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Effetto Draghi, lo spread scende sotto i 150, i rendimenti Btp al minimo storico

Effetto Draghi, lo spread scende sotto i 150, i rendimenti Btp al minimo storico

L’intervento massiccio della Bce guidata da Mario Draghi contro la deflazione comprime il rendimento dei titoli di Stato italiani: la promessa di liquidità aggiuntiva per le banche europee – che dovrebbero però essere incentivate a impiegarla nel sostegno all’economia reale – porta denaro sul comparto obbligazionario e lo spread tra Btp e Bund tedeschi si restringe. Il differenziale di rendimento infrange al ribasso la soglia di 150 punti base a inizio giornata, portandosi in area 145 punti, per un rendimento dei titoli decennali che scende fino al 2,82%, nuovo minimo storico. In serata, per altro, Standard&Poor’s rilascerà l’aggiornamento sul rating del Belpaese. Benefici, nel frattempo, anche sui titoli di Stato spagnoli, la cui differenza di rendimento rispetto ai tedeschi arriva in area 135 punti base.

La Bce ha annunciato una nuova sforbiciata al tasso di rifinanziamento principale allo 0,15%, mentre per la prima volta quello sui depositi (la liquidità che le banche tengono ‘bloccata’ all’Eurotower) è passato in negativo dello 0,1%. Inoltre, verranno effettuate delle aste di liquidità con una base di 400 miliardi di euro circa, con meccanismi premiali per chi aumenta la propria erogazione di credito, mentre si accelerano le preparazioni per l’acquisto di pacchetti di crediti generati dalle imprese ed erogati dalle
banche. Tutte azioni che devono passare alla prova del nove della realtà, con il rischio che gli istituti di credito siano ancora i grandi beneficiari piuttosto che le imprese e le famiglie.

Le buone notizie per gli investitori arrivano anche dalla Germania: la Bundesbank, la banca centrale, ha alzato la propria previsione di crescita per la locomotiva economica europea all’1,9% nel 2014. La precedente stima prevedeva un aumento del Pil dell’1,7%. Per il 2015, invece, la previsione resta invariata al 2% e per il 2016 all’1,8%. La bilancia commerciale tedesca di aprile ha invece registrato un surplus di 17,7 miliardi, con le importazioni in aumento dello 0,1% e le esportazioni del 3% su mese. Quella della Gran Bretagna ha registrato un deficit di 8,9 miliardi di sterline. Tornando alla Germania, la produzione industriale è salita meno delle aspettative: +0,2% ad aprile, dopo il -0,6% di marzo (dato rivisto dall’iniziale -0,5%) e contro un atteso incremento dello 0,4%. In Spagna, la produzione è salita dell’1,6% ad aprile, con tutti i settori industriali in espansione. L’attenzione di analisti e operatori già si posa sui dati Usa del mercato del lavoro, in programma per oggi. Il rapporto sull’occupazione per il mese di maggio dovrebbe mostrare un aumento di 210mila posti dei lavoro (dal +288.000 unità dell’ultima rilevazione), mentre la disoccupazione è vista al 6,4% (dal 6,3%).

In questo contesto, i mercati si muovono in terreno positivo, anche se le variazioni dei future risultano comunque frazionali. Secondo gli osservatori, infatti, i listini azionari scontavano già le decisioni di Draghi; Milano comunque si rafforza al +0,6% superando la soglia di 22mila punti, Londra si apprezza dello 0,35%, Parigi sale dello 0,1% e Francoforte aggiunge lo 0,2%. A Piazza Affari è da monitorare l’andamento di Mediaset, che gioca due partite importanti: la lotta con Sky ed Eurosport per l’assegnazione dei diritti della Serie A e il posizionamento in Spagna, con Telefonica che vuole il 100% di Digital + e potrebbe pagare 325 milioni al Biscione, che ne custodisce il 22%. Terna potrebbe invece muoversi a seguito della scelta di Crédit Suisse di abbassare il rating a “underperform”. Debole Mps, che condurrà l’aumento di capitale da 5 miliardi con uno sconto del 35% circa con un prezzo di sottoscrizione di 1 euro.

L’euro è poco mosso dopo le turbolenze di ieri, che avevano portato la divisa europea ai minimi da un mese in area 1,35 dollari. La moneta unica oggi quota 1,3635 rispetto al dollaro e a 139,41 sullo yen. Il biglietto verde segna 102,3 rispetto alla divisa nipponica.

La Borsa di Tokyo ha intanto chiuso la seduta stabile (-0,01%), in un mercato poco sorpreso dalle misure decisa dalla Bce ieri e in attesa delle statistiche americane sull’occupazione. L’indice Nikkei è sceso di 2,13 punti a 15.077,24; l’indice Topix ha guadagnato lo 0,15%, cioè 1,82 punti a 1.234,57. Attività media con 2,10 miliardi di azioni scambiate sul primo mercato, poco mossi anche gli altri listini asiatici. Sul fronte macro, l’indice anticipatore giapponese ad aprile ha segnato un calo di 0,5 punti su mese, dal 107,1 di marzo a 106,6 di aprile.

Ieri Wall Street ha festeggiato insieme alle Borse europee le mosse di Draghi; sebbene fossero attese, gli investitori sembrano rassicurati sul fatto che le banche centrali continueranno ad agire a sostegno dell’economia. S&P e Dow Jones hanno dunque chiuso a nuovi record in vista oggi del dato sulla disoccupazione americana a maggio. Il Dow Jones ha guadagnato lo 0,57% a 16.832,03 punti, il Nasdaq lo 0,98% e lo S&P 500 lo 0,61%. Per il listino tecnologico si è fatto sentire il traino di Amazon, che ha twittato dell’arrivo di un nuovo prodotto: gli analisti si aspettano un telfonino. L’agenda macreoconomica odierna, oltre al dato sul lavoro, prevede anche l’andamento del credito al consumo negli Stati Uniti.

Il prezzo del petrolio è stabile sopra quota 102 dollari al barile. Sui mercati asiatici i future sul Light crude avanzano di 4 cent a 102,52 dollari e quelli sul Brent salgono di 10 cent a 108,89 dollari. L’oro è in recupero per il quarto giorno consecutivo sui mercati, anche se dalla disoccupazione Usa si attende l’indirizzo del metallo giallo; quello con consegna immediata sale intanto dello 0,3% a 1253 dollari l’oncia.