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Spazio, il lander Philae si è staccato da Rosetta per raggiungere la cometa. Arrivo previsto alle 17

Spazio, il lander Philae si è staccato da Rosetta per raggiungere la cometa. Arrivo previsto alle 17

Via: alle 10,03 è giunto il segnale tanto atteso. Philae si è staccato da Rosetta. Il lander è dunque stato lanciato in direzione della cometa 67/P Churyumov-Gerasimenko dove l’atterraggio è previsto intorno alle 17.

Ore di apprensione al centro di controllo di Darmstadt (Germania) per il primo atterraggio di un veicolo spaziale su una cometa: alle 8,09 era stato dato l’ultimo ok per il distacco di Philae dalla sonda madre Rosetta dopo che nelle ore precedenti l’ultimo «via libera» al centro controllo dell’Esa si era diffuso una certa apprensione a causa di alcuni problemi tecnici riscontrati sul sistema di atterraggio di Philae.

Problemi tecnici sul sistema di atterraggio

«Ci sono stati diversi problemi nelle attività di preparazione condotte durante la notte, ma abbiamo deciso di dare il ”GO” e Rosetta è pronta per la manovra di separazione», ha detto il responsabile delle operazioni per l’Agenzia spaziale europea (Esa), Paolo Ferri. Nel corso della notte era stato rilevato un problema nella possibilità di attivare il sistema di discesa che impedisce al lander di rimbalzare sul suolo della cometa al momento dell’atterraggio. In particolare sembra non funzionare il piccolo motore a razzo che si trova sopra il lander e che deve entrare in azione a circa 40 minuti prima che Philae si posi sulla cometa, per rendere la manovra più morbida. Nell’ultima fase della discesa Philae libera infatti degli arpioni collegati a cavi di 45 metri, mentre il piccolo motore contrasta la spinta spingendo il veicolo verso l’alto e mantenendo i cavi in tensione, mentre un altro dispositivo li riavvolge lentamente fino al momento in cui le zampe toccano il suolo. «Abbiamo bisogno di un po’ di fortuna per non atterrare su una roccia o su un pendio ripido», ha detto il responsabile delle operazioni di Philae, Stephan Ulamec.

Il lander Philae

Il piccolo lander Philae (così chiamato nel 2004 da una ragazza italiana che all’epoca aveva 15 anni, Serena Vismara), arriverà su un punto scelto nei giorni scorsi e che è stato denominato Agilkia. «Una cometa è come un cavallo imbizzarrito», ha osservato il coordinatore scientifico dell’Agenzia spaziale italiana (Asi), Enrico Flamini. «È un oggetto molto difficile e a rischio, che nessuno ha mai avvicinato tanto in precedenza», ha aggiunto. È imprevedibile, quindi, quello che accadrà nel momento culmine di una missione in cui l’Esa ha investito tantissimo. Tuttavia è certo che il lungo viaggio di Rosetta finora è stato costellato di successi.

Le sei mosse giuste

I dati sulla traiettoria erano corretti e hanno portato a superare sei «passaggi» in cui la missione poteva essere bloccata in qualsiasi momento, prima di arrivare alla manovra finale definitiva per consentire a Philae di essere lanciato verso il nucleo della cometa. Nella notte è stata effettuata l’analisi dei dati relativi alla sonda e Philae ha attivato i sottosistemi necessari per la discesa, primo fra tutti il sistema di propulsione. Prima di arrivare al definitivo «GO» Rosetta è stata portata nella posizione corretta per la separazione. Dodici secondi dopo il distacco Philae ha azionato il meccanismo che l’ha letteralmente «lanciata» verso la cometa a una velocità molto bassa: circa 1 metro al secondo. È cominciata così la lunghissima discesa che durerà sette ore.

Dal letargo al momento decisivo

Lanciata il 2 marzo 2004, Rosetta si trova ora a una distanza di 511 milioni di chilometri dalla Terra dopo aver rimbalzando due volte fra Terra e Marte per prendere la «rincorsa» necessaria per raggiungere la cometa. Prima di arrivare a destinazione ha avvicinato gli asteroidi Steins e Lutetia dopo di che l’8 giugno 2011 è stata messa in uno stato di ibernazione dal quale il computer di bordo l’ha risvegliata il 20 gennaio di quest’anno. Nel maggio scorso ha cominciato a preparare la manovra di avvicinamento a 67/P. Nella lunga storia di Rosetta, l’Italia è sempre stata in prima fila, con la planetologa Angioletta Coradini, scomparsa nel 2011, e poi con Asi, con le università Parthenope e di Padova, il Politecnico di Milano, Istituto nazionale di astrofisica (Inaf) e Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr). Importante la partecipazione dell’industria, con le aziende del gruppo Finmeccanica Thales Alenia Space, Telespazio e Selex ES. Sono italiani i due ricercatori alla guida della missione, Paolo Ferri e Andrea Accomazzo, e degli undici strumenti a bordo di Rosetta tre sono italiani.