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Riforma del Senato, oggi i primi voti dei 7000 emendamenti. Boschi: “Ddl illiberale? Un’allucinazione”

Riforma del Senato, oggi i primi voti dei 7000 emendamenti. Boschi: “Ddl illiberale? Un’allucinazione”

«Siamo chiamati a dare una nuova speranza al Paese, a rendere le istituzioni vive, attuali, perché non diventino simbolo del passato. Sono trent’anni che prendiamo a schiaffi l’opportunità di cambiare noi per cambiare il Paese, sono trent’anni che aspettiamo domani, come direbbe il poeta. È il tempo delle scelte, di decidere e nelle mani vostre c’è non solo la riforma della Costituzione ma l’ultima chance di credibilità per la politica tutta e sta a noi non sprecarla». Così il ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi, all’Aula del Senato.

Nell’Aula di Palazzo Madama, nel giorno in cui prendono il via le votazioni del ddl di riforma del Senato, il dibattito si è subito surriscaldato. La seduta ha preso il via puntuale alle 11 ma il M5S ha polemizzato sulla decisione assunta la scorsa settimana di non calendarizzare, come richiesto, l’esame di un testo per abolire le province. Ne è nato un vivace scambio di battute con il presidente Pietro Grasso, poi a dar man forte si è inserita la Lega, che mostrando il faldone dei 7000 emendamenti ha dichiarato: «Iniziamo ad allenarci…».

«Forse l’ostruzionismo ci porterà a lavorare una settimana in più e a sacrificare un po’ di ferie ma noi manterremo l’impegno perché lo abbiamo promesso ai nostri cittadini – ha detto il ministro Boschi nella replica sul Ddl con le riforme del Senato e del titolo V della Costituzione, nell’Aula di Palazzo Madama. Boschi ha sottolineato che le riforme sono «la madre di tutte le battaglie, costituzionali, politiche e civili» ed ha rivendicato la capacità di «dialogo e confronto» da parte del Governo. Al voto dell’Aula, ha rilevato, c’è un testo che è frutto di un confronto, anche in Commissione, e non la «rappresentazione macchiettistica» che ne è stata data: «Noi – ha sottolineato – vorremmo una discussione nel merito e non per simpatie o antipatie di chi lo ha proposto. Noi – ha osservato – non abbiamo paura del confronto se resta nel merito. Non abbiamo paura delle idee altrui».