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Riforma del Lavoro, “Contratto a tempo indeterminato per le nuove assunzioni e tutele crescenti in relazione all’anzianità di servizio”

Riforma del Lavoro, “Contratto a tempo indeterminato  per le nuove assunzioni e tutele crescenti in relazione all’anzianità di servizio”

“Per le nuove assunzioni” viene previsto “il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti in relazione all’anzianità di servizio”. E’ l’emendamento presentato dal governo al Jobs act ed in particolare all’articolo 4 sul riordino delle forme contrattuali.

L’esecutivo scopre quindi le sue carte: l’obiettivo è sfoltire la giugla dei contratti di lavoro e far diventare quello a tutele crescenti la forma principale di inserimento del mondo del lavoro per il tempo indeterminato. Il testo dell’emendamento è stato condiviso dai partiti della maggioranza durante una riunione questa mattina a Palazzo Madama e sarà votato domani dopo il parere della commissione Bilancio.

In sostanza chi avrà un contratto a tempo indeterminato, sia giovane sia riassunto, non avrà da subito le stesse tutele garantite dagli attuali contratti stabili, ma le otterrà gradualmente. I termini della gradualità, al centro dello scontro da minoranza Pd e centristi che sostengono il governo, saranno indicati nei decreti delegati che arriveranno da parte dell’esecutivo dopo l’ok del Parlamento alla delega, ha spiegato il sottosegretario Pd Teresa Bellanova, che segue l’iter del provvedimento.

Questa modifica sul contratto a tutele crescenti non riguarda l’articolo 18, che tocca i casi di licenziamento senza giusta causa e che potrebbe convivere anche con questa nuova tipologia di contratto. Il dibattito su questa modifica, sostenuta da parte della maggioranza, probabilmente proseguirà nelle prossime settimane.

Ieri il premier Renzi, intervenendo in Parlamento sul programma di governo, aveva affrontato il nodo Lavoro con queste parole: “Al termine dei mille giorni il diritto del lavoro non sarà quello di oggi. Io ritengo che non ci sia cosa più iniqua in Italia di un diritto del lavoro che divide i cittadini in cittadini di serie A e di serie B. Se sei un partita Iva non conti niente. Se sei un lavoratore di un’azienda sotto i 15 dipendenti, non hai alcune garanzie. Se stai sopra sì. Questo è un mondo del lavoro basato sull’apartheid. Le regole sul lavoro vanno ridotte, ma devono essere chiare”. E se necessario si farà ricorso a un decreto legge: “Se saremo nelle convinzioni di avere tempi serrati” per l’esame della delega sul lavoro, “rispetteremo il lavoro del Parlamento”, spiega il premier, “altrimenti siamo pronti anche a intervenire con misure di urgenza, perchè sul lavoro non possiamo perdere anche un secondo in più”.