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Ebola, arriva in Italia il medico di Emergency contagiato. La moglie: “Dicono che per noi per il momento è meglio restare in Sicilia”

Ebola, arriva in Italia il medico di Emergency contagiato. La moglie: “Dicono che per noi per il momento è meglio restare in Sicilia”

È atterrato all’aeroporto militare di Pratica di Mare il velivolo dell’Aeronautica con a bordo il medico di Emergency contagiato dal virus Ebola in Sierra Leone. Il paziente, assistito da un team di medici, ha viaggiato in una barella chiusa impiegata per il trasporto via aerea di persone colpite da patologie infettive contagiose.

La moglie: «Dicono che per noi per il momento è meglio restare in Sicilia»

Il medico, Fabrizio, siciliano di 50 anni, è stato trasferito presso l’Istituto Nazionale per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma. La signora Tina, la moglie, intervistata dal “Corriere della Sera” ha raccontato di aver passato la notte insonne, pronta nella sua casa a fare le valigie con le due figlie di 18 e 19 anni per raggiungere il marito. Poi, una telefonata ha bloccato tutto: «Ha chiamato un funzionario della Farnesina. Ha provato a tranquillizzarci anche se non ci è riuscito… Dicono che per noi per il momento è meglio restare in Sicilia». «Sono seriamente preoccupata – ha continuato la donna – anche perché dalla Sierra Leone lui ha telefonato una volta parlando con le nostre ragazze, dicendo che andava tutto bene, mentre da quando è arrivato Roma ha inviato solo due sms col suo cellulare, l’unico contatto col mondo che gli è rimasto, l’unico aggancio possibile con noi. Lo conosco bene dopo 25 anni di matrimonio. Per non chiamare vuol dire che sta male e preferisce non parlare, per non fare aumentare il nostro sconforto…»

L’arrivo all’aeroporto di Pratica di Mare

L’arrivo del medico di Emergency in Italia è stato presso lo scalo di Pratica di Mare. Sono state predisposte tutte le misure per garantire il trasporto e il ricovero del paziente in massima sicurezza e iniziare tempestivamente il trattamento clinico. Il dottore ha viaggiato su una barella speciale ad alto isolamento a bordo del Boeing 767 dell’Aeronautica Militare protagonista nei giorni scorsi della simulazione avvenuta a Malpensa. Ad attendere il medico contagiato a bordo pista un’ambulanza dell’Istituto Lazzaro Spallanzani di Roma.

Lorenzin: «Niente ressa davanti all’ospedale»

Il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, aveva da subito tranquillizzato sulle condizioni del medico: «Mi sento di rassicurare la famiglia che il nostro medico sta bene, non ha avuto febbre o altri sintomi durante la notte, stamattina ha fatto colazione e continua a bere in maniera autonoma, esprimo la mia vicinanza a lui e alla famiglia e assicuro che il governo italiano tutto è al fianco del nostro connazionale». E ha concluso: «Mi auguro non ci sia l’assalto all’ospedale Spallanzani perché anche gli operatori sanitari devono poter seguire i protocolli nella massima serenità».

Il comunicato di Emergency

«Tutto lo staff impiegato nel Centro di cura per i malati di Ebola di Emergency segue una formazione specifica sui protocolli di protezione per evitare il contagio e la diffusione del virus», scrive Emergency in un comunicato, «tuttavia, nessun intervento sanitario in un’epidemia così grave può essere considerato completamente privo di rischi». L’ong spiega come in Sierra Leone l’epidemia continui a espandersi con oltre 100 nuovi casi al giorno. Poi aggiunge che per il rispetto della privacy del medico contagiato e della sua famiglia, per ora non rilascerà altre dichiarazioni.

«Nessun rischio per la comunità»

«Le procedure che comportano il trasferimento del medico italiano positivo all’Ebola non comporta nessun rischio per la comunità». Lo assicura Gianni Rezza, direttore del Dipartimento malattie infettive dell’Istituto superiore della sanità. «Siamo già da tempo pronti a questa evenienza e lo Spallanzani di Roma è attrezzato per gestire al meglio la situazione», ha sottolineato Rezza. «È un dovere morale dare tutte le cure del caso – ha continuato – e le terapie di supporto ai connazionali colpiti dall’Ebola: meglio qua che in Sierra Leone. Si può assolvere tranquillamente a questo compito in tutta sicurezza».