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Bolletta dell’ energia elettrica, il 20% dei costi serve a coprire gli ‘oneri di sistema’. Nel 2013 sono stati 13,7 miliardi di euro

Bolletta dell’ energia elettrica, il 20% dei costi serve a coprire gli ‘oneri di sistema’. Nel 2013 sono stati 13,7 miliardi di euro

Quando paghiamo la bolletta elettrica, oltre ai servizi di vendita, di rete e alle imposte, ci sono anche gli oneri di sistema. Voci di spesa, introdotti per legge, per il finanziamento di politiche pubbliche di varia natura che vanno dalla messa in sicurezza delle centrali nucleari, agli sconti per la rete ferroviaria italiana.
Parliamo di una vera e propria manovra finanziaria pagata ogni anno dai cittadini: 13,7 miliardi di euro solo nel 2013. Una quota così alta da costringere il Governo a porvi un freno. Ad agosto, infatti, dopo anni di aumenti nelle bollette, grazie alla conversione in legge del decreto competitività, sono stati ridotti.
Sono stati cancellati gli sconti, circa 20 milioni, che le società del settore elettrico facevano ai propri dipendenti e che poi venivano pagati da tutti gli altri clienti. Aboliti gli sconti al Vaticano e a San Marino, fra i 10 e i 20 milioni l’anno e, tra le novità più rilevanti, c’è stata la spalmatura degli incentivi alle fonti rinnovabili che nel 2013 erano arrivati ad oltre 11 miliardi di euro.
Ma l’intervento che ha fatto più discutere all’interno della maggioranza è stato la riduzione di 80 milioni di euro agli sconti per la Rete ferroviaria Italiana che fino adesso erano di circa 400 milioni. Il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, in una intervista a La Stampa, è intervenuto nella polemica parlando di “pesanti ricadute su tutti gli operatori del trasporto ferroviario passeggeri e il conseguente aumento dei biglietti per i viaggiatori”. Insomma si toglie da una parte e si aumenta dall’altra, ma almeno paga chi utilizza il servizio.
Tra gli interventi mancanti, invece, c’è la componente A2 che dovrebbe servire per la messa in sicurezza delle centrali nucleari. Dal 2005, però, oltre 100 milioni di euro vanno al bilancio dello Stato e spesi in altri capitoli. Lo scorso anno il Governo Letta, attraverso il decreto del fare, aveva previsto un sistema per ridurre questa componente, attraverso la Robin Hood Tax. Ma c’era bisogno di un decreto attuativo dei ministeri competenti che, ad oggi, ancora non è stato adottato.