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Sciopero Generale, 54 cortei in tutta Italia: ha aderito oltre il 70% dei lavoratori. Landini: “Questo Governo non ha il consenso del paese”

Sciopero Generale, 54 cortei in tutta Italia: ha aderito oltre il 70% dei lavoratori. Landini: “Questo Governo non ha il consenso del paese”

Sciopero generale di Cgil e Uil contro il Jobs act e la legge di stabilità: una giornata di astensione in tutti i luoghi di lavoro di otto ore, con 54 manifestazioni lungo l’intero paese, a carattere regionale (10), provinciale (39) e interprovinciale (5).

I primi dati che provengono dal settore industriale, forniti dal dipartimento di organizzazione del centro confederale Cgil, segnano un’altissima adesione allo sciopero generale. Da una prima rilevazione risulta, infatti, una media di adesione del 70,2%, mentre sono affollatissime le 54 piazze dove si stanno tenendo i cortei e le manifestazioni a sostegno dello sciopero generale. Dati quindi molto alti ovunque su tutto il territorio nazionale, con punte spesso anche del 100%.

”Lo sciopero generale programmato per oggi è segno di una notevole tensione tra sindacati e governo”. Lo ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano lasciando Torino. “Mi auguro che si discutano sia le decisioni già prese, come quella della legge di riforma del mercato del lavoro, sia quelle da prendere soprattutto per il rilancio dell’economia e dell’occupazione in un contesto europeo che trovi la via di una discussione pacata”, ha detto il presidente della Repubblica. “Naturalmente poi – ha aggiunto – il governo ha le sue prerogative e le ha anche il Parlamento. E ha il suo ruolo da svolgere anche il sindacato”. “E’ bene – ha continuato – che ci sia rispetto reciproco delle prerogative di ciascuno e che non si vada a un’esasperazione di cui oggi abbiamo il segno. Non fa bene al Paese”.

La leader della Cgil Susanna Camusso al suo arrivo al corteo di Torino ha dichiarato: “L’emergenza che ha questo paese si chiama lavoro, bisogna fare politiche perché il lavoro ci sia ma non può essere un lavoro qualunque, senza diritti e senza professionalità”. “Il messaggio per cambiare il Paese – ha aggiunto – è proprio quello di un Paese che investe sul lavoro e sulla sua qualità”.

“E’ una scelta del governo se continuare a provare a innescare il conflitto oppure se scegliere di discutere. Deve essere chiaro che noi non ci fermiamo, continueremo a contrastare le scelte sbagliate per avere una prospettiva di lavoro in questo Paese”. ha continuato la leader Cgil.

Camusso sfila in cappotto rosso al corteo e, a chi le fa notare il colore, risponde: “Il copyright di questo colore è nostro”. Sulla revoca della precettazione dei ferrovieri la leader Cgil ha sottolineato: “Il governo ha fatto una scelta che era con tutta evidenza sbagliata e lesiva del diritto di sciopero e giustamente è tornato all’applicazione delle regole”.

“Ci dispiace che non ci sia la Cisl, speriamo – ha aggiunto – che cambi idea perché il messaggio di non provare a cambiare queste scelte è un messaggio di rassegnazione e noi pensiamo che il Paese non abbia bisogno di rassegnazione”.

Il leader Uil Carmelo Barbagallo in piazza a Roma ha dichiarato: “Oggi fermiamo l’Italia per farla ripartire nella direzione giusta”. Nella Capitale il corteo è partito all’Esquilino per concludersi a Santi Apostoli tra tamburi, fischi, palloncini con un Renzi Pinocchio e musica.

“Vogliamo fermare la caduta”, ha detto ancora Barbagallo che indica a Renzi gli interventi per sbloccare il Paese. “Ci sono ancora margini per rimediare; il decreti attuativi del Jobs act devono essere ancora emanati e la legge di stabilità ancora approvata”, ha spiegato. “Se si metterà mano ai 150 miliardi di evasione fiscale, ai 27 miliardi di costi della politica e alla riforma fiscale si potrà rilanciare l’economia”, ha concluso.

Il segretario generale della Fiom Cgil Maurizio Landini in piazza a Genova ha dichiarato: “Questo sciopero generale, indetto non solo dalla Cgil, con tanti giovani e studenti, dimostra una cosa precisa, questo governo non ha il consenso del paese sulle politiche del lavoro. Bisogna creare posti di lavoro non togliere diritti, servono diritti”. “Abbiamo messo al centro – ha aggiunto Landini – la lotta all’evasione e i fatti di questi giorni ci danno ragione. Ciò che rende non competitivo il nostro paese, che lo blocca, è la criminalità organizzata. Questo governo deve cambiare verso, è questo il messaggio della piazza”.