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Terremoto all’Aquila, l’inchiesta sulla ricostruzione porta a cinque arresti per corruzione

Terremoto all’Aquila, l’inchiesta sulla ricostruzione porta a cinque arresti per corruzione

Cinque persone sono state colpite da un’ordinanze di custodia cautelare, due in carcere e tre agli arresti domiciliari, nell’ambito dell’operazione ‘Betrayal’. E’ il risultato di una complessa indagine sulle procedure inerenti la ricostruzione e il consolidamento di alcuni edifici ecclesiastici e di altri beni culturali, di particolare rilievo storico-artistico, nel centro storico dell’Aquila, gravemente danneggiati dal terremoto del 6 aprile 2009.

I provvedimenti sono stati eseguiti nei confronti di un funzionario del ministero dei Beni e delle attività culturali, di un professionista e di tre imprenditori, per i reati di corruzione, falso, turbativa d’asta, millantato credito ed emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.

Tra gli arrestati c’è anche Luciano Marchetti, ex vice commissario per i Beni culturali per la ricostruzione. Marchetti, allo stato libero professionista che si occupa di progetti per le opere pubbliche, è finito ai domiciliari.

A quanto si apprende, gli altri arrestati sono: gli imprenditori Nunzio Massimo Vinci, Patrizio Cricchi, Graziano Rosone e Alessandra Mancinelli, all’epoca dipendente della Direzione regionale Beni culturali e paesaggistici per l’Abruzzo.

Al centro dell’inchiesta la ricostruzione di alcuni edifici di culto, tra cui Santa Maria Paganica e Santa Maria del Suffragio. Queste due chiese, come emerso dalle indagini, sarebbe state tra gli obiettivi principali delle tangenti legate all’aggiudicazioni di appalti.

L’attività investigativa, coordinata dal procuratore della Repubblica Fausto Cardella e dai sostituti Antonietta Picardi e David Mancini, è stata svolta, congiuntamente, dal nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza e dalla squadra mobile della Questura dell’Aquila.

“Voglio complimentarmi per l’attività svolta in perfetta sintonia dal personale della squadra mobile e del nucleo polizia tributaria dell’Aquila che ha consentito di mettere in luce illecite condotte poste in essere da imprenditori, liberi professionisti e pubblici funzionari nella ricostruzione del patrimonio della Curia Aquilana”, ha commentato il questore Vittorio Rizzi. “L’eccellente lavoro della magistratura e delle forze di polizia – ha osservato – dimostra l’attenzione degli inquirenti al delicato tema della ricostruzione e l’efficacia dell’azione di contrasto indispensabile per assicurare il corretto rispetto delle regole’’.