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Processo all’Italia ma Balotelli non ci sta: “Un africano non scaricherebbe mai un suo fratello, in questo noi negri siamo avanti”

Processo all’Italia ma Balotelli non ci sta: “Un africano non scaricherebbe mai un suo fratello, in questo noi negri siamo avanti”

Il day after e’ quasi scontato. La rabbia e la delusione fanno da canovaccio alle critiche e l’Italia processa il suo calcio. Il calcio azzurro processa Balotelli. Archiviato il dibattimento su Prandelli, perché quello era cominciato già dopo il ko con il Costarica ed è andato in prescrizione con il “patteggiamento” del ct dimissionario, ora nel giorno del disastro sul banco degli imputati finisce il centravanti azzurro. La cui difesa è destinata ad alimentare udienze di fuoco, di qui ai prossimi mesi. Come anche il retroscena della sostituzione in Italia-Uruguay, scaturita da un «confronto» nell’intervallo tra centravanti e ct, che prima lo ha zittito e poi lo ha messo fuori.

«La colpa questa volta non la faccio scaricare a me: cercate altre scuse», è la rabbiosa risposta del giorno dopo di Balotelli, affidata come sempre a twitter mentre si tingeva di biondo la cresta e appena in tempo per farsi immortalare con il nuovo look in partenza per l’Italia con la squadra. Ferito dalle critiche di Buffon e De Rossi, e anche dai messaggi postati dai tifosi: la verità è che non sei italiano, ritirati, è il video di un anonimo tifoso ripostato dal giocatore sul suo profilo, con tanto di replica durissima. «Un africano non scaricherebbe mai un suo fratello, in questo noi negri siamo anni avanti. Vergogna non è sbagliare un gol, VERGOGNOSE sono queste cose», con l’aggettivo tutto maiuscolo.

Il rapporto si è rotto, tra Balotelli e la nazionale. Non solo con i tifosi. Quella azzurra era la sua maglia d’adozione, lui che non aveva mai legato con nessuna squadra di club. Ma gli atteggiamenti in campo, quell’indolenza che ha fatto «rodere il c…» anche a una vecchia gloria mondiale come Mauro Camoranesi, ieri commentatore tv della partita di Natal, sono stati la goccia che ha fatto traboccare il vaso. L’episodio chiave nell’intervallo di Italia-Uruguay: Balotelli è rientrato borbottando, trascinando nello spogliatoio il nervosismo che lo aveva condotto all’ammonizione e lo aveva reso inconcludente. Prandelli ha provato a dargli l’ultima chance («se non cambi atteggiamento, dopo 10’ sono costretto a farti uscire»), a quel punto sono intervenuti anche alcuni “senatori”. Fidatevi di me, lasciatemi perdere, borbottava Balotelli. «Stai zitto», la replica di Prandelli, che a quel punto ha capito. E infatti al rientro in campo il centravanti su cui l’Italia aveva puntato tutto era rimasto in panchina, solo in un’angolo, in campo c’era Parolo.

Così quel cambio è diventato l’epilogo di una frattura. Perchè le leggi non scritte del calcio possono accettare la mancanza di qualità, le bizze in ritiro, gli isolamenti, la twittomania: ma non la mancanza di “compromiso” – per dirla con Camoranesi – di impegno in campo. Anche per questa accusa della squadra, il giorno dopo il borbottio di “SuperMario” è diventato un lungo messaggio su twitter e Instagram. Tutto di fila, senza tirare il respiro, senza punti nè virgole. «Sono Mario Balotelli ho 23 anni e non ho scelto di essere italiano – lo sfogo del centravanti – L’ho voluto fortemente perché sono nato in ITALIA e ho sempre vissuto in ITALIA. Ci tenevo fortemente a questo Mondiale sono triste arrabbiato deluso con me stesso. Sì magari potevo fare gol con la Costa Rica avete ragione ma poi? Poi qual’è il problema? Forse quello che vorreste dire tutti è questo? La colpa non la faccio scaricare a me solo questa volta perché Mario Balotelli ha dato tutto per la nazionale e non ha sbagliato niente ( a livello caratteriale) quindi cercate un’altra scusa perché Mario Balotelli ha la coscienza a posto ed è pronto ad andare avanti più forte di prima e con la testa alta. Fiero di aver dato tutto per il Suo paese. O forse, come dite voi, non sono Italiano».

E qui è scattata la risposta al tam tam dei social che lo attaccano: «Gli africani non scaricherebbero mai un loro fratello”. MAI. In questo noi negri, come ci chiamate voi, siamo anni luce avanti. VERGOGNA non è chi può sbagliare un gol o correre di meno o di più. VERGOGNOSE SONO QUESTE COSE. Italiani veri! Vero?». Poi la partenza per l’Italia, con il nuovo look della cresta bionda. Ma non sarà certo per quello che sarà difficile ripartire.