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Lotta al terrorismo, gli Usa attaccano i pozzi petroliferi dell’Isis in Siria. Gran Bretagna pronta a unirsi ai raid

Lotta al terrorismo, gli Usa attaccano i pozzi petroliferi dell’Isis in Siria. Gran Bretagna pronta a unirsi ai raid

Nuovi raid della coalizione Usa-arabi contro l’Isis in Siria. Gli attacchi aerei sono stati lanciati nell’est del Paese, contro i depositi petroliferi, fonte di risorse per lo Stato Islamico. I raid, ha confermato poi il Pentagono, miravano proprio agli impianti petroliferi controllati dall’Isis.

LE VITTIME

«Posso confermare che le forze Usa e i partner arabi hanno lanciato altri attacchi aerei contro i terroristi dello stato islamico», ha detto il portavoce del Pentagono, ammiraglio John Kirby. Secondo la ong Osservatorio siriano per i diritti umani la terza notte di attacchi avrebbe provocato l’uccisione di 14 jihadisti e 5 civili.

IL BILANCIO

Dopo tre giorni di offensiva in Siria, più di 350 persone (tra cui civili compresi donne e bambini), sono stati uccisi dalle bombe sganciate dalla coalizione arabo-sunnita guidata dagli Stati Uniti e da quelle – assai più note ai siriani – sganciate dai caccia del regime di Damasco. Nella regione di Idlib, i bombardamenti sono stati condotti quasi all’unisono da caccia della coalizione arabo-occidentale e da velivoli militari russi di Damasco. A nord di Idlib, la Jabhat an Nusra – l’ala qaedista siriana – e altri influenti gruppi jihadisti locali come Ahrar ash Sham hanno annunciato l’evacuazione delle loro sedi.

ASSEDIO A RAQQA

I raid arabo-occidentali colpiscono l’Isis e i suoi nemici. Nella regione di Raqqa, Hasake e Dayr az Zor sono proseguiti i bombardamenti. In particolare, l’area frontaliera di Albukamal-Qaim tra Iraq e Siria è stata investita da 13 attacchi.
Ad Aleppo si sono registrati scontri armati tra ribelli anti-regime e forze lealiste sostenute da jihadisti sciiti libanesi degli Hezbollah. E a nord-est della metropoli siriana, la cittadina curda di Kobane/Ayn Arab continua a essere sotto assedio da sud e da ovest dai miliziani dello Stato islamico, che non accennano ad arretrare nemmeno sotto il fuoco della coalizione filo-Usa.

DAGLI USA 40 MILIONI DI DOLLARI ALL’OPPOSIZIONE

Per l’America il problema è ora evitare di passare come chi aiuta Assad. Ecco perché gli Stati Uniti stanzieranno 40 milioni di dollari aggiuntivi per finanziare l’opposizione «moderata» siriana, ha annunciato intanto il segretario di Stato Usa, John Kerry, nel orso di un incontro degli Amici della Siria all’Onu. «Sosterremo i gruppi moderati fino a quando l’Isis sarà una minaccia e Assad sarà al potere», ha affermato Kerry, sottolineando come questi gruppi siano a giudizio degli Usa «l’unica speranza e l’unica opzione» in Siria. Intanto il regime di Damasco dal canto suo ha proseguito a bombardare le roccaforti della rivolta nelle regioni di Hama e Homs nel centro, e di Daraa e Qunaytra nel sud e nel sud-ovest a ridosso con le Alture del Golan occupate da Israele. La Nusra è presente in forze nell’area di Qunaytra ma le sue basi qui non sono prese di mira dai raid filo-occidentali.

LONDRA PRONTA A UNIRSI AI RAID

David Cameron è convinto che la Gran Bretagna debba unirsi all’operazione contro lo Stato Islamico al fianco degli americani e dei loro alleati e ha convocato il Parlamento per decidere il via libera. «È giusto passare a una nuova fase d’azione», ha detto il premier dinanzi all’Assemblea generale dell’Onu, al Palazzo di Vetro. «Ecco perché ho convocato il Parlamento, venerdì, per consentire che il Regno Unito partecipi agli attacchi aerei internazionali contro l’Isis». L’operazione ha il sostegno dei tre maggiori partiti britannici e dovrebbe passare senza difficoltà. Cameron ieri ha chiesto aiutoi all’Iran: «Si deve dare all’Iran la possibilità di dimostrare che può contribuire a una soluzione».«I leader iraniani potrebbe aiutare a sconfiggere la minaccia» dell’Isis, ha aggiunto Cameron, che ieri all’Onu ha incontrato il presidente iraniano Hassan Rohani.

FRANCIA SOTTO CHOC PER L’OSTAGGIO DECAPITATO

Intanto regnano choc e sgomento in Francia per la decapitazione di Hervé Gourvel, l’alpinista di 55 anni rapito domenica nelle montagne dell’Algeria e giustiziato dai fondamentalisti islamici del gruppo jihadista Jund al-Khilafa, affiliato con i terroristi dello Stato Islamico. Dall’assemblea generale dell’Onu a New York, il presidente Francois Hollande ha denunciato un assassinio «vile e crudele» ed ha assicurato che l’orrido gesto non porterà allo stop dei raid aerei francesi contro le postazioni dello Stato Islamico in Iraq. Al contrario, «la mia determinazione è totale e quest’aggressione non fa altro che rafforzarla: continueremo a lottare contro il terrorismo dappertutto e in particolare contro il gruppo dello Stato islamico, che porta morte in Iraq e Siria, perseguita minoranze religiose, stupra, decapita». E ancora: «Le operazioni militari aeree continueranno per tutto il tempo necessario. Voglio che tutte le disposizioni siano prese per garantire la sicurezza dei nostri connazionali, in Francia e nel mondo». L’Algeria mobiliterà tutte le forze per trovare gli assassini dell’ostaggio francese Hervé Gourdel. «Sono entrato subito in contatto con il premier algerino (Abdelmalek Sellal) che mi ha confermato che continueranno a mobilitare tutte le forze», ha detto Hollande all’Onu.