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La Madonna ‘si inchina’ al boss, il vescovo di Oppido-Palmi sospende tutte le processioni

La Madonna ‘si inchina’ al boss, il vescovo di Oppido-Palmi sospende tutte le processioni

Stop a tutte le processioni religiose nella diocesi di Oppido-Palmi. Lo ha deciso il vescovo, monsignor Francesco Milito, dopo l’inchino alla casa del boss Peppe Mazzagatti durante la processione della Madonna delle Grazie a Oppido Mamertina del 2 luglio scorso, episodio che ha provocato roventi polemiche nel Paese. La sospensione a tempo interminato è stata comunicata dal vicario generale della diocesi monsignor Giuseppe Acquaro a tutto il clero riunito a Rizziconi in una struttura diocesana.

“Ora profonda riflessione”. La decisione del vescovo di Oppido-Palmi è stata comunicata dal vicario generale della diocesi, mons. Giuseppe Acquaro, a tutto il clero riunito a Rizziconi in una struttura diocesana: “La scelta del vescovo è finalizzata ad avviare una profonda riflessione sullo svolgimento delle processioni dopo quanto accaduto a Oppido Mamertina”, ha spiegato Acquaro, “ed è stata accolta con un convinto applauso da parte di tutti i sacerdoti”.

Lo sfogo del maresciallo. Ieri, su Facebook, aveva rotto il silenzio il comandante dei carabinieri che ha abbandonato la processione di Oppido Mamertina, Andrea Marino. “La ‘ndrangheta, che a Oppido esiste, è una forma odiosa di sopraffazione fra esseri umani”, aveva scritto il maresciallo, “è basata su regole poco democratiche, uccide ed è venditrice di morte; Oppido e gli oppidesi hanno vissuto passivamente ed ammutoliti cruente faide di cui oggi ancora in tanti portano addosso i segni. Il piagnisteo non giova a nulla, al pari del nascondimento. Servono azioni concrete”.

Indagati i portatori della statua. Ieri, intanto, ci sono stati i primi indagati nell’inchiesta aperta dalla Dda di Reggio Calabria sull’ inchino davanti alla casa del boss. Si tratta di alcuni dei 25 portatori della statua della Vergine, iscritti dalla Procura Distrettuale di Reggio Calabria nel registro delle notizie di reato per associazione a delinquere di stampo mafioso. Si tratta – hanno spiegato all’Agi fonti investigative – di una iscrizione “tecnica”, in vista di un approfondimento delle indagini.