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Mafia e politica a Roma, blitz dei Carabinieri in regione e in Campidoglio. Indagato anche l’ex sindaco Alemanno

Mafia e politica a Roma, blitz dei Carabinieri in regione e in Campidoglio. Indagato anche l’ex sindaco Alemanno

Nuovo scandalo alla Regione Lazio: carabinieri sono entrati nella sede della Pisana martedì mattina per effettuare una serie di perquisizioni negli uffici di alcuni consiglieri regionali e perfino nell’abitazione dell’ex sindaco della Capitale, Gianni Alemanno. Altre operazioni sono tuttora in corso presso altre amministrazioni a Roma. Negli ambienti giudiziari trapelano indiscrezioni che danno per imminenti alcuni arresti di noti protagonisti della politica romana in relazione a un’inchiesta sugli intreccio tra mafia e politica. Alcune ordinanze di custodia cautelare sarebbero già state eseguite su ordine del Gip. L’indagine è coordinata dal procuratore capo Giuseppe Pignatone – che nei giorni scorsi aveva lanciato un allarme proprio sull’emergenza infiltrazioni criminali nella politica – dall’aggiunto Michele Prestipino e dai sostituto Paolo Ielo e Giuseppe Cascini e Luca Tescaroli.

In Procura Di Stefano: tangenti dai costruttori

Dopo lo scandalo di Marco Di Stefano (deputato Pd a lungo in Regione Lazio, dove fu anche assessore al Patrimonio) travolto a fine ottobre dall’inchiesta per le tangenti da due milioni di euro nel caso degli affitti pilotati alla PIsana, una nuova puntata del «Lazio gate» sembra travolgere l’istituzione oggi guidata dal governatore Nicola Zingaretti, che pure ha ricevuto nei giorni scorsi il plauso della Corte dei Conti per i notevoli progressi fatti sotto il profilo del risanamento dei conti pubblici e della trasparenza. Proprio mentre scattavano el perquisizioni, martedì Di Stefano è arrivato a Piazzale Clodio per essere interrogato nell’ambito dell’inchiesta su una presunta tangente che avrebbe ricevuto, quando era assessore alla Regione Lazio nella giunta Marazzo, dai costruttori Antonio e Daniele Pulcini. Di Stefano è indagato per corruzione e falso: per l’accusa la tangente servì per favorire la locazione di due immobili dei Pulcini alla società «Lazio service». Di Stefano sarà sentito anche come testimone sulla scomparsa del suo braccio destro Alfredo Guagnelli.