO

– Le politiche di bilancio favoriscano la “crescita”, ma non abbassino la guardia sulla riduzione del debito, sottolinea la Bce. In particolare, l’Eurotower invita i governi dei paesi dell’area dell’euro a non vanificare i risultati ottenuti nella correzione degli squilibri delle finanze pubbliche, ma “ricondurre gli elevati rapporti debito-pil su un sentiero discendente nel medio termine, in linea con il Patto di stabilità e crescita”. Le strategie di bilancio “dovrebbero assicurare una composizione dell’aggiustamento favorevole alla crescita al fine di innalzare la qualità e l’efficienza dei servizi pubblici, limitando al minimo gli effetti distorsivi dell’imposizione fiscale”. Occorre, sottolinea inoltre la Bce, “attuare ulteriori interventi decisivi per realizzare riforme nei mercati dei beni e servizi e del lavoro finalizzate a incrementare la competitività innalzare la crescita potenziale, creare opportunità di occupazione e rendere le economie dell’area più flessibili”.