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Roma, guerriglia contro gli immigrati di Tor Sapienza, si indaga su infiltrati di estrema destra

Roma, guerriglia contro gli immigrati di Tor Sapienza, si indaga su infiltrati di estrema destra

Incappucciati, organizzati e armati: la guerriglia a Tor Sapienza non è più una protesta della disperazione. Quei duecento abitanti insensati che hanno urlato contro gli immigrati del Centro di accoglienza si ritrovano ora nel pieno di una vera e propria guerriglia urbana che qualcuno si sta preoccupando di alimentare, soffiando sul fuoco.

Sono scene già viste a Caserta, dove era scoppiata la caccia al nero, a Corcolle, periferia della Capitale, a Torpignattara. Ma questa volta la presenza di quei sessanta tra minori e richiedenti asilo, quasi tutti provenienti dal Nord Africa, ospitati senza prospettive di integrazione e futuro in Italia, è diventata l’occasione per far scendere in campo gli ultrà più aggressivi e l’estrema destra. Del resto, come avrebbero potuto avere a disposizione sedici “bomboni” da stadio gli abitanti di un quartiere che già deve vedersela con spazi verdi pieni di siringhe e pusher?

LE INDAGINI

La polizia sta indagando proprio in questi ambienti degli ultrà e della destra più estrema, per tentare di identificare i componenti del commando che ha messo a ferro e fuoco l’intera zona. Il questore Nicolò D’Angelo ha dato incarico a squadra mobile e digos di controllare ogni video ripreso dalle telecamere di sorveglianza, ogni filmato recuperato. Mentre il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo ha aperto un’inchiesta per risalire a quanti, agitando ancora di più la protesta, hanno distrutto e aggredito. C’è chi dice, poi, che a fomentare gli animi ci abbiano pensato pure i pusher che hanno la loro “attività” a Tor Sapienza, per nulla contenti della presenza delle forze dell’ordine nella zona, e anche preoccupati che qualcuno degli immigrati possa rubargli fette di mercato dello spaccio.

L’effetto, però, è che ora a Tor Sapienza hanno tutti paura Non solo i residenti stanchi «dei furti e delle rapine», che attribuiscono agli ospiti del Centro, ma anche gli stessi immigrati e gli operatori che ci lavorano. Sui reati di cui si parla – il tentativo di violenza nei confronti di una ragazza e varia microcriminalità – gli investigatori ritengono che siano stati commessi da persone dell’Est, e non dagli stranieri assaliti dai residenti martedì sera, e che due di questi sarebbero già stati individuati.

CINQUE BLINDATI

La tensione comunque rimane altissima. Le forze dell’ordine presidiano il Centro e hanno schierato cinque blindati davanti all’ingresso. Quando il commando, composto da decine di persone, ha effettuato il blitz, i blindati erano due. Gli agenti schierati a difesa sono stati aggrediti con bastoni e sassi. Il Reparto mobile è intervenuto caricando e in 15 sono rimasti feriti. Ora c’è chi nel quartiere chiede l’intervento di Matteo Salvini, il leader della Lega. E chi, come Mario Borghezio che dello schieramento politico è un eurodeputato, annuncia che domani sarà a Roma «per mostrare la diretta vicinanza ai cittadini italiani che si sentono assediati nei loro quartieri, vessati da degrado, immigrazione clandestina, sporcizia e totale assenza di sicurezza». Nel pomeriggio, poi, parteciperà anche a una fiaccolata in zona Fidene Serpentara a sostegno «dell’anziano massacrato da una gang probabilmente proveniente dall’Est Europa», dice.

LE REAZIONI

Mentre ieri, il sindaco Ignazio Marino dopo aver telefonato al Questore, riferendosi agli aggressori ha dichiarato: «Si tratta di un gruppo di veri criminali». E Francesco Rocca, commissario della Croce Rossa, ha analizzato il problema: «È il trionfo della negazione dei diritti per tutti. A Tor Sapienza oggi, ma anche a Calais un mese fa, c’è un misto d’insofferenza di chi si sente abbandonato dalle istituzioni. Di chi vede negati i propri diritti. Vedersi rispettati come persone è nei nostri diritti. Persone tutte. Non migranti, rifugiati o italiani».