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Riforma elettorale, aria di rottura tra M5S e Pd. Di Maio: “Il M5S era pronto a chiudere ieri. Ci dispiace per il Pd ma non c’è più tempo”

Riforma elettorale, aria di rottura tra M5S e Pd. Di Maio: “Il M5S era pronto a chiudere ieri. Ci dispiace per il Pd ma non c’è più tempo”

“Il M5S era pronto a chiudere ieri. Ci dispiace per il Pd ma non c’è più tempo. Il M5S non se la sente di prendere per il c… i cittadini italiani per un’intera estate”. Così la delegazione M5S che ieri ha visto il Pd, ovvero Luigi Di Maio, Danilo Toninelli, Paola Carinelli, Vito Petrocelli, in un post affidato al blog di Beppe Grillo.

Dunque stop agli incontri con il Pd. Il M5S voterà in Aula la legge elettorale, dando per assodato il sì di Renzi e del Pd alle preferenze. Un post, quello pubblicato sul blog di Grillo, che ‘congela’ gli incontri con i dem e coglie di sorpresa tutti. Anche stavolta a deciderlo non è stata l’assemblea M5S: la battuta d’arresto al dialogo viaggia sul blog di Beppe Grillo. E presto accende i malumori in casa 5 Stelle.

A quanto apprende l’Adnkronos, i membri pentastellati delle Commissioni affari costituzionali non ne sapevano nulla, nonostante in questi giorni avessero lavorato, tutti insieme, all’incontro con il Pd e alle ‘concessioni’ da fare a Renzi e al resto della squadra dem sulla legge elettorale. Men che meno erano stati informati gli altri deputati e senatori M5S.

Esultano ugualmente i ‘falchi’, ancora scossi dall’apertura al premier e dalla strada del dialogo. “L’ho appreso dal blog, non ne sapevo un fico secco. Ma non m’importa, gongolo lo stesso”, dice un oltranzista della prima ora. Oltretutto c’è chi, tra i fedelissimi, è convinto “che Di Maio sia andato a schiantarsi”. “Alla fine ha vinto la pancia, Grillo ha avuto la meglio su Casaleggio – dice un ben informato – complici i segnali che arrivavano dal territorio, perché a gran parte della base il dialogo con il Pd era indigesto”. La virata “probabilmente arriva anche alla luce dell’assoluzione di Berlusconi – ipotizza un deputato – una sentenza che ha reso il Patto del Nazareno impossibile da scardinare. Dunque, meglio sfilarsi subito”.

Non tutti, però, mostrano di apprezzare il cambio di rotta improvviso. L’ennesimo. “E’ un atteggiamento schizofrenico – lamenta un senatore – ieri preghiamo Renzi per ottenere un nuovo incontro, oggi chiudiamo la porta. E poi, al di là del merito, è il metodo che non va: totalmente irrispettoso. Le decisioni come al solito vengono calate dall’alto, alla faccia dell’uno vale uno”.

Molti parlamentari apprendono la notizia del cambio di rotta dai cronisti. Preferiscono non commentare, abbandonandosi agli sfoghi off the record. Di Maio, sentito dall’Adnkronos, assicura: al post “abbiamo lavorato l’intera mattinata, io insieme agli altri esponenti 5 Stelle” della delegazione che ieri ha incontrato Renzi e i dem. Dunque i due capigruppo Paola Carinelli e Vito Petrocelli, oltre all’uomo riforme del Movimento, Danilo Toninelli. “Naturalmente, abbiamo sentito più volte anche Milano e Genova. No, non esiste alcuno scontro”, garantisce.

“Voi la vedete come una chiusura – puntualizza poi il vicepresidente di Montecitorio – ma non lo è affatto. Prendiamo atto dell’ok alle preferenze. Dopo il voto sul portale, ci vediamo ad agosto in Senato e capiremo che legge elettorale il Pd intende dare gli italiani. Anche Renzi, del resto – fa notare Di Maio – temeva che un altro tavolo portasse a una perdita di tempo. Bene, ora la palla passa a loro. Per noi la speranza e l’obiettivo restan gli stessi: accelerare. Non vogliamo in alcun modo perdite di tempo”.

Eppure c’è chi assicura che ieri, dopo il confronto, la rabbia dei ‘falchi’ è tracimata. Anche per questo, Carinelli avrebbe disertato l’incontro con alcuni quotidiani voluto da Rocco Casalino, a capo della comunicazione M5S del Senato. Oggi il cambio di linea, che ha generato scompiglio anche in Rete. “Ma è uno scherzo?”, chiede più di un attivista. Mentre l’hashtag più gettonato dai grillini è ‘#BeppeStaisereno’.

Renzi e la replica del Pd – “Non hanno fatto in tempo a sedersi al tavolo che subito è arrivata la sconfessione a mezzo blog” ha detto Renzi al suo entourage.

“L’intolleranza al dialogo di Beppe Grillo non è neanche più una scelta politica, è una patologia del conducator” afferma Debora Serracchiani, commentando la rottura del tavolo delle trattative imposta dal leader del M5S. ”Grillo – continua Serracchiani – dovrebbe sapere che la credibilità personale in politica conta e che lui se la sta giocando un pezzo alla volta, anche nei confronti dei parlamentari. Noi abbiamo fatto bene a essere cauti, ma avremmo voluto che per una volta la disponibilità al confronto con il M5S fosse davvero condivisa anche dal capo”.

“Per fortuna noi il tempo non lo abbiamo perso – commenta all’Adnkronos Alessandra Moretti – Mentre loro stavano a sbraitare, a salire sui tetti noi siamo andati avanti con le riforme. Dicono che noi abbiamo perso tempo? Se c’è qualcuno che ha perso tempo in questi mesi, sono stati loro”. “Per cui – prosegue Moretti – noi andiamo avanti tranquilli sapendo che, sin dall’inizio, abbiamo cercato il dialogo e che sono loro a sbatterci la porta in faccia, insultandoci come al solito. Non si smentiscono mai, il loro stile è sempre lo stesso….”.

Semmai, sottolinea l’eurodeputata Pd, “sono loro che ci hanno fatto perdere tempo, perché non si chiude in questo modo ogni possibilità di dialogo. Questo può significare solo due cose: la prima è che non hanno idea di che cosa sia una trattativa. Forse dovrebbero andare a prendere qualche lezione dai sindacati… E poi questo rende evidente che la loro disponibilità era solo di facciata. Non sanno e non vogliono fare una politica che apra un percorso di cambiamento”.