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Trevigiano, bomba d’acqua sulla festa di paese, travolti stand e auto: quattro morti e sei feriti. “Un piccolo Vajont”

Trevigiano, bomba d’acqua sulla festa di paese, travolti stand e auto: quattro morti e sei feriti. “Un piccolo Vajont”

Quattro morti e almeno 20 feriti a Molinetto della Croda di Refrontolo, nel trevigiano, per l’esondazione di un torrente che ieri sera, intorno alle 22.00, ha travolto i partecipanti a una festa della Pro Loco, che si erano radunati sotto un tendone.

La valanga di acqua, fango e detriti è arrivata dopo un temporale improvviso e violentissimo, che si è concentrato nella zona. A straripare è stato il torrente Lierza che ha spazzato via gli stand e travolto centinaia di persone, strutture a automobili. L’onda non ha dato scampo a 4 uomini, mentre al momento sono sei i feriti ricoverati ancora in ospedale. A quanto si apprende dalla Regione, sarebbero due i feriti più gravi, uno dei quali in rianimazione a Treviso. Delle 8 persone inizialmente soccorse in ospedale due sono stati dimesse.

Impegnati nell’intervento 40 Vigili del Fuoco con il nucleo sommozzatori di Vicenza, squadre Saf (speleo, alpino, fluviali) e cinofili provenienti anche dai comandi limitrofi.

Stato d’emergenza – “Ho già decretato lo stato di emergenza, chiederemo al governo di fare la sua parte per questa tragedia. È stata una bomba d’acqua senza precedenti, che ha provocato un disastro, un piccolo Vajont”. Così il governatore del Veneto, Luca Zaia, commenta all’Adnkronos la bomba d’acqua che si è abbattuta su Refrontolo, nel trevigiano, che ha provocato 4 morti e numerosi feriti. Zaia si è recato nella zona colpita dalla bomba d’acqua. “La concausa evidente è che si è creata un’ostruzione del torrente che ha dato vita a una diga naturale, probabilmente creata dai rami e da tutto quello che scende nei torrenti durante i temporali, tra cui balle di fieno giganti. Quando la diga si è rotta ha liberato 4-5 metri di acqua di altezza, un piccolo Vajont – spiega Zaia – C’è stata una devastazione di mezzi fino a 700-800 metri dal fiume, un disastro”. “I 579 Comuni del Veneto saranno a lutto – ha aggiunto- una tragedia così ha i numeri e il valore perché i veneti debbano portare il loro cordoglio e rispetto. Spero che a livello nazionale si faccia in egual misura”. “Dopo un’ora eravamo qui con 400 uomini e una colonna di ambulanze. I soccorsi sono stati tempestivissimi”, ha aggiunto il governatore.

Napolitano – Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, avuta notizia del tragico bilancio dell’evento alluvionale che ha colpito, nella tarda serata di ieri, il Comune di Refrontolo, esprime la propria solidarietà alla comunità locale e la sua commossa partecipazione al dolore delle famiglie delle vittime e l’augurio di pronta guarigione ai feriti. Il Capo dello Stato manifesta vivo apprezzamento a quanti si sono impegnati nelle difficili operazioni di soccorso. E’ quanto si legge in un comunicato del Quirinale.

“È stata un’autentica tragedia, che ha provocato Forse è la più grande tragedia dopo l’alluvione del 1966 del Vajont”. Lo ha detto a Sky tg24 il governatore del Veneto Luca Zaia, annunciando che sarà proclamato lutto in tutta la regione.

“Prova ne è che la zona dove ci sono stati i morti non è stata una zona di temporale, che era poco piu’ a nord, a circa 1,5 km – ha precisato Zaia – Le segnalazioni c’erano ma vai a capire dove poi si scarichi la bomba d’acqua. Noi speriamo che non se ne scarichino più. Ieri è stata una cosa imprevedibile. Sfido chiunque a dire che si potessero chiedere ai meterologi previsioni cosi’ puntuali e soprattutto che avessero previsto così tanta acqua”.

”Siamo vicini al dolore dei familiari delle vittime e ai feriti, e siamo in campo con tutte le forze possibili e l’energia necessaria, perché i soccorsi siano efficaci e veloci, come la gravissima emergenza richiede”, dice poi il ministro dell’Interno, Angelino Alfano.

“Un dramma del genere deve far riflettere sulla fondamentale importanza della messa in sicurezza del territorio, ma soprattutto delle politiche di prevenzione per rispondere alla fragilità strutturale del suolo italiano”, dice il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti.