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Bankitalia, Visco alla platea dell’Abi: “Le misure della Bce porteranno l’1% di pil. 200 miliardi di liquidità per le banche italiane”

Bankitalia, Visco alla platea dell’Abi: “Le misure della Bce porteranno l’1% di pil. 200 miliardi di liquidità per le banche italiane”

Le misure della Banca centrale europea a sostegno del credito potranno portare un beneficio al Prodotto interno lordo italiano (Pil) nell’ordine di un punto percentuale al 2016, ma la ripresa economica del Belpaese stenta ad affermarsi. Sono le considerazioni che il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, ha espresso alla platea dell’Abi, l’Associazione delle banche italiane.

Il numero uno di Palazzo Koch ha dettagliato l’impatto delle decisioni dell’Eurotower: l’ampliamento della gamma dei prestiti utilizzabili dalle banche, a garanzia del rifinanziamento presso la Bce, interesserà ad esempio attività per 120 miliardi di euro, che saranno così disponibili per favorire le erogazioni verso le Piccole e medie imprese. Ancora, la liquidità che la Bce si appresta a erogare da qui al 2016, attraverso le nuove operazioni Tltro (aste di nelle quali concede liquidità agli istituti, vincolate alla concessione di prestiti all’economia) potrà comportare per le banche italiane un ammontare fino a 200 miliardi di euro.

Il discorso del governatore

Prima che queste misure si dispieghino, però, nell’area dell’euro “la crescita è ancora molto debole” e in Italia “la
ripresa stenta ad affermarsi”, ha detto Visco; l’inflazione europea, pari a giugno allo 0,5%, ha aggiunto, “resta ben al di sotto dei valori compatibili con la stabilità dei prezzi”, anche se sul tema la Bce ha tranquillizzato nel suo bollettino economico, che pure sottolinea la debolezza della ripresa. Sulla crescita si è concentrato il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, intervenendo sempre all’assemblea dell’Abi. “Non ci sono scorciatoie per la crescita, è necessaria una strategia a più piani”, ha detto nel suo intervento. Il tema, ha riportato Padoan, è stato “condiviso” all’Ecofin dei giorni scorsi.

Sui conti pubblici, il titolare delle Finanze ha ricordato che “una crescita più sostenuta è la via maestra per abbattere il debito pubblico” dell’Italia, che comunque ha “un grado di sostenibilità che rimane il più elevato fra i paesi avanzati come dicono le istituzioni internazionali compresa la Ue”. Padoan ha riconosciuto che il Paese necessita di riformare Pa e giustizia, diversamente si “continueranno a subire costi intollerabili”, mentre la “pressione fiscale deve essere ridimensionata, senza dubbi”.

Alla platea di banchieri, di nuovo il governatore Visco ha lanciato l’esortazione: “Il sistema finanziario deve riguadagnare la fiducia del pubblico”. Il sistema stesso “non deve fare mancare il finanziamento a chi lo merita, sostenendo l’economia reale”, mentre per visco serve “limpidezza dei comportamenti e salvaguardia della legalità”.

Tematiche stringenti che arrivano dopo la difesa della categoria da parte del presidente dell’Abi, Antonio Patuelli. Mentre infatti in Senato si discute della possibilità che gli italiani si trovino a pagare gli interessi sugli interessi, attraverso l’odiosa pratica dell’anatocismo, sui propri prestiti e affini, l’Abi attacca e dice che le banche italiane hanno sopportato, insieme alle imprese e alle famiglie, il peso della crisi che ha colpito l’Italia negli ultimi anni senza che lo Stato effettuasse salvataggi, come accaduto in altri Paesi. Anzi, è stata addirittura accentuata la pressione fiscale sugli istituti di credito.

Lo sottolinea proprio Patuelli, secondo il quale la crisi ha comportato un aumento dei crediti deteriorati che è stato fronteggiato “con giganteschi accantonamenti e con quasi 50 miliardi di euro di aumenti di capitale, tutti i privati senza alcun intervento pubblico. Questi, continua Patuelli, sono elementi emblematici “degli sforzi esemplari di rafforzamento di solidità” realizzati dalle banche e che “non dovrebbero essere sottovalutati da nessuno ma al contrario incoraggiati sulla base di politiche che non penalizzino” il risparmio, gli investimenti e la produzione.

Per l’Abi, le banche sono ancora oggi gravate da “normative avverse” che ne penalizzano l’attività rispetto alle concorrenti europee, motivo per cui è necessario “un forte ripensamento” su questa materia da parte delle istituzioni. Senza una modifica della disciplina sul trattamento delle svalutazioni e delle perdite su crediti, sul costo del lavoro a fini Irap, sull’Iva di gruppo e sugli interessi passivi nella tassazione societaria Ires e Irap, cita tra le altre Patuelli, ci potrebbero essere “conseguenze gravissime e con effetti prolungati su tutto il mondo produttivo e su tutta la società italiana”.

Il presidente Abi è anche intervenuto sulle tematiche sollevate da Bankitalia in tema di riciclaggio: le banche italiane sono “impegnate quotidianamente per la legalità in un paese eccessivamente abituato all’evasione fiscale e all’illegalità”. Patuelli fa quindi un riferimento che sembra richiamare anche la vicenda dell’arresto del banchiere, esponente Abi, Giovanni Berneschi. “E quando emergono e vengono giudiziariamente accertati casi di violazioni di leggi da parte di esponenti bancari, la nostra indignazione è ancora maggiore di quella che quotidianamente proviamo verso la troppo diffusa trasandatezza civile che caratterizza un’italia che è troppo assuefatta ai casi quotidiani di corruzione, di evasione fiscale e di criminalità in genere che configurano una vera crisi dell’etica pubblica”.